Ippogrifo Porduzioni, dopo i successi di SIC TRANSIT GLORIA MUNDI riporta in scena Chiara Mascalzoni con RICCARDO PERSO al teatro SS:Trinità di Verona, prima assoluta di Alberto Rizzi. La storia si snoda su un'ipotetica evoluzione di Riccardo III durante la fase del suo decadimento cognitivo. In scena Chiara Mascalzoni e Diego Facciotti. Patrocinio dell' Associazione Alzheimer Verona Onlus.
Prendendo spunto dalle reali vicende di Riccardo III d'Inghilterra, lontano dalla shakespeariana memoria, la storia si snoda su un'ipotetica evoluzione del personaggio durante la fase del suo decadimento cognitivo. La pièce si articola nel tempo con continui flash-back nei quali Riccardo III cerca inutilmente di recuperare i momenti salienti della sua esistenza che amaramente gli sfuggono di mano ad ogni soffio di vento. Il protagonista affronta questo viaggio nell'irrecuperabile memoria sempre accompagnato da una figura femminile; la madre, Marta l'infermiera, la dottoressa e Anna la moglie, una donna innamorata di un uomo che non esiste più. Anna affronta la malattia del suo caro svuotandosi completamente. Una figura che agli occhi del marito perderà lentamente forma, colore e sentimento fino a diventare invisibile. Invisibile anche per l'intera comunità. Sola con la sua disperazione e alla ricerca vana di un aiuto.
Partendo dalle vicende del Sovrano d'Inghilterra, il testo arriva a focalizzare l'attenzione sui risvolti drammatici e sull'impotenza di fronte ad una malattia che ancora oggi rimane avvolta nel mistero per le sue cause e la sua progressione. Al calar del sipario lo spettatore si trova investito da un enorme peso emotivo che richiederà del tempo per essere alleggerito e che comunque lascerà un segno indelebile.
Più che uno spettacolo teatrale è un vero e proprio inno all'amore e al dolore. Impeccabile la regia di Alberto Rizzi anche autore del testo. La struttura scenica cambia costantemente a seconda del tempo e della location. Il tutto avviene in maniera naturale e precisa creando immagini di dissolvenze incrociate ben orchestarate, degne di una pellicola cinematografica d'autore. Nulla è lasciato al caso, ogni minima evoluzione scenica è curata nel dettaglio come una complessa macchina ad ingranaggi.
Alberto Rizzi conosce a fondo le tecniche teatrali e riesce con grande maestria a dirigere i due protagonisti. Nonostante la sua giovane età, con questo spettacolo festeggia le sue 50 regie riuscendo comunque a dare sempre un'impronta fresca e moderna alle sue produzioni. La rappresentazione gode anche del supporto tecnico luci e fonica di due ottimi professionisti quali Manuel Garzetta e Michele Turrina che riescono a gestire con estrema puntualità un parco luci tecnicamente complesso. Immagini sublimi e simboliche si susseguono con estrema limpidezza e leggerezza pur mantenendo inalterati, dove necessario, i contorni drammatici della vicenda.
Chiara Mascalzoni dimostra ancora una volta di essere un'attrice di talento. Una capacità, la sua, di ricercare l'anima, l'essenza dei personaggi che interpreta. In questa performance si trasforma continuamente non perdendo mai la vera identità dei suoi personaggi nonostante i cambi tecnici siano repentini e frequenti. La sua figura esile in scena assume le sembianze di un vero e proprio leone da palcoscenico che cattura la platea dal primo all'ultimo istante. Evidente il suo studio documentato per affrontare un argomento non semplice da narrare.
Riccardo III è interpretato da un vero e proprio fuori classe: Diego Facciotti ha saputo calarsi perfettamente nell'arduo ruolo. Grazie ad una base attoriale ben solida e ad una sapiente direzione di Rizzi, riesce ad essere credibile nella rappresentazione del protagonista nelle sue diverse fasi d'età. In particolar modo nella fase adulta e malata distante dalla sua natura, risulta convincente senza mai cadere negli stereotipi.
La coppia di attori riesce a fondere le proprio anime creando una potente sinergia.
Questo non si può definire semplicemente uno spettacolo teatrale, ma una rappresentazione più intima dell'essere. Una poesia sull'amore e sulla sofferenza recitata in punta di piedi sull'orlo del precipizio.
Un plauso inoltre all'Associazione Alzheimer Verona Onlus che ha creduto nel progetto, permettendo attraverso questo spettacolo di divulgare ad una platea più ampia un argomento ancora così poco trattato che richiederebbe maggiori attenzioni, non solo per i malati, ma anche per i familiari che necessitano di un pratico sostegno morale.
Info:
RICCARDO PERSO
Uno spettacolo scritto e diretto da Alberto Rizzi
con Diego Facciotti e Chiara Mascalzoni
scene e costumi Alberto Rizzi
sartoria Michela Toffali
grafica Andrea Altomani
organizzazione Barbara Baldo