THE KID (IL MONELLO) @Teatro Il Parioli: fra lacrime e sorrisi

Venerdì 10 dicembre (e in replica il giorno successivo), per la prima volta a Roma al Teatro “Il Parioli”, in occasione del 100esimo anniversario, abbiamo avuto il piacere di assistere alla prima della proiezione del lungometraggio di Charlie Chaplin, “The Kid (Il Monello)”. (atmosfera natalizia) Un capolavoro assoluto del cinema muto, accompagnato al pianoforte dalla compositrice olandese Maud Nelissen che ha suonato la colonna sonora originale del film davanti a una folta platea di spettatori.

Charlie Chaplin al Teatro “Il Parioli”, fra luci e musica

Il connubio tra musica dal vivo e immagini ha reso ancora più intima la proiezione della pellicola accentuando in maniera esponenziale le emozioni che, paradossalmente Charlie Chaplin riusciva ad infondere senza l’ausilio del sonoro e solo ed esclusivamente con la mimica. La scenografia, semplice e minimalista, è stata contraddistinta da luci soffuse e dal pianoforte posto centro al palco che, forse unica nota dolente, copriva una parte dello schermo.

Tralasciando alcuni problemi di audio del microfono risolti in corner grazie all’ausilio del Traduttore, la Nelissen, appassionata ed energica, ha suonato per più di un’ora senza fermarsi e soprattutto senza commettere il minimo errore durante la performance (se solo avesse sbagliato una singola nota, avrebbe del resto compromesso del tutto l’andamento della trama, rovinando l’atmosfera. Pervade l’aria una sensazione di ilarità fusa alla malinconia, principio ultimo della linea recitativa di tutti i film di Charlie Chaplin. Chapeau). Anche senza che ne facesse menzione, è palpabile la connessione tra la musicista e l’attore, quasi un amore incondizionato, dovuto probabilmente alla collaborazione della Nelissen con Eric James, compositore originale delle musiche della pellicola, durante gli anni ’90.

Charlie Chaplin: la Vita e il rapporto con Jackie Coogan

Anticonvenzionale l’anteprima, caratterizzata da una sequenza di fotografie riguardanti il backstage, scatti rubati di vita quotidiana sul set. Ecco che emerge, forse in modo velato, il rapporto particolare che Charlie Chaplin aveva instaurato con il bambino protagonista, Jackie Coogan; i due infatti passavano ore ed ore insieme anche fuori dalle riprese, allo scopo di creare quell’empatia unica e funzionale al legame “padre- figlio” che contraddistingue la storia, idea pionieristica di famiglia con un solo genitore, nello specifico un “mammo”, desueta per gli anni ’20, ma forse “non tradizionale” nemmeno nel 2021.

Secondo Kenneth Lynn, professore emerito di storia alla John Hopkins University di Washington Dc e docente di inglese ad Harvard, autore del libro “Charlie Chaplin and His Times”, Chaplin aveva unaspiccata predilezione per i giovani fino agli 8 anni”. Senza scendere nel grottesco, seppure lo spettacolo voglia offrire un omaggio al genio dell’artista e non alla persona in sé (e, come sappiamo, le biografie a volte non hanno pietà) è curioso ricordare che Coogan, da delizioso “monello” sia diventato successivamente noto come il “mostruoso” Zio Fester de “La Famiglia Addams”.

The Kid: La vera felicità è qualcosa di molto vicino alla tristezza

Tornando a “The Kid” e all’arte recitativa Chaplin, si riscopre la tecnologia dell’epoca basata su fotogrammi e priva del sonoro. Non permette di comprendere le emozioni dei protagonisti i quali, per l’appunto, dovevano risultare necessariamente “caratteristici”. Si riducono per lo più a macchiette; pensiamo per esempio all’ "uomo attaccabrighe” dai tratti somatici rudi e minacciosi o alla “donna angelo” che in una scena seduceva il protagonista con la caviglia scoperta. In “The Kid” spicca l’interpretazione di Charlotte che recita nel suo stile tipico, cinico e manieristico, fondato sul “far ridere il pubblico” con un contorno malinconico e che subisce una sostanziale evoluzione. A testimonianza dell’indole malinconica del film, ricordiamo che inizialmente “The Trump” avrebbe voluto gettare l’orfanello trovato poco prima in un vicolo dentro un tombino così da suscitare risate tra il pubblico. “The Kid” è dunque un manifesto di black humor che riduce la crudeltà della vita ad una gag. A distanza di cinque anni dal loro primo incontro, quando ormai il loro rapporto di “famiglia improvvisata” si è solidificato, The Trump reagirà come una furia nel momento in cui vorranno portargli via il bambino, facendo di tutto per riaverlo con sé, anche a discapito della propria vita.

Ci colpisce in particolare l’approccio emotivo di questa scena, punto cardine del film: l’intensità dell’espressione facciale di Chaplin con gli occhi dilatati e pieni di ira, dura ben due fotogrammi con un primo piano intenzionale ed è emozionante e struggente. Scompare la figura del comico ed entra prepotentemente in scena il dolore della perdita che, intensificato dalle note della Nelissen, viene avvertito nel pieno della sua completezza da tutti gli spettatori che hanno lasciato il Teatro “Il Parioli” con tanti sorrisi… e forse una lacrima.

 

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