“I Tre Barba” è un progetto ideato dal regista e attore Lorenzo De Liberato con Alessio Esposito e Lorenzo Garufo, che adatta, in chiave più teatrale che musicale, libretti d’opera del Settecento, ed è alla sua seconda messa in scena dopo Così fan tutte.
L’Opera è un serbatoio inesauribile di storie. Che prendano spunto a loro volta da miti, dalla letteratura, il teatro o la storia, o che presentino intrecci originali, le più amate e conosciute sono state riproposte innumerevoli volte e negli adattamenti più disparati.
Viene da dubitare dunque che sia ancora possibile oggi presentare, per dirne una, Il Barbiere di Siviglia di Rossini in una maniera inaspettata e sorprendente. Per di più a teatro e con una messa in scena essenziale. Quello che riescono invece a fare I Tre barba.
Chi abbia un parente o amico melomane, magari addetto ai lavori – come un orchestrale ad esempio – può talvolta avere avuto il piacere di assistere all’esecuzione canticchiata a mezza voce di qualche aria. Magari inframmezzata dai passaggi dell’orchestra accennati imitando le movenze del direttore. Se l’esecutore è particolarmente bravo e ispirato, sembra quasi di sentirli, l’orchestra, o i cantanti che si avvicendano in un duetto, magari con le intenzioni e i respiri di interpreti famosi.
Questa l’idea, semplice e geniale, che portano in scena De Liberato, Esposito e Garufo. Non c’è uno strumento sul palco, né sottofondo musicale (tranne che per una breve e ben motivata sequenza), e tutte le arie più famose sono eseguite a cappella dai tre attori dotati, fra l’altro, di ottime voci.
Anche l’arrangiamento canoro è essenziale e se negli unisoni c’è differenza è solo di registro; se sia per limiti tecnici o per scelta stilistica non lo sappiamo, ma nemmeno ci importa, dal momento che è più che funzionale alla chiave adottata dal Trio.
La trama è stranota e non c’è da dilungarsi: la storia d’amore fra Rosina e il Conte d’Almaviva, ostacolata dal di lei tutore Don Bartolo, biglietti passati di mano in mano, equivoci, camuffamenti e Figaro, umile barbiere geniale e pieno di risorse a dipanare la matassa.
Il libretto di Sterbini viene accentuato, nella sua ironia già irresistibile, da trovate metateatrali, spesso riferite alla voluta povertà della stessa messa in scena: cartelli sollevati a mano per spiegare cosa avviene, la sagoma di Cristiano Ronaldo usata come quarto attore, De Liberato che interpreta alternatamente Don Bartolo e Rosina anche nello stesso dialogo. O viene stravolto con incursioni musicali moderne, come ad esempio una, decisamente azzeccata, di Fred Buscaglione.
Il risultato è esilarante – a tratti si muore dal ridere – ma restando in un’esecuzione del testo rigorosa, seppure costellata di aggiunte inaspettate. Da citare è sicuramente l’indubbia bravura dei tre attori. Anche sotto il profilo musicale: mai un calo, nonostante la difficoltà di alcuni passaggi e l’assenza di riferimenti armonici.
Un fedelissimo adattamento infedele, quello de I Tre Barba, che lascia con un interrogativo: a quando il prossimo libretto?
Info:
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
da Gioacchino Rossini e Cesare Sterbini
regia I TRE BARBA
con Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo
foto Luisa Fabriziani
produzione Teatro Studio Uno
14 – 17 febbraio 2019
Teatro Studio Uno via Carlo della Rocca, 6 Roma