In occasione della tappa bolognese del Ballet National du Rhin al Teatro Comunale di Bologna a Febbraio 2016, abbiamo raggiunto per un’intervista il Direttore artistico Ivan Cavallari.
Francesca Miglioli: Buongiorno Ivan, grazie per aver accettato questa intervista. Come direttore del Ballet National du Rhin, protagonista recentemente al Teatro comunale di Bologna, che cosa auspichi che sia arrivato al pubblico emiliano-romagnolo in merito alla Coreografia di ‘Whithout’ e di ‘La Scala’?
Ivan Cavallari: La Strada ha segnato la storia del cinema italiano e Mario Pistoni eccellente ballerino e coreografo, approfittando della preziosa collaborazione con Fellini e Nino Rota e' riuscito a tradurre questa storia tutta italiana in una coreografia meravigliosa e toccante. Il pubblico Emiliano che ancora ha una relazione con quella parte della storia ha sicuramente apprezzato e i più giovani hanno riscoperto un bel capitolo della nostra cultura.
F.M. Parlando di Musica e partnership coreografiche, puoi raccontarci cosa rappresentano per te le coreografie di Benjamin Millepied e Mario Pistoni?
I.C. Chopin ha ispirato tanti coreografi. Without, il titolo scelto da B M ci parla di relazioni umane e di amicizia. La Strada ci parla di un uomo grezzo che impara l'amore da una bambina. Mario Pistoni e B M rappresentano in diverse epoche quello che l'umanità cerca in continuazione. Una motivazione alla vita.
F.M. Scenografia, Costumi e Luci quanto sono importanti per te nell’estetica coreografica?
I.C. Sono fondamentali. Solo lavori a 4 o a 6 mani sono completi e complementari.
F.M. La caratteristica chiave nella Storia della Compagnia del Ballet National du Rhin è la versatilità nello spaziare tra stili completamente diversi. Su quali produzioni vi concentrerete in Europa? Proporrete gli stessi repertori anche nei teatri oltreoceano?
I.C. Dipende sempre dai budget disponibili. Io vorrei un sacco di soldi per fare un sacco di belle produzioni ma poi va tutto all'opera e il balletto si ritrova a raccattare i torsoli di mela. Oltreoceano si va quando si può. Forse con la mia produzione di "Pinocchio ". È tre anni che vorrebbero averci in Cina ma poi per un motivo o per l'altro si posticipa.
F.M. La compagnia annovera molte giovani danzatrici tanto quanto danzatori d’esperienza dal background internazionale. Come ti trovi alla guida di questo gruppo giovane di lavoro? Puoi descriverci come vi preparate per le tournée?
I.C. Con i danzatori miei o di altre compagnie mi trovo sempre bene. Giovani, di mezza età, in pensione non importa. Mi piacciono i danzatori e chi ha scelto questo mestiere e se potessi vorrei una compagnia di 2500 danzatori perché più si va avanti e più il lavoro del danzatore viene svalutato. Oggi è il mondo dei coreografi. Giuro che nella prossima vita canto con una voce soave come la danza.