Intervista a ROBERTO GANDINI regista dell’ “Albero di Rodari” in scena al Teatro Argentina fino al 6 gennaio 2017

Abbiamo intervistato Roberto Gandini, regista dell’ “Albero di Rodari” portato in scena dalla Piccola Compagnia del Piero Gabrielli al Teatro Argentina(Sala Squarzina) dal 10 dicembre al 6 gennaio 2017. Dopo lo straordinario successo dell’anno scorso, la Piccola Compagnia del Piero Gabrielli è pronta a tornare in scena nella Sala Squarzina del Teatro Argentina con “L’Albero Di Rodari”, una lettura drammatizzata di alcune fiabe e filastrocche a tema natalizio di Gianni Rodari adattate da Attilio Marangon con la regia di Roberto Gandini. Lo abbiamo incontrato dopo una giornata di duro lavoro…

Il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli è un’iniziativa promossa e organizzata da  Roma Capitale – Assessorato alla Persona Scuola comunità Solidale, Teatro di Roma, U.S.R. Lazio. Il suo scopo è quello di far vivere, divertire e lavorare insieme ragazzi con e senza disabilità attraverso l’utilizzo della pratica teatrale, la quale funziona da veicolo di inclusione proprio perché, attraverso un’attività stimolante, collaborativa e gratificante, valorizza le abilità di ognuno riconoscendole necessarie e insostituibili.

In qualità di redattrice di Gufetto Magazine, vengo invitata a poter osservare la preparazione dello spettacolo, un’ora prima dalla messa in scena. Mentre salgo le scale del bellissimo e antico complesso del teatro Argentina mi arrivano all’orecchio le note di un’aria musicale allegra e coinvolgente, e altro non è che una delle canzoni originali dello spettacolo suonate dal maestro Roberto Gori.
La musica negli spettacoli del Piero Gabrielli è sempre un elemento immancabile della drammaturgia, suonata dal vivo da bravissimi musicisti e maestri.
Arrivata nella sala Squarzina, trovo tutta la compagnia già a lavoro: gli attori, infatti, insieme al regista, che li dirige e li assiste passo dopo passo, ripassano tutte le scene prima dello spettacolo per mettere a posto gli ultimi piccoli dettagli per rifinire e abbellire ancora un po’ la performance. È bello notare come la concentrazione degli artisti, a un ora prima dall’ inizio dello spettacolo, sia già a livelli altissimi, le indicazioni del regista sono ascoltate con cura e attenzione perché lo scopo in questo gruppo di giovani attori è solo uno: fare bene lo spettacolo per raccontare bene le storie portate in scena, perché regalare un momento magico ed evasivo a chi verrà a vedere lo spettacolo, è uno dei privilegi che solo gli attori possono permettersi.

Finita la prova delle scene ormai mancano pochi minuti all’ inizio dello spettacolo. Quindi tutti i tecnici vanno alla propria postazione di lavoro, gli attori prima preparano e sistemano, insieme al costumista (Tiziano Juno) e allo scenografo (Paolo Ferrari) gli oggetti da mettere in scena per l’inizio, e poi corrono a prepararsi dietro le quinte, dove, nonostante si inizi a percepire una sana emozione, tutti si danno una mano a vicenda. Gli spettatori salgono, si siedono ai loro posti, i più piccoli si siedono negli appositi cuscini gialli e arancioni, messi a terra sotto il palco appositamente per loro, si abbassano le luci, il musicista si siede alla sua postazione al piano e lo spettacolo inizia. Dapprima una piccola introduzione da parte del regista ci spiega cosa è il Piero Gabrielli e poi ci introduce lo spettacolo che andremo a vedere annunciandoci che questa volta anche lui si rimetterà in gioco sulla scena dopo tanti anni e che darà inizio allo spettacolo recitando una poesia di Gianni Rodari. Poi entrano i cinque attori (Giulia Tetta, Edoardo Lombardo, Simone Salucci, Gabriele Ortenzi e Danilo Turnaturi) a suon di musica da qui inizia il racconto delle 5 storie rodariane che incantano e divertono bambini e adulti regalando loro quel dolce e tenero tepore che si desidera respirare a Natale.

