Prosegue al Teatro Vascello il Calendario Civile a cura di Alessandro Portelli in collaborazione con il Circolo Gianni Bosio, un viaggio nella storia d'Italia attraverso gli episodi che più hanno segnato il nostro paese. “LE VITE OPERAIE CONTANO” ricorda la strage avvenuta tra la notte del 5 e del 6 dicembre del 2007 nello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino, dove persero la vita sette operai: Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino.
La notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007, nello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino, sulla linea 5, una fuoriuscita di olio bollente provoca la morte di sette operai, deceduti tutti nei giorni successivi all'incidente a causa di gravi ustioni. L'azienda è ritenuta colpevole per l'inadeguatezza delle misure di sicurezza nell'acciaieria. Da quel momento viene riaperta in Italia la discussione sul lavoro e sulla condizione operaia; i discorsi purtroppo rimangono attuali e i dati mostrati sono spaventosi, in Italia, infatti, nell'ultimo anno si contano più di 700 casi di morti sul lavoro, quasi due decessi al giorno.
La protagonista della serata è quindi la voce operaia che parla di vita, di speranza, di lavoro e purtroppo di morte. Lavoro e morte, i due temi si intrecciano fatalmente scoprendo le ingiustizie che si muovono nelle fabbriche tra licenziamenti improvvisi, padroni che non dialogano e la mancanza di sicurezza.
Lo spettacolo, in scena per il decimo anniversario del tragico evento, si forma tra testimonianze di operai e canti di resistenza.
Stefano Pogelli ed Eugenio Rospi attraverso letture e brani (tratti da “ThissenKrupp. L'inferno della classe operaia” di Diego Novelli e “La città dell'acciaio. Due secoli di storia operaia” di Alessandro Portelli) danno vita alle richieste dei lavoratori, ai loro sogni e le loro illusioni; ci fanno una fotografia dall'esterno e all'interno della fabbrica, mostrandoci le debolezze dei singoli e la forza del gruppo.
La chitarra di Stefano Donegà accompagna le voci di Sara Modigliani, Susanna Buffa e Vanessa Cremaschi nella storia dei canti delle battaglie sindacali. In questi si fondono ironia e tristezza, si esprime la voglia di eliminare i soprusi e cambiare la società proprio partendo dalla fabbrica. Si urla forte che si lavora per vivere e non per morire, e il problema è che spesso il profitto è ritenuto più importante delle persone; una concezione violenta e inumana che annulla gli individui in nome del denaro.
Conclude la serata il coro delle mondine di Porporana. Le mondine erano lavoratrici stagionali che dovevano estirpare le erbacce che infestavano le risaie, per far questo era richiesto un grande sforzo poichè bisognava passare l'intera giornata con la schiena china e i piedi nell'acqua gelida. Si rompe definitivamente il rigore teatrale e Jolanda Marchetti, ex mondina, racconta al pubblico le condizioni lavorative e lo sciopero di tre giorni che portò alla conquista di un aumento del salario. Con grande energia le donne del coro ricordano anche questo pezzo di storia forse poco conosciuto ma tassello fondamentale nelle battaglie dei lavoratori in Italia.
Tutte le voci, infine, convergono in un solo emozionato grido: “Le vite operaie contano!” e forse da oggi ce lo ricorderemo con più consapevolezza.
Info:
promosso dal circolo Gianni Bosio
presentazione di Alessandro Portelli
letture di Eugenio Rospi e Stefano Pogelli
con Sara Modigliani, Susanna Buffa, Vanessa Cremaschi e Stefano Donegà
e con il coro delle mondine di Porporana