Daniela D’Argenio Donati si è esibita in un one woman show al Teatro di Cestello nell’ambito del Festival Il Respiro del pubblico. Spettacolo diretto da Michele Panella che si è occupato anche della traduzione del testo scritto originalmente dal pluripremiato drammaturgo inglese Duncan Macmillan. Il testo, vincitore del 1° Premio EURODRAM per la Migliore Traduzione nel 2017, affronta il tema della depressione in una chiave più leggera attraverso l’uso di ironia e l’interazione con il pubblico; il risultato è unico e inaspettato. L’opera ripercorre la vita della protagonista segnata dai fallimentari tentativi di suicidio della madre. Il suo tentativo di gestire il dolore trova spazio nella stesura di tutto ciò per cui vale la pena vivere: every brilliant thing.
Autori: Emma Bani, Giacomo Biscini, Gaetano Barni, Gruppo di Visione Ciuchi Mannari – Progetto Il Respiro del Pubblico
Contenuti
L’inizio e il coinvolgimento del pubblico
Sedendosi al proprio posto il pubblico incontra l’attrice prima del previsto, che distribuisce dei fogli: chiamato dall’attrice lo spettatore detentore del biglietto legge la frase scritta, ovvero una delle cose belle che esistono al mondo. La rappresentazione mantiene un tono informale per tutta la sua durata. Le luci in sala restano accese fino alla fine dello spettacolo, come se non avesse mai un vero e proprio inizio, come se l’attrice raccontasse una storia a dei suoi conoscenti e sempre a questi ultimi chiedesse di aiutarli nell’interpretazione della storia: una chiacchierata tra amici. Un’interazione col pubblico divertente e mai forzata, alle volte anche spontanea forse grazie alle doti della persona chiamata ad improvvisare o forse per la capacità di improvvisare dell’attrice.
È tutto basato sul coinvolgimento del pubblico infatti l’attrice parla a voce alta così da farsi capire da tutti gli spettatori. Spesso non è sul palco, molto concentrata sulla platea. Anche sul palco è sempre partecipe delle nostre perplessità e delle nostre emozioni. L’attrice mentre parla gesticola e con quei gesti non si fa staccare gli occhi di dosso: ancora un altro modo di comunicare col pubblico, di farlo partecipare.
Alti e bassi
L’attrice passa da essere seria a scherzosa, così facendo alterna i momenti “pesanti” a quelli “leggeri”. Durante il corso dello spettacolo più volte lo spettatore rimane confuso su come comportarsi, su come reagire a ciò a cui assiste. Perfino la risata, spesso incoraggiata negli spettacoli con una base comica, a momenti risulta un gesto di poco tatto, maleducato. Questo è dovuto alla dualità dello spettacolo che affronta temi forti ma con un’apparente leggerezza. Il possibile disagio percepito rappresenta, però, al meglio la fragilità dell’argomento affrontato e la sua conseguente discussione. Si potrebbe quindi dire che questo spettacolo fa da specchio ad una realtà attuale.
Tutti i personaggi della storia, finemente raccontati, prendono vita, tranne la madre, la cui assenza viene fortemente percepita anche dagli spettatori. Sembra che non ci sia mai stata anche se ci viene raccontato di lei. La nostalgia della madre e la speranza della sua guarigione dalla depressione sono trasmesse al pubblico coinvolgendo i presenti nei sentimenti che la protagonista prova sin da piccola.
Il tema
Il messaggio che manda questo spettacolo è profondo: il bisogno di non arrendersi che tutti si vive delle sofferenze, di sempre trovare quelle piccole cose felici per cui vale la pena vivere. È come un tunnel di emozioni che non finisce ma pieno di vita, pieno di esperienze e quando poi vedi la fine e ti guardi indietro non hai più tempo per vedere le cose brutte, ma guardi quanto eri felice o quanti errori hai fatto, perché alla fine la vita è questo, puoi scegliere di entrare nel tunnel e di vivere appieno la tua vita con curve, buchi e scarsa luce oppure puoi scegliere la strada secondaria, apparentemente la più facile e silenziosa ma alla fine non vissuta.
La riuscita dello spettacolo
In questo spettacolo è difficile annoiarsi, soprattutto per il modo in cui ti senti coinvolto nella storia: una bambina che cerca di aiutare la madre con la sua lista, che poi le servirà per la sua di vita, una vita apparentemente normale, con dolori, sofferenze, ma anche amore e gioia. Solamente alla fine si capirà il nostro ruolo all’interno della storia: un gruppo di ascolto, un gruppo di ascolto attento, quasi partecipe di quella storia, magari lontana dalla sua, ma allo stesso tempo vicina. Questo spettacolo colpisce nel profondo e in qualche modo aiuta a vedere al di là di se stessi, uno spettacolo che fa sentire emozioni e che fa capire quanto la vita puo’ essere faticosa e difficile. Ci si chiede se l’attrice, Daniela D’Argenio Donati, sia diventata un tutt’uno con il personaggio interpretato creando un’esperienza immersiva e portando lo spettatore a dubitare che ciò che sta osservando sia finzione. La sua bravura e le scelte registiche azzeccate hanno portato alla creazione di un’atmosfera talmente ricca di emozioni che alla fine nessuno tra gli spettatori voleva frantumare.
Il gruppo di visione Ciuchi Mannari è composti da Alarigo Serguei Innocenti Angelini, Bianca Bartolozzi, Cosimo Calvelli, Edoardo Michelucci, Elena Sofia Feminò, Emma Bani, Franceska Boci, Gaetano Barni, Giacomo Biscini, Giovanni De Vincenzi, Lorenzo Cervini, Matide Menegatti, Lisa Momo Sandri e, come uditrice, Alessandra Mancarella.
Info:
EVERY BRILLIANT THING
Regia Michele Panella
con Daniela D’Argenio Donati
Produzione Triboo
Teatro di Cestello, Firenze
26 novembre