Intervista a Simone Càstano in scena con L'ORGASMO DI CRISTO

Dopo aver assistito a “Con amore, Marc e Bella Chagall”  al Piccolo teatro di Bari, lo spettacolo scritto e diretto da Valentina D'Andrea, incentrato sulla vita dell’artista Marc Chagall interpretato da Simone Càstano, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con quest'ultimo, in vista del debutto a Roma del suo nuovo spettacolo "L'ORGASMO DI CRISTO" in scena al Teatro Studio Uno dal 31 marzo al 3 aprile 2016.

 

Mariasole De Pasquale (M.D.P.): ancora complimenti per la tua interpretazione di Chagall. Qual è il periodo della vita di Chagall che ti ha maggiormente appassionato?

Simone Castano (S.C.): Scegliere un periodo più interessante in tutta la vita di Chagall, così piena di momenti pregni di vita, di dolore, gioia, viaggi, amori, discussioni, riflessioni, è davvero difficile. Inoltre, il periodo storico era particolarmente pieno di attività, profondi cambiamenti e voglia di fare. Ma se devo scegliere, ti dico che il periodo che mi ha colpito di più è stata la sua gioventù. Mi avvicinai a Chagall durante una mostra nel 2007 e mi colpì così tanto da approfondire gli studi su di lui e farne un primo spettacolo teatrale: un monologo che ancora porto in giro, ma non (più) nei teatri, bensì in spazi non teatrali quali librerie, spazi espositivi, caffè letterari etc; una scelta fatta perché a teatro mi mancava il rapporto con il pubblico, un aspetto che cerco sempre nei miei lavori; avevo voglia di sentire i corpi del pubblico, di recitare accanto a loro, IN MEZZO a loro; e poi mi sembrava anche più, come dire, "chagalliano".

Mariasole De Pasquale (M.D.P.): Dunque, di cosa parla "CON AMORE MARC E BELLA CHAGALL"?

S.C. Quello che racconto in questo primo spettacolo (di cui "Con amore, Marc e Bella Chagall” ne è il seguito, dal punto di vista artistico, dato che per fortuna (visti i risultati) ha influenzato anche Valentina) sono i suoi primi 30 anni di vita, gli stessi che si trovano nella sua autobiografia "La mia vita". Sono partito da lì per mettere in scena questo spettacolo, perché leggendo la sua storia sentivo che stavo leggendo anche la mia storia, nonostante le infinite differenza tra me e lui; ma Chagall parlava di me, parlava a me, quando raccontava della sua Vitebsk, del suo rapporto difficile e al tempo stesso appassionato con la sua arte. La sua voglia di andare, di volare in luoghi lontani, senza però dimenticare la sua cara terra.
 Il suo essere al tempo stesso così basso, a terra, in contatto con la terra, e insieme altissimo, volante, sognatore e leggero. Una storia, la sua, che non potevo non raccontare, per provare a portare in giro almeno un briciolo di tutta quella gioia che quest'uomo meraviglioso mi ha donato e mi dona ogni volta che la racconto. Se ti dovesse capitare di leggere la sua autobiografia, troverai tantissime cose belle nelle sue parole (una scrittura, per giunta, "volante", come i suoi quadri: in grado di unire spazi apparentemente non collegati tra di loro): il giorno in cui scoprì che la pittura non poteva non fare parte della sua vita ("Uno sciacallo si risvegliò in me: corsi in biblioteca, afferrai quella grossa edizione di Niva e mi misi a ricopiare il ritratto del compositore Rubenstein, sedotto dalle sue zampe di gallina e dalle sue rughe; e appesi il tutto nella mia stanza"); i viaggi dall'altra parte della terra, solo e senza un soldo e non ancora maggiorenne; le mille difficoltà dovute alle sue origini religiose; l'incontro con Bella ("Il suo silenzio era il mio, era come se capisse tutto di me, nonostante la vedessi per la prima volta. Capì che era lei la donna della mia vita")…potrei citarne mille, perché ogni sua parola è una corda di emozione, un seme che diventa fiore…ma spero possa incuriosirti tanto da andare a scoprirle da sola 🙂

M.D.P.: Pensi che l'idea di libertà di Chagall sia ancora attuale e possa smuovere le coscienze delle persone?