Lo spettacolo infine, si chiude con la distribuzione di una piccola sorpresa per gli spettatori. Una volta usciti tutti ho il privilegio di poter rubar un po’ di tempo al regista e di fargli un po’ di domande:

Jessica Bertagni (J.B.) – Ciao Roberto, come va questa ripresa dell’ Albero di Rodari, visto che l’anno scorso ha riscontrato molto successo?

Roberto Gandini (R.G.) – Oggi abbiamo avuto la prima e mi sembra che abbiamo ottenuto un buonissimo risultato, è come se gli attori avessero metabolizzato meglio le loro parti, nonostante abbiano fatto poche prove per questa ripresa, poi c’è il nostro musicista titolare Roberto Gori che l’anno scorso purtroppo non aveva potuto lavorare con noi. I presupposti positivi ci sono, ma come andrà lo scopriremo strada facendo, per ora mi sembra che ci sia una buona possibilità che possa andare meglio dell’anno scorso.

 

J.B.-  Essendo questo uno spettacolo già fatto, come avete proceduto durante la ripresa delle prove?

R.G. – In realtà il lavoro è sempre lo stesso, e cioè concentrarsi e raffinarsi sempre di più per raccontare nel miglior modo possibile la storia messa in scena. E come dice Danilo Turnaturi nello spettacolo: “Raccontando si inventa” perché l’arte di raccontare ti porta di volta in volta a fare delle piccole variazioni, ad aggiungere dei dettagli, dei pezzettini che abbelliscono sempre di più la storia e il modo in cui viene raccontata. E così abbiamo fatto e cerchiamo di fare ogni giorno in questo spettacolo per riuscire a farlo funzionare sempre meglio, recita dopo recita. Tutte le recite non sono mai uguali, che poi è proprio questo il bello del teatro. Oltretutto quest’anno sono previste molte più date in cartellone, e quindi l’approccio al lavoro è ancora più professionale!
È anche una soddisfazione, un premio molto importante che il Teatro di Roma riconosce a questa formazione che è il Piero Gabrielli, perché fare una ripresa di 17 repliche, anzi forse saranno 18, è una bellissima cosa che rende tutti noi molto contenti.

 

J.B.- Ma tornando un po’ indietro nel tempo, come è nata l’idea dell’ Albero di Rodari?

R.G. – In maniera assolutamente fortuita: al Teatro di Roma saltò uno spettacolo e quindi ci chiamarono per rimpiazzare questa assenza. Però ce l’hanno detto quando noi ormai avevamo pochissimo tempo per mettere in scena qualcosa, infatti questo spettacolo in un primo momento non durava molto, siccome era un po’ corto dovevamo aggiungere un altro pezzo, quindi mi sono rimesso in gioco io come attore e adesso nello spettacolo ci sono io che racconto una storia, l’anno scorso la leggevo, ma siccome ci ho preso gusto quest’anno l’ho imparata a memoria e sono contento, perché questo Albero di Rodari mi riporta di nuovo in scena.

 

J.B.- Ma perché tra tanti autori, avete scelto proprio Gianni Rodari?

R.G. – Rodari è per noi una specie di nume tutelare. È un grande scrittore. Non è solo uno scrittore per l’infanzia è uno scrittore che sa scrivere per bambini e adulti , è un grande surrealista e a me ha insegnato tante cose. Io non lo conoscevo da bambino, l’ho scoperto da adulto. Ormai siamo al settimo spettacolo che facciamo su di lui, e per me è una gioia ogni volta riscoprirlo e capire come le nostre versioni facciano diventare la sua letteratura teatro. Rodari amava tantissimo il teatro perché i dialoghi che lui ha scritto sembrano dei copioni teatrali pronti e che aspettano solo di essere messi in scena.

J.B.- Raccontaci anche qualcosa sul lavoro che hai fatto con gli attori: come li vedi adesso in scena?

