Con la mostra Segni, Alfabeti, Scritture si indaga il rapporto tra le arti visive e la scrittura, legame che ha legato le due forme di espressione artistica dell’ultimo secolo. Le opere in esposizione al MACRO in una selezione non figurativa vanno ad esaminare le parole sia in senso calligrafico che concettuale dove le parole diventano in una virtuale evoluzione delle immagini fino a fondersi con la scrittura un unico veicolo del messaggio artistico.
La mostra espone opere a partire dagli annni 60 ad oggi ed è divisa in due sezioni: la prima indaga sulle immagini che si evolvono in maniera ciclica e ripetitiva, la semplificazione schematica e lineare fino a diventare un font. La "Superficie" di Capogrossi, del 1955 opera più antica presente in esposizione, la "Composizione Astratta" di Novelli o le due opere di Bice Lazzari, "Colonna Sonora" e "Superfici e Segni": la sequenzialità lineare, primordiale e l’uso di colori neutri sono il veicolo del legame tra arti figurative e la scrittura in una ricerca di un confine prescelto ormai superato. Fanno eco le due speldide sculture a due dimensioni di Pietro Consagra , "Sottilissima 1 e 2", che rappresentano le pagine di un libro.
La mostra diviene anche una delle poche occasioni per ammirare la maestosa tela di Nicola De Maria, per le sue dimensioni è difficilmente coccolabile in spazi espositivi, il cui titolo "Roma+Musica+Pettirossi+Neve+Angeli" già esso una parte attiva dell’opera: ti avvolge non appena entri nella sala, è una parete rossa che fa di tutto per portarti dentro di se.
La seconda sezione è dedicata alle parole che in un gioco spesso divertente e irriverente, diventano parte delle opere in quel già citato confine ormai completamente destrutturato.
In questo l’opera di Naoya Takahara, "Doppia" ne è un simbolo, una macchina da scrivere è poggiata su un ripiano che è una sedia grande, la quale è anche un piano di una scrivania con davanti una sedia piccola, un gioco di dimensioni e di usi per poi scoprire che il senso del tutto è lasciato impresso sul foglio nella macchina da scrivere.
Le "Sabbie Mobili" di Maurizio Arcangeli, lettere che sprofondano o emergono dalla terra che celano un indovinello (non ve lo sveliamo per non levarvi la parte ludica): la grande tela di Claudio Adami, "Per Sedimentazione" dove la ripetizione continua di parole scritte, spesso di Samuel Beckett il suo autore preferito, arriva appunto alla sedimentazione della tela fino all’annullamento di qualsiasi immagine decorativa nella negazione più totale dell’uso delle lettere.
Come di consueto alle opere di possesso del MACRO si inserisono le opere dei comodato d’uso e in questo caso di Mocellin/Pellegrin, Jean Marc Bustamate ed Emilio Isgrò con le sue opere in cui dalle pagine di un libro viene “eliminato” il superfluo per attirare l’attenzione sul messaggio imprescindibile dell’autore.
Info:
MACRO, MACRO Via Nizza
Curatore/i
Antonia Rita Arconti
Catalogo
Palombi Editori
Dal 26 maggio al 2 ottobre 2016
Da martedì a domenica ore 10.30-19.30
Chiuso lunedì
Promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
In Collaborazione con MasterCard Priceless Rome
Media Partner Il Messaggero
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