GUERRA!15/18 Cinieri e il Conflitto in un miagolio di baionette

Ci pensa “GUERRA!” ad infiammare i ricordi dei nostalgici e a suscitare più di una riflessione nei presenti sui temi della prima Guerra mondiale e delle Guerre di oggi, durante una serata ricca di suggestioni in parole e musica all’Auditorium Parco della Musica.
Sul palco c’è Cosimo Cinieri, attore drammaturgo e regista fra i più noti e versatili (esponente delle avanguardie con Carmelo Bene, drammaturgo e coautore di progetti televisivi e cinematografici) che legge e interpreta la drammaturgia di Irma Immacolata Palazzo la quale cura la regia dello spettacolo che si pone all’interno della seconda edizione del festival “Le Rose del Parnaso”.

Emozionante, tamburellante ed evocativo, così è stato questo spettacolo, cruciale in un anno come questo, diviso fra il ricordo del Centenario del Conflitto mondiale e sospeso nell'attesa di una nuova Guerra che spaventa, i cui bombardamenti non si avvertono se non come un sentore, lo stesso che interrompe il rapsodo Cineri nelle vesti di un fante che racconta le atrocità e tutto il dolore di una generazione martoriata ad una generazione presente in sala, che in parte ricorda quanto narrato da nonni e parenti, e in parte ascolta in silenzio quanto di atroce si nasconde nelle piaghe di una guerra invocata, a torto come necessaria.

La voce stentorea di Cinieri, sempre martellante e incisiva sempre fiera, quasi mai rotta dall'emozione, condivide la scena con la musica della Banda Musicale dell’Esercito Italiano, diretta dal M.Antonella Bona, e con un nutrito gruppo di danzatori della Scuola Baila Dance e Officina Danza, e di figuranti, (sono gli allievi attori della Scuola di Teatro FONDAMENTA), tutti vestiti in abiti d’epoca, curatissimi, i quali, fra una lettura e l’altra, danzano valzer o interpretano soldati e matti di guerra, restando muti ma sempre evocativi di un tempo che non c’è più.
Azzeccata la scelta di un’esecuzione concertistica che alterna brani lirici e sinfonici (Mozart, Verdi, Gounod e Sibelius) con due diverse voci, Carmela Maffongelli, soprano e Andrea Fermi, tenore; la Banda esegue con maestria e brio anche canti di guerra come “La leggenda del Piave”, “Ta-pum”, “La campana di San Giusto”, “O Gorizia tu sei maledetta” e canzoni napoletane dell’epoca, e canzoni di café-chantant, tra cui la celebre Frou frou del tabarin in un clima di ricordo nostalgico e fierezza antica.

La voce di Cinieri si modula intelligentemente fra un pezzo e l’altro adattandosi ai contesti raccontati: leggera quando si narra di momenti conviviali fra soldati, ironica quando descrive la vita di trincea, greve quando si accenna ai massacri degli assalti agli austriaci ma sempre martellante, lapidaria nei momenti cruciali della battaglia, quando la crudeltà del conflitto diventa lancinante e la voce deve suggerire il rumore furioso delle pallottole e l’alzamento di voce deve superare i rombi improvvisi delle granate riprodotte da potenti boati che interrompono la narrazione.

La drammaturgia rappresentata è profonda ma non nostalgica, e questo è importante per non scadere nello stucchevole: è una narrazione che raccoglie grandi poeti: Ungaretti, Palazzeschi, Gadda, Alvaro, Rebora, D’Annunzio, Folgore, Soffici, Govoni, Boccioni e Marinetti, mostrandoci le atrocità della Guerra, ma lasciandoci anche una riflessione tutta presente sulla sua inutilità, sulla dilaniante esperienza di Morte che ogni Guerra si lascia alle spalle.
Commoventi i passaggi delle lettere dei militari al fronte, di cui non si risparmiano le imprecisioni grammaticali che anzi, amplificano la portata realistica del vissuto dei militari al fronte, in un Secolo che sembra lontanissimo, ed eppure è l’inizio del secolo scorso, quel 1917 delle battaglie più dure, quelle di Asiago e del Carso rievocate con dovizia di dettagli.

Restano impresse frasi e citazioni ancora attualissime, come: “Bisogna morire, non c’è scampo” e “la guerra è ovunque, afferra, ma non si fa afferrare” che inducono più di una riflessione su come la Guerra non abbia mai realmente smesso di far parte dei ricordi e del presente diventando quasi uno Status odiosoaffine alla vita stessa.

Il gioco di suoni in sottofondo, quel continuo bombardamento che interrompe le parole del fante- rapsodo Cinieri e il mescolarsi di preziosismi poetici e crudeltà del conflitto, contribuiscono a rendere ancora più grandiosa la produzione memoriale del nostro passato di Guerra. L’opera è dunque a nostro avviso importante: non tanto e non solo per il valore del Ricordo legato al Centenario, quanto per il monito che la Storia, ancora una volta rivolge al Futuro.

Lo spettacolo, nella sua veste così apparentemente rigida e marziale, ci mostra la Guerra come uno Spettacolo "affascinante" ed allo stesso tempo terribile. Qualcosa a cui le persone di allora volevano assistere (il fante ricorda in una lettura l’ansia di vedere le trincee, i combattimenti), ed il disagio alla vista dei corpi mutilati muta quindi lo Spettacolo in tragedia.
E se allora la poesia e la musica erano i veicoli per la diffusione dell’orrore, ora ci sono solo altri strumenti, l’Immagine, la ripresa video, eppure ora come allora lo spettacolo che si potrebbe riproporre è sempre il medesimo, al di là dei Tempi e dello Spazio fisico in cui esso si manifesterà. E questa “Guerra!” è tale e quale alle Altre: dei colossali errori dell’Umanità, come si riporta nel finale.
Ecco che, dunque, il testo di Irma Immacolata Palazzo è insieme ricordo e monito. Roboante, marziale ma anche necessario grido di Pace! Non di Guerra!


