Intervista a Giancarlo Moretti per la rassegna ROMA OFF THEATRE

Gufetto segue le rassegne off di qualità: per questo ha deciso di seguire la rassegna ROMA OFF THEATRE figlia del Centro Culturale Artemia un polo creativo romano che si avvale della direzione artistica di Maria Paola Canepa (che sentiremo nella prossima intervista), fondatrice di Artemia insieme a Riccardo Tonni.
La Rassegna si è avvalsa anche del contributo di Giancarlo Moretti, che collabora nella direzione artistica di questo evento con Maria Paola Canepa, al quale abbiamo fatto alcune domande sulle caratteristiche salienti di ROMA OFF THEATRE, in svolgimento per tre week end fra il 16 aprile e il 15 maggio.

Antonio Mazzuca (A.M.): è iniziata il 16 aprile la prima edizione della Rassegna di teatro off, ROMA OFF THEATRE che, da quanto si legge, “ha lo scopo di valorizzare i lavori focalizzati sulla ricerca di nuove forme drammaturgiche, lontane dalla scena teatrale mainstream”. Come è nato questo progetto e soprattutto quale esigenza di fondo vi ha spinto ad organizzare una vera e propria rassegna?

Giancarlo Moretti (G.M.): il progetto nasce dalla volontà di dare spazio a nuove realtà sia di drammaturgia che performative che hanno difficoltà a trovare a Roma spazi dove farsi vedere a fronte, invece, di interessanti proposte artistiche. L'idea di una rassegna è per creare anche comunità, gruppo e non cadere in una sterile occasionalità estemporanea. ROMA OFF THEATRE è un progetto che nasce oggi, ma che io e il Centro Culturale Artemia vogliamo far crescere.

 

A.M.: Come si svolgerà questa rassegna, in che modo si perverrà ad un vincitore?
G.M.: La rassegna è su tre week end: 16 e 17 aprile apre la rassegna “SCOMPAIO”, una bellissima proposta direttamente dal Fringe 2015, di e con Francesca Romana Miceli Picardi e con Manola Rotunno. Poi, a seguire, 7 e 8 maggio “SANGUE E AMORE”, di Luca Laurenti, con Debora Mattiello e Alessandro Calamunci Manitta con la regia di Monica Maffei, una prima assoluta con un bel gruppo nato proprio in occasione di un'altra attività mia e di Artemia, il festival IN CORTO TEATRALE del dicembre 2015, in cui un testo di Laurenti ha ottenuto il premio del pubblico, Mattiello il riconoscimento come migliore attrice e Calamunci Manitta quello di migliore attore in un monologo con la regia della Maffei. Infine, il 14 e 15 maggio, chiuderà la rassegna “MARGHERITA, IL DIAVOLO LO SA” di Giulia Bartolini, con Edoardo Coen, Alessia D'Anna, Emanuele Linfatti e Luca Carbone, musiche di Enrico Morsillo, un lavoro di un bellissimo gruppo di giovani artisti che viene dall'Accademia Silvio D'Amico e che ha avuto il suo battesimo al festival “Contaminazioni” al Teatro dell'Orologio lo scorso anno, ma che in questa rassegna prenderà il suo più ampio respiro.
ROMA OFF THEATRE non avrà vincitori, chi partecipa è già un vincitore perché porta in scena un sogno.

 

A.M.: La vostra è una rassegna di nuova drammaturgia: qual è stato il criterio scelto nella selezione delle opere? Avete seguito un tema che fungesse da filo conduttore o vi siete basati su altri elementi qualità del testo, messa in scena o altro?
G.M.: Abbiamo operato una forte selezione tra le tante proposte arrivate, anzi, con l'occasione intendo ringraziare gli artisti che hanno inviato i loro progetti, tutti interessantissimi, perché ci hanno supportato con la loro fiducia in questo nostro nuovo progetto. I criteri, dicevo, sono stati l'originalità della proposta, la professionalità degli artisti e la qualità dello spettacolo nella sua interezza, senza nessuna discriminazione per il linguaggio usato. Quello che volevamo, era portare in scena novità o lavori di recente apparizione che possono crescere con l'occasione di un nuovo incontro con il pubblico. Mi piace l'idea di proporre spettacoli che hanno qualcosa da dire alla gente e che non siano ripiegati su loro stessi in una sorta di autoreferenzialità elitaria.

