Lo scorso 19 Aprile è stata presentato a Milano a Eataly Smeraldo da Oscar Farinetti l'importante intervento di restauro che Eataly sostiene a favore de l'Ultima Cena. UNA CENA COSI’ NON LA PUOI PERDERE!, che ha visto la presenza a Milano del ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, dello scrittore Alessandro Baricco, del vicario episcopale per la Cultura dell'arcidiocesi di Milano, monsignor Luca Bressan e della direttrice del Cenacolo Vinciano, Chiara Rostagno.
L’evento è stato condiviso in diretta mondiale con collegamenti da New York e São Paulo. L’iniziativa è coordinata da Arts Council, realtà italiana specializzata nel fundraising per la cultura, e ha avuto particolare risalto negli Stati Uniti grazie alla collaborazione con IRF – Italian Renaissance Fund. Un ringraziamento a Samsung che per il progetto ha messo a disposizione 17 schermi 43''.
Raccontano l’impresa di questo “restauro ambientale”,la cui fine è prevista entro il 2019, anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci: 1 milione e 200 mila euro finanziamento pluriennale del ministero, 1 milione di euro dallo sponsor in due anni di cui metà per il progetto e metà per la campagna di comunicazione, insieme per il “restauro ambientale” che trasformerà il Refettorio in una gigantesca teca. “Non possiamo rinchiudere l’Ultima Cena in una teca, possiamo però costruirgliene una attorno”, sintetizza il direttore del Polo museale lombardo, Stefano L’Occaso.
"Dal 1498 (anno in cui fu ultimata) fino ad oggi, L'Ultima Cena di Leonardo da Vinci ha subìto diversi restauri: per via della tecnica con cui è stato dipinto, il capolavoro continua lentamente a degradarsi. Oggi può essere visto da 1.300 persone al giorno, e questo a causa delle polveri sottili che ognuno di noi porta con sé, uno dei principali motivi per cui il Cenacolo rischia di essere rovinato per sempre. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha dato il via a un’imponente operazione di tutela, che permetterà di immettere ogni giorno circa 10.000 m3 di nuova aria pulita all’interno del refettorio di Santa Maria delle Grazie che custodisce l’opera, contro i circa 3.500 m3 immessi attualmente. Al progetto, che allungherà di cinque secoli la vita del dipinto permettendo a un numero maggiore di persone di ammirarlo, hanno collaborato diversi istituti di ricerca (ISCR, CNR, Politecnico di Milano, Università Milano Bicocca).
Eataly, unico sostenitore privato a finanziare una parte importante del progetto, ha dato così vita a una sinergia che metterà uno dei capolavori dell’arte italiana al centro dell’attenzione mondiale. Per dare risalto all’intervento, Eataly ha coinvolto Scuola Holden e Alessandro Baricco: attraverso un video sulla genesi dell’opera, lo scrittore inviterà tutti a venire in Italia per ammirare il Cenacolo. La campagna di sensibilizzazione, dal titolo Una Cena così non la puoi perdere, avrà visibilità attraverso un corner dedicato in tutti gli Eataly del mondo, dal quale potrà essere prenotata una visita speciale. Sarà infatti possibile accedere al refettorio per 50 minuti, al posto dei 15 consueti, in orario serale e a museo chiuso, con un esperto che narrerà la nascita, la vita, la storia e i segreti dell’opera."
Contemporaneamente si è accesa la preoccupazione del Codacons sulla chiarezza che gli investimenti privati impatteranno sui beni pubblici e quanto essi limiteranno la libertà di azione: “Vogliamo capire a quali condizioni Farinetti finanzierà il progetto, e quale sarà il ritorno economico per Eataly – spiega l’associazione – L’intervento delle mani dei privati su beni che appartengono al patrimonio culturale dell’umanità, come il capolavoro di Leonardo Da Vinci, è un aspetto delicatissimo e sempre spinoso: per tale motivo abbiamo presentato una istanza d’accesso al Ministero dei beni culturali e alla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, per visionare l’accordo siglato con Eataly e verificarne tutte le condizioni. Non accetteremo in nessun caso una “privatizzazione” de L’Ultima cena di Leonardo e, in caso di clausole sproporzionate e condizioni svantaggiose per la collettività, non esiteremo a ricorrere al Tar” – aggiunge il Codacons, che replica inoltre alle assurde dichiarazioni contro l’associazione rilasciate in queste ore da Oscar Farinetti.”
Dal canto mio ovviamente non posso che accogliere favorevolmente ogni iniziativa che mira alla salvaguardia di un capolavoro (dichiarato dall’ UNESCO patrimonio dell’umanità) così importante per la cultura Italiana, consapevole che purtroppo il governo non investe abbastanza per proteggere il nostro patrimonio e questo inevitabilmente attrae l’attenzione di aziende private. E’ giusto e doveroso controllare ogni gesto di tali privati con ogni mezzo possibile ma, nella situazione attuale in cui la realtà è ben diversa da una ideale irrealizzabile, la domanda che mi faccio è questa… calcolando che il governo Italiano non considera il patrimonio culturale una delle arti su cui investire per uscire da una crisi senza fine, è giusto che vada a distruggersi o sono meglio dei compromessi (controllati) con i privati?