Abbiamo avuto modo di assistere in anteprima al film FEMMINILE SINGOLARE, in uscita nelle sale l’11 maggio 2022 in occasione della ricorrenza della sottoscrizione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica del 2011 nota anche come Convenzione di Istanbul. Il film, composto da sette episodi distinti è distribuito da Artex Film, che lo ha anche ideato, promosso da Ihaveavoice APS e prodotto da Fulldawa Production, CSC Production, Coffee Time Film, Elena Beatrice & Daniele Lince, AR Production, Sly Production, Diero Film e Arena. I sette episodi vedono tra le protagoniste Catherine Deneuve, Monica Guerritore, Violante Placido, Agnese Claisse e Dorothée Gilbert, Prima ballerina dell’Opéra di Parigi, qui al suo debutto sul grande schermo.
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FEMMINILE SINGOLARE: sette storie al singolare che parlano ad una pluralità

La pellicola della durata di 92’ è strutturata come una miscellanea di cortometraggi che, ognuno con una poetica propria, evidenzia gli squilibri di genere che ancora sono presenti nel nostro mondo.
Nel primo capitolo, Nascita di una stella diretto da James Bort, una ballerina di talento (Dorothée Gilbert) proprio in un momento cruciale della sua carriera scopre di essere in stato interessante. Tuttavia, questa circostanza, da essere un difficile momento di scelta, diviene un’occasione per cogliere la pienezza del vivere, consentendo alla protagonista di essere al contempo donna, ballerina e madre. Il secondo episodio, Il vestito da sposa diretto da Rafael Farina Issas, vede Simona, interpretata da Monica Guerritore, nei panni di una madre e moglie che provvede alla famiglia, una donna del popolo, unica lavoratrice del nucleo familiare che deve a tutti i costi portare la figlia al matrimonio. Ballerina diretto da Kristian Gianfreda è il terzo episodio, dove si narra la storia, tra immaginazione e realtà, di una prostituta che si scontra con la brutalità maschile e l’indifferenza femminile e che pone nei desideri di una bambina (rappresentazione onirica della protagonista) incontrata su un autobus notturno, la possibilità di immaginare un futuro soddisfacente e libero dalla sopraffazione. In Ajo (Lei) diretto da More Raça, si mostrano le vicende di una famiglia patriarcale kosovara nella quale madre e figlia, con coraggio, spezzano antiche consuetudini. Il quinto episodio, Waiting for diretto da Matteo Pianezzi, mette al centro della narrazione un complesso rapporto madre-figlia fotografato nel delicato momento della malattia della madre. Il penultimo episodio dal titolo Hand in the cup diretto da Adriano Morelli racconta allo spettatore la problematica della sessualità nella disabilità. L’ultimo episodio, Revirgination diretto da Elena Beatrice e Daniele Lince conduce invece lo spettatore nelle antiche tradizioni matriarcali albanesi, dove la madre dello sposo deve essere presente nella camera da letto degli sposi durante la prima notte di nozze per testimoniare la verginità della sposa.
FEMMINILE SINGOLARE: sette episodi sotto un’unica luce

Pur vivendo di scelte artistiche diverse, i sette cortometraggi presentano una certa omogeneità per quanto riguarda la luce nelle quali si svolgono le vicende narrate. Indipendentemente dal fatto che le scene si svolgano in interni o esterni, la fotografia si manifesta sempre con toni dimessi, in low key: gli interni sono spesso claustrofobici, si vive quasi nascosti in casa (Il vestito da sposa e Hand in the cup) dove sembra si celino i problemi e le nevrosi, vissuti rigorosamente in privato e conosciuti, nella migliore delle ipotesi, solo dai membri della famiglia. Per ciò che concerne la luce che disegna le riprese in esterno, ciò che si nota è il fatto che non è presente mai la luce del sole: regna la notte (Ballerina e Waiting for) oppure vengono proposti diurni cieli coperti da nubi (Ajo e Revirgination). Tutte le vicende si svolgono in assenza di luce solare diretta, quasi a suggerire che ciò che viene mostrato è la parte colpevole e vergognosa dell’essere umano, un’impalcatura culturale incresciosa, che, anche se indebolita da nuove prese di coscienza, perdura nel dispensare iniqui sensi di colpa nelle donne di tutto il mondo.
FEMMINILE SINGOLARE: tra parità di genere e conflitti generazionali
Se il tema principale del film è la parità di genere, occasione per mostrare il quotidiano di ogni donna che si compie tra discriminazioni, sguardi pregni di pregiudizi e violenze fisiche e psicologiche, in FEMMINILE SINGOLARE si scorgono altre tematiche secondarie non prive di importanza. In primo luogo, un motivo che ricorre in più episodi, è quello legato al conflitto generazionale tra madri e figlie. Rapporti lacerati, dolorosi, fatti da scelte non condivise e da aspettative mancate ai quali le figlie rispondono cercando di imporre la loro visione del mondo che spesso le porta ad un allontanamento, dalla madre o addirittura dal nucleo familiare. Altra tematica che scorre nel testo del film è la maternità, intesa come parte essenziale della femminilità, elemento inscindibile che tuttavia si scontra con il mondo a trazione maschile, incentrato sul mito del lavoro, della carriera, che spesso inquina anche il mondo femminile.
FEMMINILE SINGOLARE: la femminilità espressa attraverso l’elemento musicale

I sette cortometraggi costituenti il film sono per lo più ben realizzati e a tale risultato concorre un’accurata scelta musicale. Nascita di una stella inizia sulle note del Bolero di Ravel; la difficoltà di armonizzare il femminile in una realtà forgiata dagli uomini trova il suo paradigma musicale proprio nel brano che accompagna buona parte del cortometraggio. Il Bolero, virtuosismo di orchestrazione, si compone di due temi che vengono esposti sopra un ritmo sempre uguale. Una parte melodica, sinuosa e calda che esprime unicamente se stessa, simbolicamente femminile, viene inghiottita dal ritmo ossessivo in crescendo, chiaro sigillo marziale di genere maschile, che contiene e conclude a suo piacimento la melodia. Altro momento espresso magistralmente nel dialogo musica-immagini si apprezza nel corto Ballerina, dove le immagini indugiano sul corpo della protagonista, una prostituta (Agnese Claisse), devastato da ferite interiori ed esteriori e trattato in profondità, oserei dire scandagliato, dalla struggente melodia tratta dal madrigale Poiché del mio dolore di Claudio Monteverdi proposto in un arrangiamento moderno dalla voce di Arianna Lanci.
FEMMINILE SINGOLARE: un riuscito collage cinematografico che prende spunto dal femminile
I sette episodi del film riescono nel complesso a scandagliare il femminile, anche se qualcuno risulta forse deficitario all’interno della narrazione. A questo proposito appare fin troppo didascalico Hand in the cup, decisamente troppo breve anche solo per introdurre l’argomento proposto, come anche appare forse troppo semplicistico (ma con una bravissima Monica Guerritore) Il vestito da sposa. Tra gli episodi più riusciti si segnalano Nascita di una stella, Ballerina, Waiting for, Ajo e Revirgination. Tuttavia, il miglior pregio del film è porre l’attenzione su tematiche spesso sottovalutate quando non proprio sottaciute, realizzando in questo senso un cinema scomodo, di critica sociale, dal quale possono essere tratti infiniti spunti di riflessione non solo sulla condizione femminile ma anche riguardo alle domande esistenziali che affollano la mente di ogni essere umano circa i rapporti intra e interpersonali; relazioni molteplici e controverse che ognuno è destinato a portare avanti solo per il fatto di essere al mondo.
Visto in anteprima il 7 maggio 2022
Artex Film
Presenta
FEMMINILE SINGOLARE
Un film ad episodi di James Bort, Rafael Farina Issas, Kristian Gianfreda, More Raça, Matteo Pianezzi, Adriano Morelli, Elena Beatrice e Daniele Lince
Con Monica Guerritore, Catherine Deneuve, Violante Placido, Agnese Claisse, Pierre Deladonchamps e Dorothée Gilbert
Prodotto da Fulldawa Production, CSC Production, Coffee Time Film, Elena Beatrice & Daniele Lince, AR Production, Sly Production, Diero Film e Arena.
Dall’11 maggio al cinema