Intervista a MAXIMILIAN NISI, in scena con MISTER GREEN al Teatro Cometa

Va in scena fino al 29 novembre al Teatro della Cometa, MISTER GREEN  della rinomata piéce “Visiting Mr. Green” di Jeff Baron. Interpreti sono Massimo De Francovich e Maximilian Nisi, con la regia di Piergiorgio Piccoli e le musiche di Stefano De Meo.
Abbiamo fatto qualche domanda a Maximilian Nisi sul senso dello spettacolo e sulle tematiche trattate: dalla Diversità ai temi dell'Emarginazione e della Discriminazione.

Rachele Fortuni (R.M.) 
MISTER GREEN è uno spettacolo tratto dall’applauditissimo “Visiting Mr. Green” di Jeff Baron. Sei contento del riscontro del pubblico? Secondo te, perché questo testo riscuote ancora tanto successo?

Maximilian Nisi (MN) 
Io credo che sia difficile non ritrovarsi in un testo come 'Visiting Mr. Green'. I temi affrontati in questa pièce sono universali e riguardano ogni essere umano. È un testo che costringe a guardarsi dentro e che con la propria forza narrativa stimola e migliora l'interiorità degli spettatori. Ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella vita il disagio derivante dall' emarginazione o dalla discriminazione. Sono certo che il motivo di tanto successo derivi soprattutto dal fatto che 'Visiting Mr. Green' è un testo catartico, che fa compiere un viaggio allo spettatore e lo aiuta a sciogliere i nodi che albergano nella sua anima, ricordandogli che la felicità è un diritto e che il ritrovamento di un' identità persa a causa dell' ipocrisia assurta come stile di vita è fondamentale. È un testo che racconta l'isolamento individuale che troneggia nella nostra società e l' incomunicabilità che ne consegue. Predica la liberazione dalle costrizioni sociali e religiose che inquinano il tempo e il significato della vita rendendo difficili, contorti e spesso alienati i rapporti umani. Insomma un gran bel testo, una commedia bellissima, oggi necessaria più che mai. Profonda, intensa, ironica, divertente proprio come profonda, intensa, ironica e divertente è la vita. Una commedia che esorta il pubblico a prendere coscienza della necessità di una lotta interiore per riconquistare ciò che di davvero semplice e naturale l'essere umano ha perso.

R.F. Qual è il motivo principale che ti ha spinto a tornare in scena con il testo di Baron?

M.N.: Desidero semplicemente che più persone conoscano questa pièce. Undici anni fa interrompemmo la tournée a causa della prematura scomparsa di Corrado Pani. Milano, Firenze, Trento, Rovigo, Lecce dopo il debutto romano erano pronte ad ospitare il nostro spettacolo. Non fu possibile onorare gli impegni presi: sostituire Corrado Pani non era affatto semplice ed inoltre in quel momento per me era emotivamente impossibile. Ho restituito i diritti del testo all'autore e ho fatto altro.
Corrado è stato un padre, un figlio, un fratello, un amico e uno splendido compagno di scena. Il progetto da mio era diventato nostro ed è stato bello realizzarlo insieme tra mille traversie. Abbiamo condiviso tutto, ci siamo divertiti ed abbiamo affrontato assieme tutti quei problemi che una produzione fuori dai circuiti nel nostro paese sempre incontra. Sono stati giorni belli, intensi il cui ricordo è scolpito finemente nel mio cuore. Dopo dieci anni ho pensato fosse arrivato il momento di riprendere quel testo in mano e con il preziosissimo contributo artistico ed economico di Theama teatro di Vicenza e la regia attenta di Piergiorgio Piccoli, l' ottima traduzione di Michela Zaccaria e le splendide musiche di Stefano De Meo eccoci qua pronti a ripartire da Roma per portare in giro questa commedia e dargli finalmente la dignità che merita e che tutto il mondo le ha già riconosciuto.

R.F.: Il Teatro ha ancora, secondo te, una funzione di educazione del pubblico su temi di scottante attualità? O si sta perdendo questa funzione?

M.N.: Il Teatro quando è scritto bene ed è fatto seriamente può educare il pubblico. Auguro al teatro, quello vero, maggiore fortuna e più considerazione da parte di tutti. È l'ultimo vero luogo di incontro umano ed è un vero patrimonio, per questo va salvaguardato. Io sono cresciuto e mi sono evoluto grazie al mio lavoro e attraverso il teatro ancora oggi cerco di migliorare me stesso e il pubblico che sceglie di venire a vedere gli spettacoli di cui faccio parte. Sì, sono certo che il teatro possa migliorare la vita di chi lo fa e di chi ne fruisce. È una risorsa grandissima.

R.F. Sono passati molti anni da quando, al fianco di Corrado Pani, hai interpretato Ross Gardiner. Il tempo trascorso ha in qualche modo influito sul tuo rapporto con il personaggio e con il testo?

M.N. Certamente qualcosa della passata edizione mi è rimasta, ma mi sento profondamente cambiato e in questi dieci anni sono cresciuto sia di età che di esperienze. Il mio approccio in questo riallestimento è stato diverso, meno inconsapevole ma non per questo meno spontaneo.

R.F.Com' è stato, invece, lavorare al fianco di Massimo De Francovich?

M.N. Mi ha molto divertito lavorare con Massimo. È un attore rigoroso, serio, mai scontato. Ha saputo condurmi su strade a tratti scomode ma è stato molto bello e formativo percorrerle. È certamente un cavallo di razza, un attore raffinatissimo. Ci siamo incontrati, scontrati ed infine pienamente capiti. Il lavoro creativo e di costruzione è stato divertente, e sempre molto interessante. Non credo fosse possibile scegliere un attore migliore. È un compagno di giochi sapiente; ma oggi sono più grande, non cerco più un padre teatrale ma un abile complice di scena con cui relazionarmi. Mi sta dando molti stimoli e lavorare con lui è molto intrigante.

R.F. Infine, una domanda che torna spesso su Gufetto: in che modo è possibile per un attore dare emozione al pubblico? Qual è il tuo segreto per far emozionare lo spettatore?

M.N. Essere il più possibile credibile in una situazione drammaturgia creata da un autore. Per dare emozione al pubblico è necessario che l' interprete neghi la propria emozione. Almeno in parte. Quando un attore si emoziona nell'interpretare un ruolo rischia di privare di emozione il pubblico. È necessario mettersi completamente a servizio di un personaggio, di una storia, di una relazione scenica in condizioni e situazioni precise che prescindano dalle condizioni o delle situazioni dell' attore che la interpreta. Credo debba accadere questo.

Per saperne di più su MISTER GREEN

Leggi la recensone di Rachele Fortuni sulle pagine di Gufetto

Info:

MISTER GREEN fino al 29 novembre

DURATA: 90 minuti più intervallo

Teatro della Cometa – Via del Teatro Marcello, 4 – 00186
Orario prenotazioni e vendita biglietti: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00 – Telefono: 06.6784380

Orari spettacolo : dal martedì al venerdì ore 21.00, tranne giovedì 19 novembre unica replica alle ore 17,00. Sabato doppia replica ore 17,00 e ore 21,00. Domenica ore 17.00.

Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro.

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