L’ELEKTRA DI STRAUSS DIRETTA DA PAPPANO @AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA DI ROMA TRAVOLGE ED ENTUSIASMA IL PUBBLICO

Siamo stati all’Auditorium Parco della Musica di Roma ad assistere al concerto inaugurale della Stagione Sinfonica di Santa Cecilia. Sir Antonio Pappano, alla guida dell’Orchestra e Coro dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dirige una potentissima e stupefacente Elektra di Strauss, per un’apertura di stagione che si preannuncia folgorante e ricca di grandi nomi.
Questa recensione segue idealmente quella di Elettra al Teatro Vascello su testo di Von Hofmannsthall, che abbiamo recensito nella scorsa stagione.

L’Elektra di Richard Strauss, una delle opere più importanti della sua epoca

L’Elektra non viene spesso eseguita in Italia, pur essendo una delle opere più significative di Richard Strauss e uno dei massimi capolavori musicali ‘900. Stravinski, ad esempio, ha affermato che, dopo il Parsifal di Wagner, esistono solo due opere degne di essere menzionate, cioè il “Pelleas et Melisande” di Debussy e, appunto, l’Elektra. Per la prima volta in cartellone a Santa Cecilia, è anche la prima volta che Antonio Pappano si cimenta con la conduzione di quest’opera, nel suo ultimo anno alla guida dell’orchestra dell’Istituzione romana, di cui resterà comunque “direttore emerito” a vita.

Elektra - Accademia Santa Cecilia
Roma, Auditorium Parco della Musica 08 10 2022 ELEKTRA IN PROVA ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA ANTONIO PAPPANO DIRETTORE ©Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Musacchio, Ianniello & Pasqualini

l’Elektra di Strauss, un’opera straordinaria e magnifica con un organico gigantesco

L’Elektra, su testo del poeta austriaco Von Hoffmansthall, è un’opera straordinaria e magnifica, quasi due ore di musica in un atto unico. L’organico gigantesco è costituito da più di cento orchestrali, da una ventina di cantanti in scena più il coro dei servi e delle ancelle, per una partitura molto complessa e mastodontica.
Un’operazione, insomma, da far tremare i polsi quella di portarla in scena, ma perfettamente riuscita. Il risultato, splendido e grandioso, ha tenuto incollati gli spettatori della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium romano, rapiti e commossi da un concerto di inaugurazione di stagione al fulmicotone.

Antonio Pappano regala un’interpretazione sontuosa del capolavoro di Strauss

Pappano, autorevole e carismatico, tira fuori dall’orchestra un’amalgama di suoni densa e ricca nella resa delle dinamiche e dei colori richiesti dalla partitura, offrendo un’esecuzione sontuosa, che esalta la complessità magniloquente della scrittura compositiva di Strauss. D’altronde l’autore, un gigante della composizione, acclamato nella sua epoca come il più grande compositore di area tedesca e, probabilmente, del mondo, è maestro nell’adattare il testo espressionista di Von Hoffmansthall: attraverso una musica potente e basata su forti contrasti, rende in forma sonora i chiaroscuri del testo del poeta austriaco, il quale definiva “l’impasto cromatico” del suo dramma come una “mescolanza di notte e luce, nero e chiaro”. La scrittura di Strauss, caratterizzata da un ampio uso della tecnica del leitmotiv, si esplica in un tessitura nella quale la complessità delle parti orchestrali si contrappone alle linee vocali dei cantanti, in una dialettica di ritmi e accenti contrapposti, che necessitano di appropriati equilibri dinamici che Pappano risolve con delicata e rara maestria.

Il soprano Ausrine Stundyte

Il soprano lituano Ausrine Stundyte interpreta in maniera superba un’Elettra ricca di sfaccettature

L’interpretazione del soprano lituano Ausrine Stundyte è perfettamente aderente al libretto di Von Hoffmansthall. Elettra esprime una ricchezza di sfaccettature in cui violenza, fragilità, orgoglio sprezzante e sensualità convivono in un continuum, nel quale gli estremi si toccano e non cozzano tra loro, ma anzi valorizzano la complessità del suo personaggio. Quello che più colpisce della Stundyte non è un’emissione vocale fortissima, quanto una tensione drammatica continua, in cui l’espressività del pianissimo e l’interpretazione delle parole esaltano luci ed ombre del personaggio e, allo stesso tempo, tutta la vis tragica della figlia di Agamennone e Clitennestra. La Stundyte affascina e strega con una presenza scenica magnetica, aspetto particolarmente difficile da rendere in una recita sotto forma di concerto.

