MOONLIGHT

MOONLIGHT, forte di 8 candidature ha vinto 3 Premi Oscar fra le quali il Miglior Film, 6 candidature ai Golden Globes (1 premio vinto), 4 candidature ai BAFTA, 5 candidature e un premio vinto ai London Critics. Ispirato alla piéce teatrale "In the moonlight black boys look blue" di Tarell Alvin McCroney, è un'opera dall'ampio respiro, capace di trascendere i confini del cinema queer e afroamericano ponendosi come un racconto di ricerca del proprio posto nel mondo…

Chiron è un bambino di colore che vive a Liberty City, un quartiere periferico di Miami, dominato dal degrado e dalla violenza. A differenza dei suoi coetanei, spavaldi e aggressivi, Chiron è timido e taciturno, qualità che lo rendono fin da subito un bersaglio facile dei bulli del quartiere. Anche la situazione a casa non è delle migliori: la madre è una tossicodipedente assente e incurante dei bisogni del figlio. L'unico ad interessarsi realmente al bambino, prendendolo sotto la sua ala protettrice, è Juan, uno spacciatore che Chiron assurge a figura paterna.
Questo è il primo segmento di Moonlight, un film che potremmo definire "un dramma in tre atti"; la sceneggiatura, infatti, riprende l'opera teatrale "In the moonlight black boys look blue" di Tarell Alvin McCroney. Tre atti che corrispondono a tre frammenti della vita di Chiron, dall'infanzia all'età adulta. Un percorso conoscitivo, ma anche di negazione e questo perchè il film lavora a livello tematico su un doppio binario: quello individuale e sociale. Questi due elementi diallettici sono inscindibili l'uno dall'altro, si compenetrano e si respingono allo stesso tempo. L'individuo non può sottrarsi a questo dualismo e nell'affermare se stesso dovrà passare attraverso il riconoscimento degli altri. La negazione di questo riconoscimento porta l'individuo a vivere uno stato di disagio e isolamento, uno stato che si amplifica nel caso specifico del film perchè circoscritto ad un piccolo microcosmo. Chiron è infatti un ragazzo gay all'interno di una comunità nera che rifiuta e condanna apertamente l'omosessualità.

I tre segmenti del film "Little","Chiron" e "Black" sono i vari nominativi affibiati al protagonista lungo l'intero percorso della sua vita e stanno ad indicare la percezione che gli altri hanno di lui. Il regista Barry Jenkins riflette con grande lucidità sul fascismo della parola e di come quest'ultima rappresenti, ancora oggi, lo strumento di una società che organizza e classifica i suoi elementi costitutivi sulla base di epiteti che intrappolano e banalizzano gli individui. Lo Chiron di "Black" è un uomo in apparenza perfettamente inserito nel contesto sociale in cui vive, ma che in realtà ha rinunciato completamente alla sua individualità, plasmando la propria immagine su quella (guarda caso) del padre putativo Juan. Jenkins comunque chiude il film guardando alla speranza, esortando lo spettatore ad abbandonare quelle maschere sociali che tanto ci affliggono; questo cambiamento, però, può avvenire solo attraverso la comunicazione sincera con l'altro, senza riticenza e ipocrisia.

Il dualismo tematico del film trova un preciso corrispettivo nella messa in scena, che nel caso specifico di Moonlight sembra basata su un paradosso: raccontare uno storia dura, quasi brutale, con estrema delicatezza. Infatti, la narrazione è filtrata attraverso lo sguardo di Chiron che rimane per tutto il tempo il polo generatore dell'azione. Jenkins oggettivizza l'interiorità del protagonista attraverso dilazioni, rallenty e musiche suggestive che pervadono l'immagine filmica, e rifliuta un certo naturalismo di maniera, quasi da documentario, tipico di molto cinema afroamericano contemporaneo. Il regista, poi, scegli saggiamente di manterenere uno sguardo imparziale sulla realtà che descrive, evitando di cadere in facili moralismi o, peggio ancora, di risultare pedante, togliendo così incisività alla storia. Lodevole anche la fotografia del film, tutta giocata su colori saturi e contrasti cromatici. Infine, è impossibile non citare il cast artistico, composto da attori in stato di grazia, tra i quali spiccano Mahershala Ali, nella parte di Juan, e Naomi Harris in quella della madre di Chiron.

In definitiva, il grande pregio di Moonlight è quello di essere un'opera dall'ampio respiro, capace di trascendere i confini del cinema queer e afroamericano, e questo perchè prima di tutto racconta il percorso umano e conoscitivo di una persona che cerca di trovare il proprio posto nel mondo. Una ricerca universale che accomuna tutti gli esseri umani, al di là dell'orientamento sessuale, della razza e della cultura di provenienza.

Info:

MOONLIGHT
DATA USCITA: 16 febbraio 2017
GENERE: Drammatico
ANNO: 2016
REGIA: Barry Jenkins
ATTORI: Mahershala Ali, Naomie Harris, Janelle Monáe, Trevante Rhodes, Ashton Sanders, André Holland
SCENEGGIATURA: Barry Jenkins
FOTOGRAFIA: James Laxton
MONTAGGIO: Joi McMillon, Nat Sanders
MUSICHE: Nicholas Britell
PRODUZIONE: A24
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: USA
DURATA: 111 Min

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