Intervista a Federica Fracassi interprete di “MAGDA E LO SPAVENTO”

Abbiamo intervistato Federica Fracassi interprete straordinaria di un testo difficile MAGDA E LO SPAVENTO, in scena al Teatro India dal 19 al 24 aprile 2016, capace di trasmettere suggestioni del nostro passato che ci interrogano sul nostro presente.

Bianca Coppola Melon: Vorrei cominciare con chiederti come è nato questo spettacolo
Federica Fracassi: Noi del Teatro I abbiamo fatto questo progetto con l’autore Massimo Sgorbani, che è la trilogia “Innamorate dello spavento”, che ha come Focus l’idea di alcune donne, anzi femmine, innamorate di Hitler, dico femmine perché il primo “Blondie” è il pastore tedesco del Fuhrer, il secondo “Eva Braun” e il terzo è questo che è un dialogo con lo spavento, infatti in scena c’è anche Hitler. Quindi questo trittico è stato scritto proprio per noi, poi in secondo momento abbiamo deciso che l’attrice fossi sempre io, nei panni del cane, di Eva e di Magda Goebbels che era la moglie di Joseph Goebbels, ministro di propaganda del nazismo, Renzo Martinelli è il regista di tutti e tre gli spettacoli, ed è stato interessante vedere le differenze, sia nei testi, nella mia interpretazione e nella regia.

BCM: Quindi questa è la storia originaria, come si snoda?
FF: Allora in scena siamo io, Magda, e Milutin Dapcevic che è Hitler, sono due personaggi vestiti come un principe e una principessa nelle fiabe, sin dall’inizio non sono l’iconografia del dittatore e della moglie del ministro, che nel bunker prima di suicidarsi insieme al marito, ha ucciso con il cianuro i suoi sei figli bambini, lei è una madre spietata in un territorio di pazzia, nello spettacolo si assiste al dialogo di due folli che, con un principio di rimozione, parlano continuamente dell’ideologia nazista, uomo superiore, uomo inferiore, etc. attraverso i cartoni animati di Walt Disney, e quindi spostano l’attenzione da quella che è la realtà, i fatti, parlando di Topolino, di Paperino, di quanto il topo sia l’essere più immondo della terra e come mai Disney ne abbia fatto il eroe, e il motivo per cui si prova tenerezza per Paperino, di come il principe sia un essere superiore e quanto inferiori siano i sette nani, parlano sempre dell’ideologia nazista mediata completamente dal mondo disneyano. E, andando avanti, la follia cresce e noi fisicamente siamo sempre meno umani e sempre più cartoni, marionette impazzite fuori controllo.

BCM : Quale è stato il motore che ha messo in moto l’idea di fare questa trilogia?
FF: All’autore non interessava fare uno spettacolo sul nazismo, ma approfondire i rapporti tra queste persone, rapporti di affetto, di amore, insomma cosa volesse dire essere innamorate dello spavento!

BCM: È anche uno sguardo alla tragedia del femminicidio?
FF: Questo riguarda più Eva Braun, il secondo della trilogia, in quello spettacolo è uscito molto, perché lei è proprio la donna che aspetta, addirittura lo sposa nel bunker. Magda è più attratta ideologicamente, è innamorata del potere, mentre Blondi è semplicemente un cane innamorato del suo padrone, ma non sa che il padrone è Hitler.

BCM: Qual è stato il tuo lavoro sul personaggio?
FF: Io su tutti e tre i personaggi e in particolare su questo non ho lavorato di psicologia, ma molto sulla esteriorità, e questa distanza in qualche maniera mi ha consentito di produrre una naturalezza fisica, come se la testa fosse staccata dal corpo e dal cuore. Con Blondi ho lavorato molto sul ritmo dovendo interpretare un cane, e per fare Eva ho guardato foto e filmati per farmi un quadro più preciso. Andare di psicologia secondo me può diventare pericoloso.

BNC: Si corre il rischio di diventare macchiette?
FF: Esatto, perché si parla di cose che conosciamo solo attraverso tanti filtri. Quindi parto da me, mettendomi addosso una fisicità ad hoc.

BCM: Ti è piaciuto farlo?
FF: Tantissimo, come attrice e come essere umano, sono molto affezionata a questa trilogia, Sgorbani è riuscito a parlare di questo tema senza essere mai banale.

BNC: L’ultima domanda di chiusura: come coniughi la tecnica attoriale con l’emozione da donare alla quarta parete?
FF: Io mi considero, e sono considerata un’emotiva, voglio e mi piace trasmettere emozioni, e cerco di perfezionarmi per non farlo mai in maniera sciatta, studio molto vocalmente e fisicamente, perché la cosa importante è comunicare, passare qualcosa. Io lavoro sul presente, ascolto il pubblico che è in sala e domani è un’altra cosa, perché il pubblico è un altro, dimentico chi sono, sono sempre io.

BCM: Quindi essere lì in quel momento fa si che attraverso la tecnica filtri l’emozione?
FF: Si, e anche lasciare che le tue emozioni siano libere, non bisogna secondo me tarparsi le ali.

BNC : Vediamo se ho capito il tuo pensiero, non allontanarti né da te e né dal personaggio ma fonderli insieme?
FF: Esatto io cerco proprio quello, la fusione.

Ringraziamo  Federica Fracassi per la disponibilità a rispondere alle nostre domande e invitiamo tutti a vedere lo spettacolo MAGDA E LO SPAVENTO al Teatro India di Roma fino al 24 aprile.

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