Concerto Fisico del Balletto Civile @ Teatro India: Le persone sane di mente sono fuori dal coro

Nonostante il caldo torrido di mercoledì 10 luglio, i più temerari si sono recati al Teatro India per “Fuori programma”, Festival Internazionale di Danza Contemporanea, alla sua quarta edizione, sotto la direzione artistica di Valentina Marini.
L’anteprima di “Concerto Fisico” del Balletto Civile registra il tutto esaurito, nonostante la sala sia al chiuso, senza aria, con una temperatura interna che si erge a baluardo del cambiamento climatico.
Se l’intenzione è quella di rievocare le sensazioni psico-fisiche di un manicomio (per ricordare le origini della compagnia, nata da un produttivo residenziale all'interno dell'ex Ospedale Psichiatrico di Udine) bene: missione compiuta!

Nessun sipario: ad accoglierci un mixer decorato da coperte termiche, con due personaggi in attesa come noi, vestiti di nero e con tanto di cappuccio.
Si scoprirà presto che si tratta del “reparto” disegno sonoro live, ossia Tiziano Scali e Maurizio Camilli (quest’ultimo anche assistente alla creazione).
L’ingresso della regista e coreografa nonché unica interprete, Michela Lucenti, avviene senza cerimonie: con passo lungo e deciso entra e si ferma davanti alla consolle, portando con sé quel che è tutto il suo bagaglio di esperienze, studi, teatro, danza, vita.
Inizia così questo concerto fisico, portandoci in un aleph dove riecheggiano i nostri passi e le nostre decisioni, dove scorrono, come diapositive stressate da una luce intermittente, gli eventi storici, sociali, politici e culturali.
In realtà, c’è meno concerto “fisico” di quel che annunciava il titolo: non so se il progetto iniziale sia stato concepito per più interpreti, ma elementi in più garantirebbero senz’altro maggiore interazione e fluidità.

Nulla da eccepire sul talento e sull’esperienza della protagonista: un floorwork con elementi e movimenti ciclici, come mantra muscolari, un contract che domina su ogni accenno di morbidezza, non solo sul corpo dell’esile ma forte danzatrice, agile e tesa, qualità che evidenziano la sua determinazione e la sua precisione tecnica, ma che si propaga in tutta la sala, come un’onda ad alta tensione che minaccia di infrangersi su di noi.
Sorprendente nel canto e impeccabile nella sua danza irrequieta, la fondatrice della compagnia sembra a volte distaccata e sconnessa, severamente chiusa in sé, separata da questa platea sudaticcia da un muro invisibile, o almeno all’inizio è così.
Non si arrabbi con noi, Michela Lucenti! Se siamo qui, è proprio perché siamo d’accordo con la tua visione critica della moderna società… proprio perché le persone sane di mente sono fuori dal coro e dentro il teatro!

Non è semplice definire in modo meramente tecnico la danza contemporanea: perché essa si libera, storicamente, dalle regole e dai virtuosismi per dare rilievo, attraverso vari metodi, all’improvvisazione, all’espressività, al peso e al volume corporeo, allo spazio, al nostro centro: questo crea una miriade di canali comunicativi diversi, ma porta anche, paradossalmente, al rischio di veicolare con difficoltà il messaggio. Quando si diventa troppo estremi, troppo astratti… si perde il contatto e ci si allontana dal pubblico.
Bisogna sempre accogliere la semplicità, con un linguaggio ricercato ma di facile inserimento, per poter lasciare il segno, per recapitare la piccola pergamena contenuta nella bottiglia, per non dover rincorrere un significato a discapito del qui e ora.

Non si può non pensare alle origini di questo nucleo artistico, all’eredità che Basaglia gli ha involontariamente lasciato, al suo forte senso critico ed etico, al suo isolamento creativo… e anche se del juke-boxe sono rimaste solo le hit più nervose e rabbiose, anche se nessuno vorrebbe essere destato dal sogno di monossido che ci stanno propinando, forse ha ragione, Michela: dobbiamo imparare a svegliarci!

CONCERTO FISICO_Promo from balletto civile on Vimeo.

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF