Nell’ultimo appuntamento con I Concerti del lunedì del Teatro Il Parioli, l’associazione Omniarte ha portato in scena i Carmina Burana, indiscusso capolavoro di Carl Orff, eseguiti sotto la direzione artistica del M. Maurizio Trippitelli, nella versione originale per soli pianoforti, percussioni e coro, ricevendo un sentito apprezzamento da parte dell’intero pubblico per il grande valore artistico degli interpreti.
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Il Coro Internazionale di Roma Novum Convivium Musicum riempie Il Parioli

Si sono esibiti il Coro Internazionale di Roma Novum Convivium Musicum, guidato da Antonio Pantaneschi, il soprano Marika Spadafino, il baritono Paolo Drigo, il controtenore Marco Santarelli, i pianisti Stefania Nucci e Gregorio Paffi e il percussionista Maurizio Trippitelli.
Tutti gli interpreti hanno ricevuto sentiti apprezzamenti da parte del pubblico, lasciandolo entusiasta della riuscita di un’opera musicalmente molto complessa ed articolata, tanto da richiedere a più riprese il bis al termine dell’esibizione.
Grande successo per il soprano Marika Spadafino

L’omaggio del pubblico è andato al soprano Marika Spadafino, che ha conquistato tutti con la sua voce brillante e con la sua magistrale interpretazione. Il talento con il quale ha eseguito quest’opera di tale complessità e potenza, con registri e tempi sempre in continuo mutamento, dimostrano ancora una volta, da un lato, la sua notevole tecnica vocale e, dall’altro, la sua attenzione meticolosa alle partiture, rendendo la sua interpretazione fedele alle intenzioni di Orff, riscuotendo così un enorme plauso da parte dell’intero uditorio.
Carmina Burana: le sue origini medievali

I Carmina Burana sono un corpus di testi poetici medievali dell’XI e del XII secolo con temi religiosi, politici, morali, amorosi, bacchici e satirici, in strofe e versi rimati, che si compone di 24 poemi, tratti da quelli ritrovati da Orff nella raccolta medievale omonima, opera di goliardi e clerici vagantes, scritti prevalentemente in latino e contenuti in un codice miniato del XIII secolo, il c.d. Codex Buranus, proveniente dall’antica Bura, località della Baviera (più precisamente della Svevia).
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La partitura dei Carmina Burana
L’opera è strutturata in un prologo e tre parti: nel prologo troviamo il famoso carmen “O Fortuna”, che rappresenta un’invocazione alla Dea Fortuna; nella prima parte, si celebra la “Veris laeta facies”, ovvero il lieto aspetto della primavera; nella seconda, intitolata “In taberna”, troviamo prevalentemente canti goliardici; nella terza ed ultima parte, “Cour d’amours”, sono ricompresi brani che inneggiano all’amore e che si concludono con il coro di grazie alla fanciulla “Ave, formosissima”. Il finale si conclude con la ripresa del carmen iniziale dedicato alla Fortuna.
I Carmina Burana di Carl Orff: le sue prime rappresentazioni

I Carmina Burana si presentano come una “cantata scenica”, che Carl Orff ha composto tra il 1935 e il 1936. Tale opera, appartenente al trittico teatrale di Orff “Trionfi”, che comprende anche i Catulli Carmina (1943) e il Trionfo di Afrodite (1953), è stata rappresentata la prima volta l’8 giugno 1937 a Francoforte sul Meno, mentre la prima italiana si è tenuta il 10 ottobre 1942 al Teatro alla Scala di Milano.
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Visto il 9 maggio 2022