STORIA DI MIA MOGLIE @Cinema Adriano: il racconto di un matrimonio tra luci ed ombre – In sala dal 14 aprile!

Lunedi 4 aprile presso il cinema Adriano di Roma abbiamo assistito con piacere all’anteprima riservata alla stampa del film STORIA DI MIA MOGLIE della regista ungherese Ildikò Enyedi, adattamento tratto dal romanzo La Storia di mia moglie di Milàn Füst e interpretato da Léa Seydoux, Gijs Naber, Louis Garrel e con la partecipazione dei nostri Sergio Rubini e Jasmine Trinca.

Il film è stato realizzato da una coproduzione internazionale firmata per il nostro paese da Palosanto Films in collaborazione con RAI Cinema e sarà nelle sale dal 14 aprile 2022.

Storia di mia moglie: una trama sentimentale tra luci e ombre

Storia di mia moglie

Il film, suddiviso in sette capitoli, si svolge negli anni Venti del Novecento e vede al centro della vicenda Jakob Störr (Gijs Naber), comandante olandese di navi mercantili, abile e stimato sul mare quanto apparentemente spaesato e anonimo sulla terraferma. Preso da malesseri provocati dalla solitudine, quasi per scommessa decide con il suo amico Kodor (Sergio Rubini) di sposare la prima donna che entra nel locale nel quale è seduto. I suoi occhi si poseranno su Lizzy (Lèa Seydoux) la quale risponderà positivamente all’azzardo del comandante accettando la sua proposta. Questo sarà l’inizio di un lungo gioco, intessuto da gelosia, allontanamenti, riavvicinamenti, scene d’amore, scatti d’ira e presunti tradimenti. La vita tendenzialmente tranquilla del comandante Störr viene così sconvolta dalla personalità inafferrabile e ambigua della moglie, la quale conduce la sua vita in maniera spensierata indipendentemente dai dubbi covati dal marito.

Storia di mia moglie: una pennellata di luce calda su una storia d’amore

Gli stati d’animo complessi e disconfermanti che ispirano il film vengono evidenziati dalla magistrale fotografia di Marcell Rév che riesce a condurre abilmente lo spettatore nell’intricato labirinto emotivo costruito dalla sceneggiatura grazie ad una luce dai toni caldi ed espressivi che negli interni ricalca la dimensione pittorica dello stile dei pittori fiamminghi post-caravaggeschi.

Le forme, come le emozioni rappresentate, non sono mai nette, le ombre, come le luci non sono mai assolute e sottolineano in modalità spot la presenza di un viso, di mani inquiete che preannunciano un tradimento o un atto sessuale prolungato, richiamando alla mente le composizioni dei tableaux vivant dei secoli passati.

Anche le curate ambientazioni e gli impeccabili costumi vengono esaltati dalle pennellate di luce che in maniera discreta riescono a ricreare un’ambientazione tipicamente nordeuropea (la storia si svolge tra Parigi, il Mare del Nord e Amburgo). In questo contesto la discrezione esteriore nasconde forti inquietudini interiori che si manifestano appunto tra le mura di case borghesi ordinate ma con parecchie ombre che incombono sulla vita dei loro inquilini.

Storia di mia moglie: la regia di Ildekò Enyedi

STORIA DI MIA MOGLIE è il primo film che la regista ungherese realizza dall’adattamento di un romanzo, e se vogliamo, in questo caso, lo fa per rendere omaggio ad uno scrittore che ama fin dall’adolescenza. La storia che ci presenta la Enyedi è raccontata attraverso inquadrature ben realizzate e si presenta estremamente fluida e inafferrabile sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista sentimentale.

Il Matrimonio, un gioco rituale secondo Enyedi

L’elemento del quale è intriso il film è la costante presenza dell’acqua, sia sotto forma di mare che di pioggia, mentre dal punto di vista del rapporto di coppia, l’istituzione del matrimonio appare nel film come un gioco rituale iniziato per scherzo e condotto con leggerezza e senza alcun cenno di intesa profonda, che dura il tempo che il fato vuole che duri. Come canta verso la fine del film il comandante Störr: «la vita la porta il vento sul mare salato», a testimoniare che ogni tentativo di controllare la propria esistenza è vana, risultando impossibile controllare ciò che è incotrollabile.

