ROSA BRUNELLO @Auditorium Parco della Musica: con il contrabbasso oltre le frontiere del jazz

Nella cornice del Roma Jazz Festival, in scena oltre che all’Auditorium Parco della Musica di Roma anche nelle sedi della Casa del jazz, del Monk e del Teatro del Lido di Ostia, abbiamo assistito il 7 novembre 2022, in una sala Petrassi non molto gremita, al concerto della giovane contrabbassista ROSA BRUNELLO che ha proposto Sound Like Freedom, dal titolo omonimo del disco pubblicato nel maggio scorso.

ROSA BRUNELLO: giovane sperimentatrice musicale

Rosa Brunello è una giovane contrabbassista e compositrice che fa della musica uno strumento per abbattere barriere esprimendo sé stessa con desiderio di ricerca e curiosità. La parabola di Brunello ha inizio nel mondo del jazz, o meglio, nel piacere dell’improvvisazione come possibilità di ampliare il linguaggio consueto per toccare, e perché no, creare, nuovi mondi musicali. Il percorso musicale che l’ha condotta fino all’ultimo album, Sound Like Freedom, il titolo dice già tutto circa le sue inclinazioni, uscito nel maggio del 2022, ha avuto inizio dai suoi viaggi di studio in realtà musicali europee quali Berlino, Parigi e Amsterdam, per portarla a collaborazioni eccellenti con la cantante Dee Dee Bridgewater, il produttore egiziano Maurice Louca e Tommaso Cappellato, batterista e produttore del suo ultimo lavoro discografico.

ROSA BRUNELLO: una discografia coerente con la crescita musicale

L’avventura nel mondo della discografia di Rosa Brunello inizia nel 2016 con l’album Upright Tales inciso con il gruppo Los Fermentos, dal sound tipicamente jazz dove emergono spesso impasti timbrici dati dalla sezione fiati in brani con strutture per lo più consuete. Sempre con i Los Fermentos pubblica nel 2018 il Live Volverse, dove a differenza del primo album si comincia ad avvertire un cambiamento stilistico che la condurrà a lavorare, sempre insieme al suo gruppo storico, all’album Shuffle Mode uscito nel 2019. Questo lavoro apre Brunello alla sperimentazione, all’uso dell’elettronica, all’abbattimento di frontiere di genere che si vanno a sublimare proprio in Sound Like Freedom, dove la contrabbassista-compositrice compie un vero viaggio tra ritmi latini, jazz, funk, libere improvvisazioni e avvincenti fusioni tra suoni acustici ed elettronici.

SOUND LIKE FREEDOM: un concerto di ricerca immersivo

 Il concerto inizia con un solo di contrabbasso pizzicato con il quale Rosa Brunello si presenta: camicia multicolore aperta, capelli legati, pantaloni grigi. Nulla sembra casuale in quello che più che un concerto comunemente inteso pare maggiormente essere un rito sonoro immersivo dove Brunello sembra ricoprire il ruolo della sacerdotessa. I compagni di viaggio che la sostengono in questa avventura musicale sono la presenza femminile di Yazz Ahmad alla tromba e al flicorno soprano, Enrico Terragnoli alla chitarra e Marco Frattini alla batteria. Il concerto si presenta allo spettatore come un unico flusso di coscienza sonoro, privo di interruzioni tra un brano e l’altro: dove sembra concludersi un pezzo (ma si conclude?) ecco già iniziare una nuova proposta musicale che sembra sorgere sulle ceneri dell’altro in un continuum sonoro ipnotico che mantenendo fede agli intenti di porre l’improvvisazione sullo scranno più alto, vive di metamorfosi stilistiche apparentemente senza soluzione di continuità.  Molto spesso sulla base di seducenti disegni ritmici ricchi di Groove proposti dal contrabbasso, si alternano le entrate degli altri strumenti che grazie all’uso di una Loop Station, vengono arricchiti di contenuti ritmici e melodici per accumulazione. La sensazione che si ha ascoltando la proposta musicale di Rosa Brunello è quella di assistere ad una sperimentazione continua, dove a momenti dal sapore più tradizionale si alternano fasi di pura ricerca sonora, coordinate dal ritmo, a volte ostinato, imposto dal contrabbasso di Brunello, vera demiurga musicale sul palcoscenico. L’energia che si sprigiona nella sala cattura gli spettatori, anche se in realtà si ha l’impressione che le suggestioni sonore prodotte dai quattro musicisti sembrano avere un esito catartico in primis su loro stessi; a questo proposito non possiamo che evidenziare che Rosa Brunello manifesta una spiccata personalità performativa che si impone con naturalezza, assecondando, attraverso una efficace presenza scenica e una gestualità corporea accattivante, la sua proposta musicale.

SOUND LIKE FREEDOM: il rischio dell’abbattimento dei confini

Il concetto di confine, nella sua versione migliore, consiste anche in una salvaguardia dell’identità, intesa come peculiarità personale o collettiva. La musica a questo proposito ha sempre vissuto sul fenomeno della contaminazione, momento di sicuro arricchimento espressivo e di confronto tra culture e modi di sentire differenti. Il progetto di Rosa Brunello sembra porsi idealmente tra questi due termini: confine e contaminazione. Se nel processo di contaminazione la musicista riesce abilmente e con sensibilità ad ampliare gli orizzonti musicali consueti, nella nozione di confine viene trascurato forse il mantenimento del concetto di una sana identità, fenomeno questo dagli effetti stranianti che possono provocare smarrimento nell’ascoltatore. La domanda che ci si pone a questo punto riguarda proprio la volontà dell’operazione, vale a dire se l’effetto smarrimento sia contemplato e provocato da Brunello stessa già nell’intento di sperimentare trame musicali per più di un’ora senza interruzioni, conducendo gli ascoltatori in un percorso che presenta a volte degli accenti autoreferenziali, rischio concreto questo che potrebbe minare l’esito di un operazione di ricerca musicale in fondo valida e che per la sua affermazione necessiterebbe di una reale condivisione di codici culturali con gli ascoltatori stessi.

ROSA BRUNELLO: un progetto musicale in itinere

Considerando l’evoluzione musicale di Rosa Brunello, va riconosciuto alla musicista veneta una grande coerenza d’intenti relativamente ad un lavoro di ricerca sonora pluriennale che sembra più che mai in essere. Dopo aver ascoltato gli album precedenti ciò che risulta più interessante risiede nel vedere quali strade può intraprendere il percorso musicale di Brunello, cosa può proporre nel prossimo album, dove, in definitiva, può condurre il suo personale lavoro di esplorazione sonora. A questo punto, le domande che si fanno urgenti nella mente del critico, e forse dell’ascoltatore, si possono formulare in questo modo: l’abbattimento dei confini musicali e formali, agito da Rosa Brunello, possiede la forza artistica di far sorgere nuove e concrete identità musicali condivise? E soprattutto, può una sperimentazione radicale realizzare una fattiva comunicazione con gli ascoltatori senza cadere nella trappola di un solipsismo espressivo?

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