TVATT – Musiche dal progetto teatrale è il secondo lavoro della formazione strumentale Camera, formata da Agostino Pagliaro, Marco Pagliaro, Antonio Arcieri e Luigi Morra, parte integrante dell'omonimo spettacolo che tornerà in scena il 12 e 13 Aprile a Roma, e rappresenta un interessante incursione nel campo delle colonne sonore, con uno stile originale e poco banale.
I Camera sono un gruppo strumentale campano formato da Agostino Pagliaro, Marco Pagliaro, Antonio Arcieri e Luigi Morra, che si è specializzato in un campo dalle interessanti potenzialità: quello delle colonne sonore per le produzioni teatrali. Formazione che si avvicina ai 10 anni di attività in questo campo, è alla sua seconda produzione discografica, dopo Favole e apocalissi del 2012 (sempre sotto l’etichetta MarteLabel).
Questo loro secondo lavoro si inserisce nel progetto teatrale TVATT (acronimo per Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali), partito nel 2015, di cui è parte fondamentale fin dalla sua ideazione. Lo spettacolo sarà di nuovo in scena il 12 e 13 Aprile al Teatro Documenti di Roma, e Gufetto lo seguirà per voi.
Della formazione fa parte l’attore Luigi Morra, regista e interprete dello spettacolo. Il disco si apre con una traccia solo recitata, quasi ipnotica, titolata, non a caso, Mantra di TVATT, che introduce anche lo spettacolo teatrale. In dialetto campano, ripetitiva, con un onomatopeico tema ricorrente, sembra anticipare quello che sarà un fil-rouge di tutto il disco: una forte ritmicità associata a frasi ostinate.
È dal secondo brano (Naso rotto) infatti che si delinea l’intenzione stilistica dell’intero concept-album dei Camera (quasi anticipata dallo stesso packaging): definire un universo sonoro tagliente e oscuro dove il ritmo di una batteria essenziale accompagni l’ascoltatore (e plausibilmente lo spettatore) in una caduta onirica verso un basso che non arriva mai.
La natura di soundtrack è ovvia sin da subito: la stessa natura strumentale dei brani, le frasi lunghe, le atmosfere sospese, la stessa ripetitività dei temi sono coerenti con quella che dovrebbe essere la base per un’azione che non vediamo. È questo vero nel caso di quei brani accomunati dal tema ricorrente proposto nel brano Mia prefica, che ritroviamo in versione solo pianistica nella quinta traccia del disco (Mia prefica piano, forse il momento più debole dello stesso) e come vero e proprio sottofondo al monologo di Favoletta vera senza morale.
Una natura da soundtrack riconoscibile in alcune tracce, dicevamo, ma nel disco dei Camera c’è veramente qualcosa di più a renderlo un elemento perfettamente a sé stante: ogni brano presenta una struttura definita, con uno svolgimento durante il quale avvengono degli imprevisti, variazioni sia a livello tematico che timbrico, che suggeriscono per ogni traccia una storia inquietante da cui l’ascoltatore è tenuto sulle spine fino al finale.
Altro elemento che rende il lavoro dei Camera un oggetto artistico fruibile indipendentemente dallo spettacolo teatrale da cui prende nome, sono le incursioni vocali da parte degli attori dello spettacolo stesso. Di queste è da sottolineare innanzitutto la musicalità del dialetto campano, elemento di cui sembrano essere consapevoli sia la band che gli attori visto l’uso che ne fanno.
Come da sottolineare è anche il missaggio delle voci (a cura di Antonio Arcieri) che in alcuni dei brani in cui esse sono preponderanti (pensiamo allo stesso Mantra di TVATT iniziale, a Da soli sulla spiaggia e Arritirate a’ casa) riesce a integrarla come elemento strumentale e ne valorizza le sfumature attraverso un sapiente uso degli effetti.
Va dato senz’altro merito ad una produzione che, seppur indipendente, presenta una cura del suono degna di nota per un disco caratterizzato da tale eterogeneità sonora e stilistica. Dal punto di vista timbrico il disco è infatti molto ricco, con un comparto strumentale che va dagli oggetti di scena fino ai synth, in una immaginaria formazione che potrebbe eseguire adeguatamente un folle repertorio che vada da Roberto Murolo fino ai Radiohead, passando per Steven Wilson. E in effetti è proprio la natura sfuggevole di composizioni tuttavia così essenziali a rendere interessante un lavoro come quello dei Camera.
Sul piano esecutivo è evidente come l’utilizzo degli strumenti, apparentemente semplice, ridotto all'osso potremmo dire, ne denoti la padronanza da parte dei tre musicisti. Elemento suggerito anche dalle soluzioni melodiche e armoniche che sembrano banali solo rarissimamente (nel già citato Mia prefica piano), laddove per praticamente tutto l’album evolvono in modo originale e per lo più inaspettato.
TVATT, musiche dal progetto teatrale si presenta, in conclusione, come una produzione molto interessante, frutto di un’esplorazione ispirata di un’”area grigia” fra la musica e il testo teatrale, dove l’una è alimentata dall’altro e viceversa. È comunque ideato per essere un ascolto godibile e interessante pure se slegato dallo spettacolo, intenzione chiara anche dalla confezione del CD, essenziale e elegante e con diversi rimandi alle scene.
Info:
TVATT
Dal 12/04/2017 al 13/04/2017 -Teatro di Documenti, via Nicola Zabaglia, 42: scoprilo nel nostro calendario
Città :Roma
Teorie Violente Aprioristiche Temporali e Territoriali
uno spettacolo di Lugi Morra liberamente ispirato "East" e "West" di Steven Berkoff
Con: Luigi Morra, Pasquale Passaretti, Eduardo Ricciardelli
Musiche e suono: Camera
Luci e video: Domenico Catano
Elementi scenici: Stefano Zecchini
Drammaturgia e regia : Luigi Morra