Enyedi: la narrazione temporale in STORIA DI MIA MOGLIE

Un altro aspetto da evidenziare è rappresentato dal fatto che la Enyedi tratta la vicenda isolandola in una bolla temporale contenente solo il presente dove i protagonisti sembra non abbiano mai avuto legami provenienti dal passato né tantomeno la possibilità di immaginare un futuro. Il presente in questione è mutevole, ma sempre vissuto con l’intenzione di cogliere l’attimo, di assecondare gli eventi, a godere del momento, in quanto “del doman non c’è certezza”: si passa con disinvoltura da uno spensierato fox-trot ad un sensuale tango, come del resto dal sospetto di un tradimento ad un amplesso sfrenato. L’interpretazione registica sembra suggerire che il motore degli accadimenti sia proprio la protagonista femminile, che con la sua spensieratezza riesce a vivere pienamente il presente.

Storia di mia moglie: incomprensioni che si risolvono in un inevitabile scontro di genere

Come nei film precedenti Ildekò Enyedi in STORIA DI MIA MOGLIE tratteggia un ruolo femminile pienamente emancipato, che esprime al contempo sensibilità, ambiguità e un marcato senso di indipendenza, anche se non economica. Lo scontro tra i sessi, fatto essenzialmente di provocazioni, nel film si rende concreto nell’impossibilità di una conciliazione tra un maschile prevalentemente onesto, ma fin troppo prevedibile e un femminile imperscrutabile, come anche tra un uomo che quando cerca di tradire la moglie viene mostrato impacciato e una donna che non sapremo mai se ha davvero tradito il marito.

Storia di mia moglie: una lunga e drammatica versione sentimentale della vita

Tra i punti a favore della pellicola diretta da Ildekò Enyedi sono da annoverare una poetica distinguibile espressa da una colonna sonora, una sceneggiatura, e una fotografia in perfetta sintonia tra loro. Anche grazie a questo il film è abbastanza coinvolgente nonostante la sua durata forse eccessiva (169’) che viene parzialmente alleggerita dalla presenza di battute ironiche disseminate nel copione capaci di strappare qualche sorriso, a volte amaro, agli spettatori. Proprio la durata è forse un limite del film che vive di corsi e ricorsi narrativi praticamente monotematici e a volte dal sapore claustrofobico che probabilmente andavano snelliti in fase di montaggio.

Tuttavia, STORIA DI MIA MOGLIE si presenta come un imponente film drammatico-sentimentale con toni ossessivi che pone questioni e scaturisce riflessioni: quanto siamo capaci di controllare le nostre vite? Quanto è difficile far coesistere la fiducia reciproca e la necessità di indipendenza? Ma la domanda ultima, e forse definitiva, che Ildekò Eynedi pone agli spettatori è sostanzialmente questa: quanto può essere difficile stare al mondo?

Visto alla prima stampa il 4 aprile 2022.

Altre Storie | Palosanto Films | Rai Cinema  

presentano

un film di Ildikó Enyedi

con Léa Seydoux | Gijs Naber | Louis Garrel | Sergio Rubini | Jasmine Trinca 

tratto dal romanzo La Storia di mia moglie di Milán Füst 

Una produzione INFORG-M&M FILM in associazione con NATIONAL FILM INSTITUTE HUNGARY  
Prodotto da PALOSANTO FILMS con RAI CINEMA e da KOMPLIZEN FILM   
In associazione con PYRAMIDE PRODUCTIONS
Opera realizzata con il sostegno di MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI E PER IL TURISMO, EURIMAGES, REGIONE LAZIO – FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L’AUDIOVISIVO, DFFF, FILMFÖRDERUNG HAMBURG SCHLESWIG-HOLSTEIN, FILMFÖRDERUNGSANSTALT, MEDIENBOARD BERLIN BRANDENBURG MALTA FILM COMMISSION AND THE GOVERNMENT OF MALTA, CREATIVE EUROPE MEDIA, RTL KLUB, DORJE FILM 
In coproduzione con WDR/ARTE, ARTE FRANCE CINEMA con la partecipazione di ARTE FRANCE 

Dal 14 aprile solo al cinema

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF