THE BOYS IN THE BAND @ Spazio Teatro 89: back to the future!

E’ il 14 aprile 1968 quando THE BOYS IN THE BAND, un testo insolito per il tempo, nonostante i venti di cambiamento che soffiavano per il mondo in quell’anno, andò in scena per la prima volta al Theatre Four di New York e, contro ogni previsione, rimase in cartellone per 1001 repliche fino al 6 settembre del 1970, divenendo così un punto di riferimento, un luogo di ispirazione per le grandi battaglie del Movimento omosessuale americano che ebbero inizio nel 1969.
Una commedia cinica, ma al contempo divertente, cruda, dolce, a tratti romantica e carica d’amore nonostante il dolore che può esserci nel vivere una condizione “fuori dagli schemi”, divenne così vero e proprio fenomeno di costume, uno spettacolo precursore dei tempi in grado non solo di anticipare il fermento della comunità LGBT che di lì a un anno diromperà con i moti di Stonewall, ma anche di travalicare gli anni ed essere oggi più che mai un’opera di strettissima attualità. Il testo ebbe un eco così forte che addirittura nel 1970 divenne un film per la regia di William Friedkin che in Italia vide il suo titolo tradotto in “Festa di compleanno per il caro amico Harold”.

Torna in scena allo Spazio Teatro 89 di Milano fino al 19 giugno 2019.

A cinquanta anni della nascita del Movimento LGBT (giugno 1969, New York, Greenwich Village) Giorgio Bozzo, noto per essere autore di molti spettacoli teatrali con protagoniste Le Sorelle Marinetti, vince la sua scommessa e porta al suo debutto in Italia THE BOYS IN THE BAND, l’opera teatrale del commediografo americano Mart Crowley, una pietra miliare della storia del teatro.
Il testo viene per la prima volta proposto al pubblico italiano grazie alla traduzione e all’adattamento di Costantino della Gherardesca che lo produce accanto a Giorgio Bozzo, il regista, pressoché in contemporanea con gli Stati Uniti, dove lo sceneggiatore e regista americano Ryan Murphy lo ha riportato in scena a New York con un cast stellare tra cui Jim Parsons, Zachary Quinto e Matt Bomer.
Costantino della Gherardesca descrive così The Boys In The Band: “Un testo pieno di vita e molto divertente da tradurre, le battute hanno saputo resistere al passare del tempo. La trama è ricca di sorprese, aggancia l’attenzione dello spettatore e lo trascina come un fiume in piena verso un finale rivelatorio che lascia senza fiato. I ragazzi di Crowley sono personaggi in cerca di emancipazione e di liberazione sessuale, eroi che lottano con le proprie nevrosi prima ancora che con una società che non li tollera. Sono personaggi complessi, non sono semplici maschere. Per quanto non facciano nulla per farsi amare è difficile non provare una profonda empatia nei loro confronti”.
Il regista e coproduttore Giorgio Bozzo invece spiega cosa TBITB significhi in relazione al periodo storico in cui è stato scritto, dichiarando: “Inseguo il sogno di mettere in scena in Italia The Boys In the Band da tantissimi anni, ma adesso è diventata per me quasi un’urgenza. The Boys è un vero documento storico, che racconta la realtà delle persone omosessuali prima della loro lotta di emancipazione. È un testo che non serve solo a ricordare come eravamo, ma che riesce a far capire come si potrebbe tornare ad essere. Per questo, ben lungi dall’essere una pièce datata, The Boys ha oggi più che mai una forza di racconto e di motivazione per tutti coloro che hanno lottato e lottano per i diritti civili della comunità Lgbt, proponendosi come antidoto contro ogni tentativo di restaurazione e di oscurantismo. Una divertentissima pièce per tutti, che spero possa essere vista soprattutto dai più giovani.”

Il debutto italiano, avvenuto allo Spazio Teatro 89 di Milano il 13 giugno 2019, si avvale, cosa inusuale nelle produzioni che siamo soliti vedere allestite in Italia negli ultimi anni, di un cast di nove personaggi tutti importanti allo stesso modo, con ogni battuta ad oliare un meccanismo narrativo e scenico perfetto, giocato come se fosse rappresentato in una piazza con il pubblico intorno, a quasi un metro dalla azione. Michael, il padrone di casa, sempre in scena ed attorno al quale tutto ruota, è reso da Francesco Aricò con grande spessore e la cattiveria necessaria a rappresentare una vita dolorosa, a tratti vissuta con lo schema di “normalità” che la società vorrebbe. Harold, il festeggiato, è Paolo Garghentino, azzimato, elegante, perfido, ma fondamentalmente l’unico che ha la percezione della realtà. Gabrio Gentilini e Samuele Cavallo, con alle spalle molto teatro musicale, vincono la scommessa di affrontare personaggi non semplici, a mezza via fra l’essere presenti e l’essere altrove anche quando si confrontano con gli altri, ovvero Donald e Alan. Hank è reso da Ettore Nicoletti con la profondità che serve per un personaggio che vive di espressioni, stati d’animo, angosce che affiorano, tutte però benedette dall’amore profondo, quello che diremmo “l’amore di una vita”. Non sono da meno a loro gli altri protagonisti: Angelo di Figlia un Emory esilarante e fragile, Michael Habibi Ndiaye, il Bernard che è consente tutto a Emory, in una battaglia di timida solidarietà fra chi si percepisce inferiore anche quando non ha ragione di pensarlo, il Larry di Federico Antonello, che si diverte a ferire e offendere il compagno, ma che sa dimostrargli l’amore che merita, e, da ultimo per quella che sembra una parte minore ma è in realtà carica della difficoltà di non apparire superficiali nel ruolo, il Cowboy di Yuri Pascale Langer. Nove personaggi, nove storie, nove uomini del 1968 che potrebbero vivere nel 2019 e probabilmente anche fra 10 anni le loro vite saranno dense di significati sempre attuali. Amici che frugano l’uno nella vita degli altri, che alzano veli, che dicono l’indicibile, con cinismo, con sarcasmo, ma non senza amore e, in fondo, con la speranza di portarsi in salvo, tutti.

Nella nuova versione di Costantino e Giorgio Bozzo, è stata mantenuta intatta quella girandola di stati d’animo che ha segnato la cifra, ed ovviamente il successo, dell’originale. Una commedia estremamente ironica e divertente caratterizzata da un ritmo incessante di battute – che non mancano di essere spesso feroci e spiazzanti – intercalato da momenti poeticamente drammatici.
Il vero teatro è qui, quello che emoziona, che fa dire “io c’ero”, quello che racconta la vita che potrebbe essere di ognuno di noi. Uno spettacolo che, dopo questa anteprima nazionale, merita certamente una lunga vita in scena.

Info:
THE BOYS IN THE BAND di Mart Crowley
Traduzione e adattamento di Costantino della Gherardesca
Regia di Giorgio Bozzo
Una produzione Costantino della Gherardesca e Giorgio Bozzo
Cast: Francesco Aricò – Michael, Gabrio Gentilini – Donald, Ettore Nicoletti – Hank, Federico Antonello – Larry, Angelo di Figlia – Emory, Michael Habibi Ndiaye – Bernard, Samuele Cavallo – Alan, Yuri Pascale Langer – Cowboy, Paolo Garghentino – Harold.
Spazio Teatro 89 – Via Fratelli Zoia, 89 – Milano
Anteprima Nazionale dal 13 al 19 giugno 2019

Mail: theboys@thesingingfamily.it

 

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