La redazione di Gufetto-Musica, torna a recensire album e progetti discografici indipendenti: questo emse ci occupiamo di ENDLESS, il primo album di Luca D’Alberto, musicista polistrumentista che si è dedicato personalmente alla registrazione di tutti gli strumenti, poi arrangiati insieme nei brani di questo suo lavoro; una raccolta di musica neo-classica, elettronica, ambient e contemporanea, in cui si evidenzia la ricerca del suono emozionale, espressivo, di motivi e sonorità in risonanza con le corde biografiche dell’essere umano.
Il lavoro è uscito il 26 maggio per la neonata !7k, prima produzione come sub-label della rinomata etichetta discografica indipendente K7, che ha fatto proprie le esigenze di dedicarsi alla musica neo-classica e alle frontiere di quella musica contemporanea che ricerca nuovi significati da riprodurre con strumenti classici e non.
Ma le necessità artistiche prima di approdare nelle case discografiche vengono partorite dalle singole sensibilità, ciascun artista lavora su se stesso. La sensibilità di Luca D’Alberto si colloca all’interno di un movimento artistico in realtà molto diffuso che vede nel minimalismo e nella grandezza del suono puro, scevro di virtuosismi, nel potenziale dell’atmosfera ambient e nella cinematicità dei motivi, in questi moderni significati dell’ ascoltare e del creare musica, la frontiera più fertile per l’esplorazione artistica.
Il successo galoppante delle colonne sonore per il cinema, che le rende quasi l’opera lirica del XX e XXI secolo, ha dato modo di rivalutare l’aspetto immaginifico della musica, di suggerire alle orecchie cosa potremmo vedere con lo sguardo, un po’ come inversamente accadde nella pittura di Kandinskij, che volle al contrario dipingere ciò che potremmo ascoltare nella musica.
Anche qui in ENDLESS veniamo trasportati, come per la colonna sonora di un film, dai sensi uditivi a quelli immaginativi, in un luogo remoto, come in un dipinto appunto, e allora il carattere ambient dei brani di D’Alberto ci apre gli occhi sui paesaggi interiori, i diversi motivi lasciano esplorare i colori delle emozioni più forti.
Nei suoi brani non si riscontra esattamente un tema che abbia poi degli sviluppi, si elaborano piuttosto dei pattern musicali da riproporre e caratterizzare, nelle variazioni cromatiche di una tinta unita che non permette di configurare il brano come un discorso, ma lascia un’immagine in cui perdersi, perdersi tra le emozioni, fra una riga e l’altra del pentagramma.
In tutto questo per il musicista un importante ruolo lo assumono lo spazio e il tempo, come ci suggeriscono i titoli dei brani. C’è una storia, d’amore presumibilmente ma non solo, una storia senza fine – endless appunto – ma il cui tempo, anch’esso senza fine, ha un inizio ed un nuovo inizio. Una storia che dunque si ripete o ricomincia cercando di cambiare, ma che nel suo ripetersi (Start again) mediante i pattern musicali, dà l’idea di una storia ciclica di joiceana memoria, come di joiceana sapienza sono le epifanie che ci regalano le suggestioni così intense delle melodie di Luca D’Alberto. Quelle che per la dimensione spaziale ci calano in luoghi onirici, in Her dreams nei sogni di una Lei, rivolgendosi agli sconfinati paesaggi di ovunque ella sia (Everywhere you are).
Tale dimensione senza confini suggerita dalla musica di Endless ci riporta ancora alla pittura, quella del romantico viaggiatore che rimane in silenzio a contemplare l’immensità e in essa l’immensità del silenzio stesso (Screaming Silence).
Luca D’Alberto ha creato una pagina di YouTube dedicata al suo lavoro, all’interno della quale è possibile anche ascoltare versioni live dei brani di Endless, e dove anche i video danno un valore aggiunto alle sue composizioni. Da seguire.
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Luca D'Alberto – Endless (Official Music Video) su Youtube