 

A.M.: In base alla tua esperienza ed alla recente lettura dei tanti testi pervenuti, quali tematiche e quali aspetti sono stati i più frequenti?

G.M.: C'è assolutamente voglia di sondare il quotidiano con tutti gli strumenti possibili, ma allo stesso tempo anche di sognare attraverso la creazione di meta realtà oniriche. Siamo in un'epoca di forte sincretismo che è eccitante, l'importante, però, è di non cadere nella superficialità e nel citazionismo dilagante. Possiamo dire, comunque, che la crisi dell'individuo la fa da padrone, sia nel confronto con la società, che nei rapporti affettivi, o nella ricerca di una propria identità.

A.M.: Cosa è mancato invece? C’è stata una tematica che avreste voluto veder affrontata?

G.M.: In una rassegna qualcosa manca sempre, è indubbio. Però, in fondo, è il bello di rimanere sempre pronti ad essere stupiti. Gli artisti devo fare questo: essere in grado di disorientare, colpire, stupire! Non saprei cosa manca a questa rassegna, perché è come se dicessi che mi aspettavo qualcosa che poi sono andato a cercare nei lavori che ci hanno proposto e che non ho trovato. Dà l'idea di una delusione. Me ne accorgerò alla prossima edizione, quando arriverà qualcosa che questa volta non c'è, e allora in quel momento noi saremo pronti a coglierlo. ROMA OFF THEATRE non è una corrente a cui adattarsi, è un progetto a cui dare il proprio contributo artistico.

A.M.: Nella presentazione mi ha colpito un breve passaggio in cui si ammette che lo scopo di questa rassegna “è pungere e scuotere gli animi degli spettatori”: quali sono, secondo voi le tematiche che arrivano davvero dritte al cuore degli spettatori oggi?

G.M.: Io penso che, fondamentalmente, ciò che oggi arriva dritto al cuore dello spettatore è la sincerità. E per sincerità intendo quella artistica, quella di chi non finge per fare moda. La sincerità su palco paga sempre, sia che il tuo lavoro parli d'amore, di discriminazione o di religione, che sia un teatro fisico, di parola o di qualsiasi altra forma di espressione. In un'epoca di finzione e di inganni come la nostra, forse il teatro è l'ultimo baluardo della sincerità perché si sta lì, insieme, attore e pubblico, si respira la stessa aria, nello stesso istante, nello stesso luogo. E questo, lo so per esperienza, questo scuote come e più di mille effetti speciali!

A.M.: Un’ultima nota: se dovesse descrivere il carattere di questa rassegna con una parola?

G.M.: Io direi curiosa, sì. Mi piace l'idea di andare a vedere e scoprire quello che gira nell'aria. Annusare, gustare e poi allestire un buon banchetto per il nostro pubblico, con pietanze dai sapori preziosi preparate da mani esperte. Mani che non sono sempre le stesse però. Viva i nuovi chef! Viva le nuove menti, le nuove compagnie di qualsiasi età ed estrazione! Allora direi che ROMA OFF THEATRE è curiosa ma anche gustosa, e spero proprio che incontri sia l'apprezzamento del pubblico che della comunità artistica romana perché, come sapete, siamo al nostro esordio con questa prima edizione 2016!

Ringraziamo Giancarlo Moretti per aver risposto alle nostre domande e facciamo il nostro più sincero in bocca al lupo a Giancarlo Moretti e Maria Paola Canepa per la rassegna ROMA OFF THEATRE di cui riassumiamo tutti gli appuntamenti:

SCOMPAIO di Francesca R. Miceli Picardi, dal 16 al 17 aprile

SANGUE E AMORE di Luca Laurenti per la regia di Monica Maffei e Margherita, dal 7 all’8 maggio

MARGHERITA – IL DIAVOLO LO SA di Giulia Bartolini dal 14 al 15 maggio.

Info:
ROMA OFF THEATRE
Centro Culturale Artemia
Via Amilcare Cucchini, 38

Per info e prenotazioni:
334- 159 8407
info@centroculturaleartemia.org

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