Il penultimo appuntamento della stagione lirica 2016 al Teatro Massimo Bellini di Catania vede inscena SAKÙNTALA, opera in tre atti di Franco Alfano su libretto proprio, tratto dal dramma di Kalisada Abhijnanasakuntala, andata in scena fino al 24 novembre.
La partitura andò distrutta durante la guerra e fu nuovamente strumentata dall’autore in base alla riduzione per pianoforte e canto e rappresentata all’Opera di Roma il 9 gennaio 1952. La componente melodica si avvicina a Puccini, di cui Alfano completò il finale dellaTurandot, ma si avverte anche la lezione di Strauss mentre la partitura rivela un gusto orchestrale che risente dell’influsso di Debussy e Ravel.
L’opera è ambientata nell’India primordiale. Tre fanciulle, Sakùntala, Priyàmvada e Anùsuya stanno servendo all’interno di un santuario indù. Giunge il re con gli invitati di una battuta di caccia e, rimasto solo con Sakùntala, si invaghisce di lei e come pegno del suo amore le dona un anello. Più tardi la ragazza, assorta nei suoi pensieri d’amore, dimentica di aprire il portone del santuario al vecchio eremita Durvàsas che, irritato, scaglia una maledizione sul re per fargli dimenticare Sakùntala. Il padre di Sakùntala, Kanva, rincasa annunciando che la figlia è incinta e verrà inviata a palazzo come sposa del re. Quando ella giunge a destinazione il re non ricorda più nulla di lei, avendo smarrito l’anello regale e respinta Sakùntala se ne torna indietro disperata. Nel frattempo l’anello viene ritrovato da un pescatore che, condotto al cospetto del sovrano, gli rimembra il ricordo della ragazza e si accorge del suo fatale errore. Sakùntala cerca di affogarsi ma una nuvola di fuoco la inghiotte e gli eremiti salvano dall’acqua il neonato erede al trono.
L’orchestra diretta da Niksa Bareza ha interpretato molto bene la partitura, piccolo inconveniente l’aver coperto per un breve istante, nel secondo atto, la voce di Sakùntala. Anche il coro, diretto da Ross Craigmile, non ha deluso l’ascoltatore anche se all’inizio sembrava entrato in sordina lo ha poi fatto ricredere.
Sakùntala, Silvia Dalla Benetta, e il re, Enrique Ferrer, sono stati ottimi interpreti sulla scena, molto curata la loro esecuzione. Ottima anche la prova di tutti gli altri interpreti. Meravigliosi regia e costumi curati da Massimo Gasparon, un po’ sotto tono la scenografia del primo atto, confacente, invece, per i successi due atti. Gradevolissima la scena di danza al terzo atto, i ballerini hanno saputo rendere perfettamente ciò che la musica intendeva esprimere. Anche se l’opera non è particolarmente conosciuta è stata molto apprezzata dal pubblico catanese.
Info:
SAKUNTALA
di Franco Alfano
Opera in tre atti
Libretto dello stesso compositore
tratto dal dramma Abhijñanasakuntalam di Kalidasa
Niksa Bareza direttore
Massimo Gasparon
regia, scene, costumi e luci
Ross Craigmile maestro del coro
Sakùntala, giovane donna di origini regali
Silvia Dalla Benetta
Il Re
Enrique Ferrer
Priyamvada, amica di Sakùntala
Kamelia Kader
Anusuya, amica di Sakùntala
Nelya Kravchenko – Eleonora Cilli (B, S1, S2)
Il suo scudiero
Paolo La Delfa
Kanva, capo degli eremiti
Francesco Palmieri
Un giovane eremita
Salvatore D’Agata
Durvasas, un asceta
Alessandro Vargetto
Harita
Alessandro Vargetto
Un pescatore
Salvatore Fresta
Un uomo della guardia
Filippo Micale
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO MASSIMO BELLINI
Nuovo allestimento