SICCITA’ @Cinema Adriano: storia di una umanità in disfacimento

In occasione della rassegna I Grandi Festival – Cannes, Locarno e Venezia – a Roma e nel Lazio abbiamo assistito presso il Cinema Adriano di Roma in anteprima all’uscita nelle sale alla proiezione di SICCITA’, l’ultimo lavoro del regista livornese Paolo Virzì. Il film è stato presentato fuori concorso alla 79° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è stato distribuito nelle sale dal 29 settembre 2022. Protagonisti della pellicola celebri attori del cinema italiano come Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Elena Lietti, Monica Bellucci, Max Tortora, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli. Il film è stato prodotto da Wildside e distribuito da Vision Distibuiton.

SICCITA’: un film corale scritto durante la pandemia

Mentre l’Italia, come gran parte del mondo, era vittima della pandemia Covid19 e dei provvedimenti governativi riguardanti l’instaurazione di chiusure di attività e gli italiani in orari prestabiliti in maniera corale cantavano fuori dai balconi seguendo l’onda empatica nonché augurale dell’”andrà tutto bene”, il regista Paolo Virzì, in collaborazione con Francesca Archibugi, Paolo Giordano e Francesco Piccolo realizzavano la sceneggiatura di SICCITA’, che risulta essere in questo senso totalmente intessuta dell’emotività che pervadeva in quei momenti la comunità nazionale. SICCITA’ si presenta come un film emergenziale, definito da qualcuno distopico, che disegna un futuro prossimo dalle tinte fosche, ambientato in una realtà che ci fa intuire una provenienza dalla pandemia covid (nel film compaiono ogni tanto mascherine sui volti, si parla di distanziamento sociale e abbiamo l’onnipresente esperto televisivo) ma che proietta, in questo caso Roma, nel pieno di un’emergenza climatica che priva la città della pioggia da tre anni arrivando addirittura a prosciugare il Tevere, che viene rappresentato come una decadente striscia maleodorante di sabbia e detriti. Nel film riecheggiano i drammi individuali e collettivi provocati dalle politiche emergenziali dove l’acqua viene razionata, dove è vietato irrigare le piante e lavare le automobili, in una città dove la polizia piantona le fontane per evitare casi di furto dell’acqua pubblica da parte della cittadinanza assetata. La carenza d’acqua, reale, sembra però non essere per tutti: in una lucida critica di classe si mostra come l’acqua abbondi nei resort termali e nelle vasche idromassaggio collocate sulle terrazze delle case del centro.

SICCITA’: Virzì regista lucido e appassionato

Paolo Virzì si può giustamente considerare come l’ultimo erede della gloriosa famiglia dei registi che si sono affermati attraverso la commedia all’italiana. Le pellicole del regista livornese, nel loro insieme, possiedono la capacità di far sorridere e allo stesso tempo porre dei punti di riflessione riguardo tematiche importanti quali i rapporti umani, le tensioni politiche attraverso la storia e non da ultimo i mutamenti, spesso peggiorativi, nel mondo del lavoro. La cinematografia di Virzì si è sempre presentata attraverso una efficace semplicità narrativa capace di far chiarezza e di sviscerare analisi ironiche e spietate della società contemporanea. Quanto espresso finora trova, secondo noi, la sua sublimazione in SICCITA’, forse il film più complesso e denso di elementi del regista livornese. In questo modo Virzì realizza un affresco quanto mai completo delle problematiche che assillano l’individuo contemporaneo: politiche emergenziali, problematiche ambientali, rapporti umani compromessi, rappresentazione di un’umanità distante, modificazioni del mondo del lavoro, questioni di classe e di genere, il tutto ben orchestrato in una sceneggiatura efficace e in un montaggio vivace ma ragionato che rendono allo spettatore una realtà ben poco edificante dove le uniche entità che permettono di guardare al futuro con minore diffidenza sono i giovani e un recupero ancora possibile del sentimento dell’amore.

SICCITA’: rappresentazione di una crisi ambientale che cela una crisi valoriale

In una Roma desertica, sensazione accentuata da un viraggio sabbia del girato, si lotta quotidianamente per avere acqua da bere e per le necessità igieniche. Il letto del Tevere è prosciugato e diviene luogo di ritrovamenti di reperti archeologici che ci ricordano un antico splendore. Non solo: insetti sconosciuti sono vettori della malattia del sonno che causa nei cittadini un senso di fiacchezza fisica che si inserisce in uno scenario sociale dominato da una diffusa e, apparentemente irreversibile, deriva morale e spirituale. La sete e l’intorpidimento sembrano colpire individui che non hanno più nulla da chiedere, privi di speranza, che affondano le loro esistenze precarie nella vacuità dei social dove anche tentativi di approcci erotico-sentimentali pare non abbiano soddisfazione. Stride quindi il leitmotiv dato dalla canzone di Mina “Mi sei scoppiato dentro il cuore”, forse uno dei brani più appassionati e istintivi della musica leggera italiana: ai meschini personaggi del film non scoppia nulla dentro al cuore, nessuna passione, nessun sentimento “grande”, semmai tutti annaspano al fine di arrivare al giorno dopo. L’idea di futuro sembra loro precluso. Il ritratto delineato nel film pare essere quello di una società in crisi dove sembra paradossalmente che non è la tragedia climatica ad influenzare la vita degli individui, ma al contrario sembra che sia la crisi dell’umanità che quasi per osmosi vada ad inaridire l’ambiente e a decretare il predominio di Thanatos sull’Eros.

SICCITA’: un cast eccellente per rappresentare una disfatta umana

Degna di nota l’interpretazione di tutti i protagonisti del film a partire forse da Max Tortora, commerciante fallito che vive in macchina con il suo cane, povero economicamente ma probabilmente ultimo individuo con un barlume di umanità. Notevole anche l’interpretazione di Valerio Mastandrea, autista vittima dei cambiamenti del mondo del lavoro, Silvio Orlando, detenuto che vive meglio in carcere che fuori, Claudia Pandolfi, dottoressa preparata e determinata che vive una crisi coniugale con il ricco avvocato interpretato da Vinicio Marchioni. Per concludere, paradigmatico il ruolo di Tommaso Ragno, ex attore riciclato come influencer che documenta la crisi climatica minuziosamente convinto di rendere un servizio alla collettività.

SICCITA’: a Venezia un’occasione persa

Ciò che lascia l’amaro in bocca dopo aver visto il film è la partecipazione al Festival di Venezia solo come film fuori concorso. Il nostro parere è che il film meritava la gara in quanto pellicole come SICCITA’ sono abbastanza rare e preziose nel panorama del cinema italiano; un film visionario che resta però con i piedi per terra, che ammonisce e si pone come specchio di una società che sembra aver perso coraggio e leggerezza, che privilegia la bruttezza sulla bellezza, che non salvaguarda l’ambiente, dove come dice un personaggio del film “la gente è impazzita”. Un film che nel suo percorso artistico ci auguriamo sia capace di far bagnare di una benefica pioggia di speranza gli spettatori.

Visto il 28 settembre 2022

SICCITA’

Produzione: Wildside, Vision Distribution

Distribuzione: Vision Distribution

Regia: Paolo virzì

Soggetto: Paolo Virzì, Paolo Giordano

Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Paolo Virzì.

Fotografia: Luca Bigazzi

Montaggio: Jacopo Quadri

Musiche: Franco Piersanti

Scenografie: Dimitri Capuani

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF