Breve intervista a Gianni De Feo, regista e interprete di "Grido d'amore- Edith Piaf" al Teatro dei Conciatori di Roma

A seguito dello spettacolo GRIDO D'AMORE andato in scena al teatro dei Conciatori, Intervistiamo Gianni De Feo, poliedrico attore e cantante, che ha diretto e interpretato lo spettacolo "Un grido d'amore- Edith Piaf" in scena fino al 10 gennaio 2016 al Teatro dei Conciatori di Roma.

Francesca Calisti: raccontaci qualcosa su come nasce lo spettacolo dedicato ad Edith Piaf.

Gianni De Feo: Ci sono due piani nello spettacolo: la biografia delle Piaf e un grido d’indipendenza dell’arte. Io ho vissuto a Parigi per un lungo periodo e spesso andavo a passeggiare al cimitero Pére Lachaise camminando tra le tombe di artisti famosi e di sconosciuti. Parigi è una città che stimola la forza creativa. Questo spettacolo è dedicato a Edith Piaf e a tutti gli artisti.  Lo spettacolo comincia con una margherita e finisce con un mazzo di fiori. Il fiore diventa il simbolo della vita e dell’arte. Tutto il significato dello spettacolo viene sintetizzato nel monologo finale: sull’arte, sull’inutilità delle cose e sul grande valore dell’inutilità e di ogni piccolo fiore. E dalla nascita di Edith Piaf all’inizio si respira il clima circense e malfamato della Parigi del 1915 dove c’era prostituzione, delinquenza. Racconto il mondo di questo piccolo fiore che nonostante tutte le difficoltà è riuscita a vivere fino a 48 anni. Ho visto in lei il simbolo di un fiore che nonostante spunti in mezzo al marciapiede riesce comunque ad andare avanti grazie al dono dell’arte. Fare uno spettacolo esclusivamente autobiografico non m’interessava.  All’inizio dello spettacolo si sente la voce dell’artista nell’opera teatrale “Le bel indifférent” di Jean Cocteau, aggressiva, nata con rabbia e di grande forza realistica. 

Francesca Calisti: come mai ha scelto d’inserire nello spettacolo anche una canzone tradotta in italiano?

Gianni De Feo: sentivo l’esigenza di cantare anche qualcosa in italiano perché mi serviva un modo per traghettare il personaggio verso il mio mondo. La canzone “L’albergo ad ore” è  di Edith Piaf tradotta nel 1972 in italiano da un grande poeta: Herbert Pagani. Mi serviva questo momento italiano per rendere chiaro il passaggio verso il personaggio che lascia tutto e nel suo girovagare si ritrova nel cimitero di Père Lachaise e dedica un omaggio floreale alla tomba di Edith Piaf.

Francesca Calisti: é incredibile come tu sia riuscito a far emergere tutta la passione e la forza di questa piccola, grande donna. Ne ero già appassionato prima di cantare le sue canzoni a teatro?

Gianni De Feo: Non la conoscevo prima di realizzare questo spettacolo e mi è stata suggerita mentre stavo facendo uno spettacolo sulla canzone francese con altro repertorio. Non avrei mai pensato ad una sua biografia ma approfondendo la sua storia con Ennio Speranza, l’autore del testo, abbiamo pensato che la sua vita era già uno spettacolo. Grido d’amore ha debuttato nel 2006 è stato poi interrotto dopo 5 anni e ripreso quest’anno in occasione del centenario dalla nascita. 

Per chi si fosse perso questo bellissimo omaggio ad Edith Piaf, In questi giorni Gianni De Feo sta lavorando ad uno spettacolo-concerto dedicato a Sergio Endrigo che debutterà il prossimo 8 marzo al teatro Lo Spazio e noi di Gufetto non mancheremo di sicuro.

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