INAUGURAZIONE TEATROSOPHIA @ Roma – Via della Vetrina, 7: Il coraggio di credere nella passione

In una Roma così martoriata dai disaccordi e insudiciata dalla trascuratezza, un ricevimento che inaugura un temerario spazio culturale è un toccasana per l’anima.

TEATROSOPHIA è un posto piccolo e un po’ tortuoso, ma con una luminosa entrata, che sta a dimostrare la sintesi dell’accoglienza e della filosofia di chi l’ha creato: le braccia aperte per ospitare e condividere, anche se lo spazio è limitato.

Girando per i locali del piano d’ingresso, dall’accogliente foyer ai camerini per gli artisti, che sono ampi,  funzionali e modificabili, a seconda delle esigenze, in spazio lettura o saletta prove, già si respira quell’aria produttiva fatta di passione e visione. Si scende, infatti, al piano inferiore, attraverso una scala dove si legge: “Tutte le arti contribuiscono all’arte più grande: quella di vivere. (Bertolt Brecht)”, che ci immerge, come fosse un battesimo, nella zona teatro. Lo spazio è duttile: sedie/poltroncine sciolte, tribune in legno con le maniglie, cuscini, tutto modificabile per accogliere svariati tipi di messa in scena. Anche i riflettori e gli spot sono scorrevoli sulle guide al soffitto, proponendo la stessa flessibilità.

Lungo la scala, poi, il binario del servoscala con la pedana, per chi ha difficoltà a scendere e salire, che merita un plauso di approvazione per il contributo evolutivo che regala alla nostra città: spazi culturali fruibili da tutti, abbattendo le barriere, per contribuire alla citazione di Brecht e alla funzione magica del Teatro. Anche le sedie larghe e comode, senza braccioli, così come le tribune a panca, permettono la seduta a tutte le fisicità e di questo gliene siamo grati.

Insomma uno spazio dove si legge la poetica nobile di artisti appassionati, che puntano alla vera condivisione e non solo alla rappresentazione di sé stessi. Aspettiamo con ansia il cartellone della prossima stagione, augurandoci che la scelta delle pièce e degli eventi sia conforme all’anima del team (Guido Lomoro, direttore artistico, Marta Iacopini, Giulia Martinelli, Cristina Longo, Alessandra Di Tommaso e Giovanna D’Avanzo) e nel frattempo ci affianchiamo ai loro sforzi coraggiosi, felicitandoci di poterlo fare in questi tempi difficili per la cultura.

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