S.C.: Gran bella domanda…potrei risolvermela facilmente dicendoti: ovvio che si, altrimenti non lo porteremmo a teatro; è proprio quello che vogliamo, e ci crediamo davvero; con lo spettacolo che hai visto l'obiettivo è proprio quello di far brillare in ogni persona (ovviamente in ognuno a modo proprio) quella luce presente in ogni essere vivente e che troppo spesso e troppo facilmente si affievolisce. Parliamo di "libertà"? Di "vita"? Di "anima"? Non so. Sicuramente ha a che fare con la parte vitale presente in ognuno di noi.
Ultimamente sto studiando uno psichiatra austriaco (Wilhelm Reich, padre della bioenergetica) che scoprì all'interno del sangue cellule luminescenti in grado di eliminare le forme tumorali. Chagall ha provato per una vita a "riscoprire in ogni cittadino un Creatore" e con me per esempio ha funzionato (sorride)  E anche con Valentina! Due persone non è mica poco, no?! (un altro sorriso)
Ti dirò di più: tutte le parole, gli abbracci, i commenti sul web, gli sguardi, le lacrime e le risate del pubblico che ha visto lo spettacolo sabato e domenica rispondono alla tua domanda. E rispondono "SI". Si è creata una vitalità nei giorni a seguire, anche all'interno della compagnia con cui abbiamo collaborato, e all'interno del teatro stesso, che prima di allora non c'era. E questa forza che si è messa in circolo l'abbiamo creata noi: io, Valentina, il pubblico presente, la Compagnia del Sole, la gente, insomma! Capisci da te che l'idea di Chagall è riuscita a cambiare un piccolo mondo in un determinato spazio temporale. E' vero: siamo gocce in un oceano, ma (citando) "l'oceano è fatto di gocce" 
E qui ti ripeto il finale dello spettacolo di Valentina: "Siamo noi a farla la Bellezza di questo mondo”.


Simone Càstano è al momento in cui scriviamo, in scena al Teatro Studio Uno col suo nuovo lavoro,

L'ORGASMO DI CRISTO
Uno studio su Wilhelm Reich 
dal 31 Marzo al 3 Aprile 2016 | Sala Specchi

BIGLIETTO RIDOTTO a 8 euro prenotando come LETTORI DI GUFETTO
al 3494356219- 3283546847

di e con Simone Càstano
assistente alla regia e alla drammaturgia: Valentina D’Andrea 
ambiente sonoro: Samuele Cestola
immagini e video: Davide Coluzzi Daz

Erano i primi anni del 1900 quando un medico e psicanalista austriaco, Wilhelm Reich, allievo diretto e stimatissimo di Sigmud Freud, cominciò a interessarsi agli studi sulla sessuologia e a proporla come punto focale nel lavoro di psicoterapia già largamente avviata dal suo maestro. Reich riteneva che la nascita di tutte le repressioni psicofisiche umane andavano ricercate nelle repressioni sessuali attuate sin dalla prima infanzia, e che erano alla base della civiltà patriarcale e autoritaria. Attraverso i suoi studi sull’orgasmo, Reich scoprì che le repressioni sessuali danno vita col passare degli anni a una corazza psicofisica dentro la quale l’essere umano si chiude, trasformando la propria energia vitale in energia negativa e distruttiva.

Perché un uomo che ha fatto delle scoperte così preziose, che aveva scoperto la soluzione al cancro, è stato arrestato, successivamente assassinato e alcune delle sue più importanti opere cancellate dalla storia? Cosa spinge l’uomo a creare il male, a distruggere e a non preferire il bene, ma a fare guerre senza “limitarsi” a vivere la propria vita in pace? “Quando nasce, un bambino esce da un utero caldo, a 37 gradi centigradi, per trovarsi in un ambiente a 18-20 gradi. Poi, viene preso per le gambe e picchiato sul sedere. Il primo saluto è uno schiaffo. Il secondo saluto: viene tolto dalla madre. Cosa dovrebbe rispondere un bambino a tutta questa violenza? NO. Un rifiuto esistenziale” 

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