Elisabet Strid bravissima nel ruolo di Crisotemide

Elisabet Strid fa da degno contraltare alla Stundyte, con una superba interpretazione di Crisotemide. Il suo personaggio è pervaso da un’umanità umorale, nel suo dramma di donna che teme di veder sfiorire la propria possibilità di aver figli, in antitesi alle esigenze di vendetta dell’amata sorella Elettra. Crisotemide rappresenta la vita terrena umana, che va avanti nel riprodursi delle generazioni, in contrasto drammatico con quello di Elettra, il cui vitalismo si risolve invece nella morte sublime e tragica della danza finale.

Petra Lang, una Clitennestra intensa e vulnerabile

Notevole Petra Lang nel ruolo di Clitennestra, madre degenere che, però, in tutte le sue paure e contraddizioni, appare più umana che tirannica. Molto intensa la parte in cui, dopo il dialogo con Elettra, esprime tutta la sua paura di morire, allontanandosi dalla scena in un pianissimo che è insieme sibilo e rantolo, simbolo della fine imminente presagita in sogno.

ELektra di Strauss: applausi scroscianti da parte del pubblico di santa cecilia in tripudio

Tutti gli interpreti sono bravissimi ed esemplari, perfettamente calati nel proprio ruolo e ognuno funzionale alla perfetta riuscita di un’opera difficilissima. Bravissime le ancelle e tutti i personaggi femminili, veri e unici protagonisti di quest’opera , anche se perfettamente a fuoco risultano le interpretazioni dei personaggi maschili, come quelle di Kostas Smorginas, nel ruolo di Oreste, e di Neal Cooper, in quello di Egisto, che strappano al pubblico in tripudio meritati e sentiti applausi.

Elektra di Strauss-Pappano, un’opera in crescendo

L’Elettra di Pappano è un’opera in crescendo. Quando entra il coro, istruito dal Maestro Piero Monti, sale ancora di più la tensione drammatica. La danza finale è la degna conclusione di un percorso musicale travolgente e magnifico, che nella sua grandezza e potenza, enfatizzata dall’imponente organico, rende ancora più coerente il sapiente uso dei contrasti dinamici, dei chiaroscuri e dei pianissimo sapientemente dosati nel corso della rappresentazione.

Elektra riesce ad emozionare e ad essere convincente anche senza allestimento scenico, a dimostrazione che la grande musica, interpretata ad altissimi livelli, non ha bisogno d’altro che di sé stessa per esistere in tutta la sua bellezza folgorante.

Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone
18 ottobre 2022 ore 20.30 – 20 ottobre ore 19.30 – 22 ottobre ore 18

Elektra di Strauss, organico

Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Antonio Pappano
soprano Ausrine Stundyte (Elettra)
soprano Elisabet Strid (Crisotemide)
mezzosoprano Petra Lang (Clitennestra)
tenore Neal Cooper (Egisto)
baritono Kostas Smoriginas (Oreste)
basso Nicolò Donini (Il precettore di Oreste)
contralto Ariana Lucas (Prima ancella)
mezzosoprano Anne Schuldt (Seconda ancella)

mezzosoprano Monika-Evelin Liiv (Terza ancella)
soprano Katrin Adel (Quarta ancella)
soprano Alexandra Lowe (Quinta ancella)
tenore Leonardo Cortellazzi (Un servo giovane)
basso Andrea D’Amelio (Un servo anziano)
soprano Maura Menghini (La sorvegliante)
soprano Marta Vulpi (La confidente)
soprano Bruna Tredicine (L’ancella dello strascico)
Cristina Cappellini, Sara Fiorentini, Antonella Capurso, Roberta De Nicola, Federica Paganini, Tiziana
Pizzi (Sei serve)
maestro del coro Piero Monti
Strauss Elektra
tragedia in un atto su libretto di Hugo von Hofmannsthal

SANTA CECILIA – Calendario Stagione 2022-2023

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