La mostra rappresenta la prima iniziativa di grande retrospettiva dedicata in Italia al tema della Street Art, un modo per scoprire la storia dell'arte di strada nella New York degli anni Settanta e Ottanta, corredato da una selezione di opere dagli anni Duemila. Per la prima volta in Italia parte della collezione del pittore statunitense Martin Wong donata nel 1994 al Museo della Città di New York, presentata nella mostra City as Canvas: Graffiti Art from the Martin Wong Collection, a cura di Sean Corcoran curatore di stampe e fotografie del Museo. Il focus è sulla New York del 1980, che vede presenti i lavori dei più grandi graffiti writers e street artists statunitensi come Dondi White, Keith Haring e Lady Pink. Nell’intento degli organizzatori, il fine utopistico è quello di proteggere e conservare questa forma d’arte e portare le attuali politiche culturali a riconoscere l’esigenza di una ridefinizione degli strumenti d’intervento nello spazio urbano perché i graffiti – oggi più di ieri – influenzano il mondo della grafica, il gusto delle persone, l’Arte intera di questo secolo.
Lo scenario italiano vede attualmente la Street Art come oggetto di forti polemiche nelle città, a tutte le scale. Varie sono le forme di Arte pubblica indipendente,che riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a nuovi linguaggi, soprattutto visivi .Prevale ancora la reticenza di molti amministratori e cittadini nei confronti di un’arte che cambia gli scenari urbani senza alcuna autorizzazione preventiva (gli artisti rifiutano qualsiasi forma di controllo sulla loro arte, spesso dipingono quando non sono visti dagli altri) che non cerca il riconoscimento commerciale (non c’è compenso e quindi è assente il rapporto con gli interlocutori commerciali del mondo dell’arte) ne quello istituzionale. Semplicemente si impone nello spazio cittadino rivolgendosi direttamente al passante occasionale.
La Street Art allora deve trovare collocazione all’interno dei musei o restarne fuori? Il recente rifiuto di Blu a Bologna, street artist dalla fama internazionale che ha deciso di cancellare in prima persona le sue opere in città rifiutando di fatto il progetto e l’intento della mostra è emblematico e ha indotto cittadini, addetti ai lavori, appassionati e amministratori a riflettere sul tema dentro e fuori dal web. Se l’arte di strada italiana locale può anche rifiutare l’indagine museale – intesa anche come riflessione sulle pratiche del restauro – la discussione si sposta sullo scenario urbano.
A chi appartengono le città? Ai proprietari degli immobili e quindi agli operatori commerciali? Ai cittadini, per cui il decoro urbano in un paese tradizionale come l’Italia è ancora poco incline a comprendere nuove forme di illustrazione? Agli artisti, che danno voce a ciò che solitamente resta silenzioso fino a quando non diventa evidente nell’influenzare altri settori che via via si afferma poi nella quotidianità di ciascuno di noi? Noi crediamo che le città siano di tutti e che l’opera degli artisti di avanguardia contemporanei – in cui rientrano a pieno titolo per noi gli street artists – non debba necessariamente collocarsi all’interno dei musei. Il nostro parere è che sarebbe utile un confronto tra tutti i soggetti coinvolti per trovare un modo di valorizzare queste espressioni artistiche nei loro setting urbani e favorire una diffusione della cultura della Street Art anche a scuola, nei locali, e in tutti i luoghi pubblici in generale, non necessariamente istituzionali, ma anche privati, come già avviene all’estero.
La mostra di Palazzo Pepoli rappresenta un’occasione per scoprire l’opera di artisti lontani, offrendo un’occasione ulteriore di confronto e crescita oltre che di dialogo. In Italia l’apertura su nuove realtà, soprattutto artistiche contemporanee è ancora una rarità, quindi è importante continuare a far sì che si parli di Street Art come arte e non come vandalismo. La conoscenza e la scoperta di questo mondo underground rappresenterà certamente uno degli ambiti di approfondimento più importanti dei prossimi anni. Cerchiamo di superare le dicotomie in proposito e di creare nuovi linguaggi inclusivi e valorizzativi per quest’arte, realmente dei nostri tempi.
foto credit: Banksy . Love in the air, 2003 Stencil e spray su cartone, 66×67,50 cm . Collezione C.H., Monaco di Baviera
Info:
Street Art – Banksy & Co. L’arte allo stato urbano
Palazzo Pepoli, dal 18/03/2016 al 26/06/2016
Aperture straordinarie
Domenica 27 marzo 10.00 – 20.00
Lunedì 28 marzo 10.00 – 20.00
Lunedì 25 aprile 10.00 – 20.00
Domenica 1 maggio 10.00 – 20.00
Giovedì 2 giugno 10.00 – 20.00
Chiusure straordinarie
Lunedì 9 maggio
Orari
Lunedì: 14.30 – 20.00
Martedì, Mercoledì, Giovedì: 10.00 – 20.00
Venerdì: 10.00 – 22.00
Sabato, Domenica: 10.00 – 20.00
Sede
Palazzo Pepoli
via Castiglione 8, Bologna