Note stampa

Gufetto in quest'anno ha deciso di seguire con particolare attenzione la Grande Guerra, e gli spettacoli/eventi artistici e libri che raccontano a distanza di cent'anni, questo evento centrale del Secolo scorso, e il tema più generale della Guerra, ancora così tristemente d'attualità: andrà in scena il 23 e 24 novembre lo spettacolo COSIMO CINIERI GUERRA! ‘15/18  nell’ambito della seconda edizione del festival “Le Rose del Parnaso”  all'Auditorium Parco della Musica

La Prima Guerra Mondiale è una pagina fondamentale della nostra storia, senz’altro il primo momento, nella sua tragedia, in cui l’Italia si sentì unita, dal nord al sud, e per questo è necessario serbarne memoria. L’Italia entra in guerra nel 1915, dopo un anno di neutralità, a fianco dell’Intesa, per chiudere la pagina risorgimentale con la conquista delle terre irredente di Trento e Trieste. Riuscirà a ottenerle sconfiggendo l’impero austro-ungarico al prezzo però di ingentissime perdite umane ed economiche.
Nell’ambito della seconda edizione del festival “Le Rose del Parnaso” Cosimo Cinieri e Irma Immacolata Palazzo, in collaborazione con La Banda Musicale dell’Esercito Italiano diretta dal M°Antonella Bona, daranno vita a Guerra! ‘15/18, un concerto di Poesia e Musica in Prima nazionale che si snoda lungo un tragitto di migliaia di pagine letterarie per elaborare l’orrore della guerra.
Privilegiando la narrazione del conflitto sul fronte italo-austriaco – il più difficile a detta di tutti, poiché prima di allora nessuno aveva combattuto a più di 3.000 mt d’altezza, vicino ai ghiacciai eterni – lo spettacolo si svolge su un doppio binario narrativo: colto e popolare assieme. Da una parte la testimonianza dei grandi poeti: tra gli altri Ungaretti, Palazzeschi, Gadda, Alvaro, Rebora, D’Annunzio, Folgore, Soffici, Govoni, Boccioni e Marinetti, dall’altra le misere lettere in dialetto sgrammaticato dei soldati in trincea. In programma anche alcuni brani tratti dalle memorie di Malaparte, Caccia Dominioni, Frescura, Fabi, Lussu, Monelli, Salsa, Solmi; i contributi poetici di Majakovskij, Joyce, Apollinaire, Eliot; la sintesi ungarettiana, poesia scabra e dura come pietra carsica; la grande memorialistica italiana.
Accanto ai momenti salienti della guerra sugli Altipiani e sul Carso, si racconta la vita in trincea: l’attesa spasmodica dell’assalto, il battesimo del fuoco, il sonno della giovane vedetta, la paura della morte e l’orrore delle carneficine causate dalle nuove armi, la fame la sete il freddo e il caldo sofferti, gli atti di eroismo, la solidarietà, la curiosità per il nemico, a volte così vicino da sentirlo respirare e cantare e prendere il caffè. E ancora: la prigionia, le decimazioni, l’autolesionismo per disertare la guerra. Non mancano involontari pezzi comici, legati ai disagi: topi ammaestrati o espedienti per convivere con i cadaveri con cui bisogna ‘affiatarsi’. Un affresco umanissimo.
Il rapsodo Cosimo Cinieri, nel costume di un semplice fante, appare come un reduce, pronto a spogliarsi delle sue reliquie: una stampella a cui s’appoggia e una maschera/protesi a risanare terribile ferite, per raccontarci la drammatica odissea. Il ‘teatro di guerra’ sta lì a ricordarci – come ha sottolineato Andrea Cortellessa – che per la prima volta l’uomo visse la guerra moderna come uno spettacolo grandioso, che avvince almeno quanto fa inorridire.
Le musiche della Banda spazieranno dai canti di guerra e di contestazione: nel repertorio La leggenda del Piave, Ta-pum, La campana di San Giusto, O Gorizia tu sei maledetta, fino alle canzoni napoletane dell’epoca, brani lirici e sinfonici (Mozart, Verdi, Gounod e Sibelius), oltre alle più acclamate canzoni di café-chantant, tra cui la celebre Frou frou del tabarin.

GUERRA! ‘15/18 è prodotto dall’Ass. Culturale “Vagabonda Blu”, in collaborazione con la Regione Lazio e Musica per Roma. L’evento rientra nell’ambito de “Le Rose del Parnaso Festival itinerante” (2a Edizione) e gode del patrocinio di: Commemorazioni centenario I Guerra mondiale, Senato della Repubblica, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, Regione Lazio, Comune di Roma, Biblioteche di Roma. Si ringrazia per la collaborazione la Cineteca del Friuli Venezia Giulia.

Prezzi:
Intero: 15 euro
Ridotto: 10 euro (cral e centri anziani); 8 euro (ragazzi under 16)
Con LA BANDA MUSICALE DELL’ESERCITO ITALIANO diretta dal M° ANTONELLA BONA

E con CARMELA MAFFONGELLI, soprano; ANDREA FERMI, tenore; MARCELLO FIORINI, fisarmonica; gli allievi attori della Scuola di Teatro FONDAMENTA e i danzatori della SCUOLA BAILA DANCE e OFFICINA DANZA.

Consulenza storico-bibliografica MICHELE D’ANDREA
Drammaturgia e Regia: IRMA IMMACOLATA PALAZZO

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA DI ROMA – SALA SINOPOLI
Viale Pietro de Coubertin 30 – Roma.

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