Quest’anno l’Accademia Filarmonica Romana festeggia il bicentenario della sua fondazione. Tra i numerosi eventi per questa ricorrenza, siamo stati al concerto per pianoforte solo di Gabriele Carcano al Teatro Argentina, che vi raccontiamo.
Un programma dedicato alle forme di danza attraverso i secoli, con alcune pagine importantissime del repertorio pianistico, suonate da un interprete dalla tecnica sopraffina e dalla musicalità ricercata.
Contenuti
SUITE FRANCESE n.5 BWV: il tocco di Carcano
Il concerto si è aperto con l’esecuzione della Suite Francese n.5 BWV 816 di Johan Sebastian Bach. Dell’interpretazione di Carcano ci ha colpito la sicurezza delle scelte interpretative, il tocco e l’articolazione tese a evidenziare la polifonia, senza perdere di vista la raffinatezza del fraseggio e la chiarezza dell’esposizione, con un’attenzione, però, sempre rivolta anche alla cantabilità delle linee melodiche. La scelta dei tempi ci è sembrata azzeccata, unita a una tecnica mai fine a se stessa, per un’interpretazione che ha subito restituito la caratura dell’interprete, a proprio agio nei vari movimenti della suite.
CARCANO: i chiaroscuri della scrittura di Ravel
A seguire i Valses Nobles e Sentimentales di Ravel. Composti nel 1911, ci conducono a un’atmosfera completamente diversa, in contrasto con la Suite di Bach in apertura. Il linguaggio impressionista del primo ‘900 viene affrontato con una raffinatezza che esalta la varietà della tavolozza timbrica della scrittura pianistica di Ravel che, dopo il virtuosistico Gaspard de la nuit, in questo ciclo di sette danze ricerca atmosfere più intimistiche e soffuse. Le scelte agogiche e dinamiche, i respiri e la raffinatezza del tocco, tanto nei passaggi melodici quanto negli accordi dissonanti delle complesse armonie, confermano la maturità di Gabriele Carcano, un artista che sa prendersi il suo tempo e guida il pubblico ad ammirare, col fiato sospeso, le sfumature e i chiaroscuri dei brani che costituiscono il ciclo dei Valses del compositore francese.
Carcano: i tre Lieder di Shubert nella trascrizione di Liszt
I lied di Schubert, tratti dal repertorio vocale del grande maestro viennese, costituiscono l’apice della sua produzione. I tre Lieder in programma, Auf dem Wasser zu singen, Der Müller und der Bach e Gretchen am Spinrade vennero trascritti da Franz Liszt, che li propose costantemente in concerto, contribuendo alla diffusione e alla fortuna delle musiche di Schubert anche per le generazioni successive. Siamo quindi nell’ambito della musica vocale, ma la trasposizione lisztiana ne ha fatto un classico della letteratura pianistica, dove l’equilibrio della cantabilità melodica dei temi liederistici trova spazio e viene esaltato dalla solida e geniale inventiva strumentale. Vengono affrontati da Carcano con giusto rigore interpretativo, caratterizzato da vivacità e forza ritmica, e da un modo di esporre mai scolastico o monotono.
CARCANO: su Chopin colpisce la sensibilità del tocco e la varietà timbrica
A conclusione di questo programma, il pianista torinese ha eseguito tre importanti composizioni di Frederick Chopin, la Mazurka op 41 n.4, la Mazurka op 59 n.2, e la Polonaise-Fantasie op. 61in La bemolle maggiore. In particolare ci ha colpito la sensibilità del tocco e la varietà timbrica con cui Carcano ha saputo rendere le diverse atmosfere di questa Polacca, con la quale Chopin, già dal titolo, programmaticamente intendeva porsi oltre la forma di danza, nella ricerca di andare verso una forma più libera e mutevole. Le esecuzioni di Carcano di questi capolavori chopiniani confermano la grandezza di un interprete di prim’ordine, che ha saputo fondere insieme autorevolezza e raffinata sensibilità allo stesso tempo.
Richiamato per due bis, Carcano ha offerto prima un’esecuzione di una romanza senza parole di Mendelssohn e, in ultimo, un brano tratto dalle Davidsbündlertänze op.6 di Robert Schumann, presentato come il grande assente di questo programma, tutto incentrato sulle forme di danza.
Chi è Gabriele Carcano?
Vincitore di numerosi premi, con una carriera internazionale che spazia dal recital a concerti con orchestra e alla musica da camera, Gabriele Carcano debutta al Teatro La Fenice e al Regio di Torino, appena diciannovenne, nel 2004, dopo la vittoria del Premio Casella al Concorso “Premio Venezia”. Da allora la sua carriera l’ha portato ad esibirsi in sale e stagioni quali la Tonhalle di Zurigo, la Salle Pleyel di Parigi, Herkulessaal di Monaco, Musashino Hall di Tokyo, Konzerthaus di Berlino, Jerusalem Theatre, Società del Quartetto di Milano, International Piano Festival al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, Carnegie Hall di New York, Accademia di Santa Cecilia di Roma, Festival Radio France – Montpellier, Lac di Lugano e tanti altri. Nel gennaio 2010 è proclamato vincitore del Borletti Buitoni Trust Fellowship, riconoscimento prestigioso che lo inserisce tra i migliori giovani talenti della scena musicale internazionale, ottenendo un immediato invito da parte di Mitsuko Uchida al festival di Marlboro, a cui ha poi partecipato per quattro edizioni. Oltre ad essere un eccellente camerista, ha suonato con orchestre quali Orchestre National de Montpellier, Orchestra da Camera di Mantova, Staatskapelle Weimar, Orchestra Verdi, Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra di Padova e del Veneto, Petruzzelli di Bari. Alla carriera concertistica affianca quella dell’insegnamento, essendo dal 2015 docente all’Accademia di Musica di Pinerolo.
Visto al TEATRO ARGENTINA
giovedì 17 febbraio ore 21
Gabriele Carcano – pianoforte
Johann Sebastian BACH
Suite francese n. 5 BWV 816
Maurice RAVEL
Valses nobles et sentimentales
SCHUBERT/LISZT
Auf dem Wasser zu singen
Der Muller und der Bach
Gretchen am Spinnrade
Fryderyk CHOPIN
Mazurke op. 41 n. 4, op. 59 n. 2
Polonaise-Fantaisie op. 61