Il Teatro dell’Elce ci porta nel suo salone di barbiere, per un’esperienza che va al di là di un semplice servizio. Questo 28 novembre, al Teatro del Cestello, ci attende una seduta dal barbiere piuttosto originale.
Autore: Giovanni De Vincenzi, Gruppo di Visione Ciuchi Mannari – Progetto Il Respiro del Pubblico
Contenuti
Un’esperienza sensoriale
IL SALONE DI Z*** è un’esperienza teatrale sensoriale ideata da Marco Costanzo, in cui il pubblico si presenta non come inattivo osservatore in platea, ma come cliente e soggetto fulcro dell’intera esperienza. Siamo introdotti nel foyer, che questa sera acquisisce il ruolo di sala d’attesa del salone del barbiere, dove noi, in quanto clienti, attendiamo di essere chiamati per il nostro turno di essere serviti. Durante l’attesa, siamo intrattenuti da un montaggio di interviste condotte a diversi barbieri fiorentini trasmesso in loop. Una volta che i clienti avanti a noi sono stati serviti, il barbiere si affaccia all’entrata della sala per chiamarci a due a due. La sala è interamente buia e vuota: sole, sul palco, sono due sedie tipiche del salone del barbiere. Una volta fatti salire sul palco, il resto della performance si svolge bendati.
Un viaggio dell’immaginazione
Ciò che segue è un viaggio in un’altra realtà, in cui gli stimoli uditivi, olfattivi e tattili ci vengono offerti in maniera vivace ed efficace, lasciando al nostro corpo il compito di rilassarsi e alla nostra mente quello di creare il mondo in cui ci ritroviamo. Al cliente viene presentato un servizio di qualità: con tanto di schiuma, taglio alla vecchia maniera, sciacquatura, panno caldo e prodotti post-trattamento. Il tutto immerso nei suoni e i rumori della vita quotidiana, ovattati dal vetro dello stabilimento e utilizzati come sottofondo per i più prevalenti rumori come lo zip zap delle forbicine e il rasoio sul cuoio. I barbieri non sono sempre silenziosi, ma fischiettano e cantano, non solo per il bene dell’atmosfera, ma per comunicarci la loro personalità e farci sentire vicini a loro. Una volta che i suoni si affievoliscono e la sedia è di nuovo girata verso la platea “I signori sono serviti” la benda si scioglie per rivelare il ritorno alla realtà.
La messa in scena
La scenografia del Salone di Z*** consiste solamente nelle due sedie sul palco, nella sala buia, illuminate da due luci bianche fisse. Il palco è spoglio, senza quinte, o altri oggetti scenici. Questo concentra tutta l’attenzione del cliente sulle sensazioni che prova. Il barbiere, in completo nero con una cravatta rossa sgargiante, è l’unico personaggio che vediamo: preciso, conciso, professionale e dal tono cortese, lui è l’elemento visibile che ci fa entrare, ci conduce attraverso e ci fa uscire dal mondo immaginario.
Il messaggio che ci viene comunicato non è facile da individuare, vista l’originalità della rappresentazione: il cliente-spettatore è al centro della performance e si crea da solo l’immaginario-spettacolo costruendosi la situazione in cui si trova tramite i “mattoni” fornitigli dagli attori.
Il gruppo di visione Ciuchi Mannari è composti da Alarigo Serguei Innocenti Angelini, Bianca Bartolozzi, Cosimo Calvelli, Edoardo Michelucci, Elena Sofia Feminò, Emma Bani, Franceska Boci, Gaetano Barni, Giacomo Biscini, Giovanni De Vincenzi, Lorenzo Cervini, Matide Menegatti, Lisa Momo Sandri e, come uditrice, Alessandra Mancarella.
Info:
IL SALONE DI Z***
di e con Marco Di Costanzo
con Stefano Pargi e Roberto Caccavo
musiche di Andrea Pistolesi
Produzione Teatro dell’Elce
Teatro di Cestello, Firenze
28 novembre