R.G. – Non so bene dire come mi pongo e che tipo di rapporto ci sia tra noi, perché tutti loro li conosco da quando erano piccoli e quindi li ho visti crescere. Ma ogni volta che vedo le vecchie foto mi chiedo : “Ma queste persone come sarebbero se non avessero incontrato il Piero Gabrielli?” la risposta non ce l’ho e forse nessuno ce l’ha, ma questo è per capire quanto il Piero Gabrielli abbia contaminato e cambiato la mia vita e quella di questi ragazzi, con alcuni di loro lavoriamo da più di dieci anni. Tuttavia quando è il momento di andare in scena, io non penso più a tutte queste cose e vedo solo come i ragazzi possono stare nella storia e nello spettacolo. Il mio sguardo tenta di cogliere qual è il potenziale che ognuno di loro possiede e come inserirlo al meglio nello spettacolo, facendo ciò vedo anche come molti limiti o paure vengono superate. Per esempio, Gabriele Ortenzi solitamente non sa cantare, invece nell’ Albero di Rodari ha sviluppato la sua vena musicale e riesce a cantare tutte le canzoni dello spettacolo, non è che per forza deve fare il cantante, anche perché nel Piero Gabrielli ognuno fa quello che sa fare, per esempio come fa la Befana lui, non la saprebbe fare nessun’altro.

J.B.- Secondo te, cosa lascia l’Albero di Rodari a chi lo vede?

R.G. – Quarantacinque minuti di buon umore e di leggerezza. Poi il bello di questo spettacolo è che non ha il suo solito pubblico che ormai conosce il Piero Gabrielli e sa che è un laboratorio di teatro integrato. In questo caso la maggior parte del pubblico viene senza sapere nulla, con lo scopo di vedere uno spettacolo per bambini e scopre che ci sono dei ragazzi con delle difficoltà e intuisce che tipo di percorso abbiano compiuto per riuscire a essere inseriti in un lavoro professionale. Spero anche che le loro qualità artistiche possano essere apprezzate non solo da me, ma anche da altri registi e che quindi possano lavorare in altre spettacoli. E’ un cammino difficile ma non impossibile. È la nostra Utopia.

J.B.- E noi invece ringraziamo Roberto Gandini per l’intervista e per averci riscaldato i cuori e il calore dell’atmosfera natalizia con le storie raccontate dall’ Albero di Rodari e auguriamo delle repliche ricche di applausi e successi a lui e a tutto il cast.

 

Info:

L’ALBERO DI RODARI

da una lettura drammatizzata di alcune fiabe e filastrocche di Gianni Rodari
adattate da Attilio Marangon, per la regia di Roberto Gandini
con Edoardo Lombardo, Gabriele Ortenzi,Simone Salucci, Giulia Tetta, Danilo Turnaturi

musiche e canzoni Roberto Gori
elementi scenici Paolo Ferrari – elementi di costume Tiziano Iuno
Natale al Teatro Argentina per incantare grandi e piccini con L’Albero di Rodari che la Piccola Compagnia del Piero Gabrielli porta in scena dal 10 dicembre al 6 gennaio in Sala Squarzina.

INFO TEATRO DI ROMA

Ufficio promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 – www.teatrodiroma.net
Biglietteria Teatro Argentina tel.06.684.000.311 (ore 10-14/15- 19 lunedì riposo)

Durata: 45 minuti – dai 5 anni _ Biglietti spettacoli: 8 euro adulti, 5 euro bambini

Tutte le date:

sabato 10  dicembre  ore 16.00

domenica 11  dicembre  ore 11.00

sabato 17  dicembre  ore 16.00

domenica 18  dicembre  ore 11.00

martedì 27  dicembre  ore 17.00

mercoledì 28  dicembre  ore 17.00

giovedì 29  dicembre  ore 11.00

venerdì 30  dicembre  ore 17.00

lunedì 2  gennaio   ore 17.00

martedì 3  gennaio   ore 17.00

mercoledì 4  gennaio   ore 17.00

giovedì 5  gennaio   ore 17.00

venerdì 6  gennaio   ore 11.00

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