Abbiamo avuto modo di vedere in anteprima il poetico docufilm AMATE SPONDE scritto e diretto dal regista Egidio Eronico. La pellicola è stata presentata il 26 novembre 2022 al Torino Film Industry ed è stata prodotta da Alessandro Carroli per EiE Film, da Leonardo Baraldi per Schicchera Production e da Roberto Pisoni, Dino Vannini e Gaia Pasetto per Sky in coproduzione con Luce Cinecittà.
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AMATE SPONDE: una sinfonia di suoni ed immagini

Il docufilm di Eronico, che trae il titolo dall’incipit della poesia di Vincenzo Monti, “Bella Italia, Amate sponde”, a prima vista risulta essere un atto d’amore verso l’Italia, quasi un tributo, privo però di qualsiasi retorica e lontano anni luce da qualsiasi luogo comune legato al Belpaese.
Il film inizia mostrando la penisola dallo spazio, non-luogo dal quale la cinepresa ad alta definizione precipita fino a giungere sopra ad un fuoco rituale intorno al quale i mamuthones sardi partecipano ad un tradizionale cerimoniale propiziatorio. Ad un inizio che conduce lo spettatore dall’immensamente grande al particolare, vera introduzione di un primo movimento di una sinfonia, segue lo svolgimento del primo tema che si palesa attraverso un susseguirsi di spettacolari immagini, per lo più riprese da drone, dove si alternano viste di fiumi, mari, fanghi, vulcani con le loro lingue di fuoco e particolari di terre screpolate che esaltano affascinanti motivi geometrici naturali. Tutto ciò è proposto senza l’ausilio di un testo ed in intima connessione con la splendida colonna sonora firmata da Vittorio Cosma, perfettamente sincronica con le immagini e il montaggio.
Il secondo atto della sinfonia introduce le attività produttive dell’uomo che si pongono in contrasto con la prorompente bellezza della natura, spostando lentamente, ma con maestria, l’attenzione dall’aspetto prettamente naturalistico a quello antropologico: al paesaggio industriale si aggiunge il paesaggio urbano presentato insieme al variegato campionario umano fatto di donne, uomini, bambini, anziani, turisti, clochard, immigrati.
AMATE SPONDE: una visione etica

Il progetto di Eronico, sostenuto da ben sette Film Commission regionali, risulta essere una sfida ambiziosa, in quanto il regista in 78 minuti comprime, e lo fa in maniera eccellente, un esorbitante numero di elementi eterogenei, con l’obiettivo di restituire la complessità del reale. Tuttavia, tra i tanti modi nei quali potrebbe raccontare un paese, egli lo fa nel modo forse più poetico e soprattutto in una dimensione etica capace di mostrare senza esprimere giudizi, e che si pone da specchio a due facce dove da un lato lo spettatore attento si può intimamente riconoscere, mentre dall’altro lato allarga lo sguardo di quest’ultimo fino a renderlo consapevole di realtà nazionali spesso sottaciute. Eronico coadiuvato dalla fotografia di Sara Purgatorio, realizza immagini che si lasciano contemplare nell’atto di mostrare bellezza e devastazione, umana e ambientale, sottolineando in questo modo la contraddittorietà del nostro paese e non solo, ma anche attualizzando la datata, ma sempre valida, contrapposizione tra natura e cultura, tradizione e innovazione come anche tra il consueto e l’introduzione di novità. Le sole immagini, in questo senso, divengono fonte di una possibile verità nella misura in cui, a differenza del logos, non esprimono opinioni né sulle cose, né sul paesaggio, né tantomeno sui mutamenti antropici.
AMATE SPONDE: un docufilm di grande coerenza espressiva

Il lato del docufilm di Eronico che convince pienamente si colloca probabilmente nella pari dignità con la quale il regista romano mostra i paesaggi, rurali o urbani, e le persone. Nel film si avverte come una città, un caseggiato, un complesso industriale e finanche un ecomostro, possiedono una loro personalità, una storia, che seppur controversa, li lega a quel territorio e li mette in relazione con quelle persone che quel luogo frequentano, con quei volti che con la loro presenza condividono con il paesaggio l’inquadratura. Ciò che Eronico isola nel rettangolo di ripresa, indipendentemente se questo possa risultare gradevole o sgradevole, è comunque un elemento strutturale necessario alla narrazione, assumendo la dimensione di protagonista e influenzando il carattere di questa in maniera sempre funzionale al fine di rendere un racconto complesso come questo di AMATE SPONDE, un fluente scorrere di immagini che conservano in essere un poetico fine espressivo connotato da un’estrema onestà intellettuale.
AMATE SPONDE: dalla realtà alla speranza
Attraverso un riuscito contrappunto visuale, quindi, Egidio Eronico realizza un affresco concettuale abitato da contrasti e contrapposizioni dove, attraverso l’uso di un montaggio alternato, i cumuli di spazzatura fanno da contraltare ad avanzati progetti di robotica, dove anziani contadini trasportano ancora la legna a dorso di mulo mentre astronauti con il tricolore sul braccio occupano una stazione spaziale. Nel ritratto filmico di Eronico si avverte però anche un grido d’allarme emesso sia da un’ambiente naturale sempre più in pericolo a causa dell’eccessivo sfruttamento delle sue risorse che da una realtà umana dove le differenze sociali si fanno sempre più marcate e le armi del divertimento e del consumismo sembrano essere utili strumenti di annebbiamento mentale di massa. La speranza sembra risiedere solo in un ripensamento dei nostri stili di vita e in un auspicabile uso appropriato degli strumenti tecnologici che ci verranno concessi, si spera per un uso finalizzato a riconquistare un rapporto sano con la natura e al saper riconoscere, e rispettare, la bellezza che ci circonda della quale dovremmo essere gelosi custodi.
Visto il 26 novembre 2022
AMATE SPONDE
Un film scritto e diretto da Egidio Eronico
Fotografia di Sara Purgatorio
Musiche di Vittorio Cosma
Prodotto da Alessandro Carroli per EiE Film
Leonardo Baraldi per Schicchera Production
Roberto Pisoni, Dino Vannini e Gaia Pasetto per Sky in coproduzione con Luce Cinecittà
Media Partnership: CNR, Lega Ambiente, Istituto Italiano di tecnologia di Genova, ISPRA, WWF Italia, Società geografica italiana e Istituto di Astrofisica
Film realizzato con il sostegno delle Film Commission delle regioni:
Piemonte, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia
Per la realizzazione del film in Piemonte è stata fondamentale la collaborazione con Kappa FuturFestival, il principale festival di musica elettronica d’Italia le cui immagini appaiono nel film, e anche la disponibilità di Iren, Stellantis e ALTEC, per il racconto che riguarda il distretto aerospaziale.