A passo di danza verso l'integrazione Cina – Italia

Un’aria nuova pervade il foyer del Teatro Vascello; un mix di idiomi e di tratti facciali inizia a spiegarci l’obiettivo dei giovani coreografi Lu Zheng e Churui Jiang che, il giorno 10 dicembre hanno portato in scena lo spettacolo di danza Il cielo, la terra, il popolo.

Insieme al danzatore Song Nai Long sono i creatori dell’associazione  Studio arte e cultura orientale, che si propone di diffondere la cultura orientale in Italia attraverso manifestazioni di arte coreutica.  

«Quando il cielo, la terra e il popolo si riuniscono è il momento di sfidare la fortuna».

Ispirandosi a questo proverbio cinese i due coreografi, attualmente dottorandi presso l’Università La Sapienza di Roma, hanno compiuto il primo passo per un cammino di integrazione e conoscenza di due culture estremamente variegate e complesse.

Il pubblico ha potuto ammirare danzatori italiani e cinesi sorprendentemente coinvolti in questo processo di esplorazione e di contaminazione di danza tradizionale cinese e di danza contemporanea occidentale.

Lo spettacolo si struttura come un insieme di frammenti distinti tra loro ma uniti dalla costante volontà di contatto delle due culture. Gruppi di danza tradizionale cinese si alternano ad assoli o piccoli gruppi legati ad un’estetica coreografica contemporanea: passato e futuro di due mondi diversi si uniscono, e si amalgamano creando un presente fascinoso e ricco di differenze.

Elementi di Tai Chi vengono utilizzati e rielaborati per creare dinamiche nuove; l’uso di costumi e oggetti tradizionali, come il ventaglio, danno luogo a giochi coreografici interessanti. La bellezza della tradizione popolare viene perciò celebrata nella sua completezza: musiche, costumi e proiezioni riempiono il palco di colori e di rimandi alla cultura orientale. È molto curioso notare le differenze e le somiglianze attraverso i movimenti delle danzatrici, uguali nell’esecuzione ma assai diversi nella gestualità.

L’uso dello spazio è in continuo cambiamento; in diverse parti di matrice popolare ammiriamo una spazialità virtuosa e gioiosa che si oppone ad una sensazione di spazio intimo e protetto percepibile nelle coreografie più contaminate.

I due coreografi esprimono così il loro desiderio di vedere realizzato nella danza ciò che è ancora oggi, nella vita di tutti i giorni, tristemente difficile da far accettare: la fusione tra culture diverse. Proprio per questo, il vero passo verso l’integrazione si è percepito in quei brani in cui gli interpreti italiani e cinesi hanno danzato insieme fondendo spregiudicatamente le due culture coreutiche. L’invito è dunque quello di continuare la ricerca e di spingersi oltre per la creazione di un’integrazione pura in cui le due culture diventino una, indispensabile all’altra.

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF