Dal 18 Febbario al 30 Marzo il Macro- Museo d’Arte Contemporanea ospita la mostra REMOTTI DI CARTA, dell’artista romano scomparso lo scorso giugno.
Noto al pubblico per le sue performance poetiche e la sua indiscussa attività di attore e paroliere, meno nota la sua attitudine a parlare con l’arte visiva, sia come scultore che elaborava i materiali di scarto che come autore di disegni su carta. Nel pieno dopoguerra, in una crisi personale, partirà per il Perù dove rimarrà per sette anni ed insieme a vari lavori scoprirà il mondo artistico e la sua necessità di esprimersi in questa arte, frequentando anche scuole serali. Questo lo porterà al suo rientro a non riadattarsi ad una vita borghese ma ad intraprendere definitivamente la carriera artistica.
La mostra ci espone tre cicli di fumetti, in un racconto ad immagini e parole della sua lunga vita in un percorso che stilisticamente se non possono definirsi “vignette” poco ci manca.
Nel ciclo VIAGGIO IN PERU', del ‘55 influenzato ovviamente dalla sua permanenza nel paese, c’è lo sguardo esterno ed irriverente sulla società, nel suo intreccio tra la vita e la realtà.
Nel ciclo REMOTTI A FUMETTI, il più recente degli anni ’90, ripercorre in un lungo racconto le immagini della sua vita e delle sue varie anime, in un racconto come sempre irriverente e dissacrante.
Nel terzo ciclo MANCO LI CANI, qui l’impronta fumettistica sembra quasi voler esplodere dai disegni, i suoi cani parlano come fossero personaggi trasteverini, sempre in un tono allegorico e ideologico proprio di Remotti.
Al centro della sala, quasi a far da cerchio di congiunzione, un tavolo con immagini fotografiche di un Remotti giovane, della sua esperienza in Perù, dei suoi lavori dell’epoca, quasi esclusivamente vetrine di negozi, le immagini della sua famiglia, di sua madre, figura importante ma anche ingombrante con cui ha fatto i conti da tutta la vita e ci specchiamo in un Remotti che, prima ci essere il signore con barba bianca e maglia spesso rossa che noi conosciamo, è stato un giovane uomo alla scoperta prima di tutto del suo intimo.
Ne traspare un Remotti che rimane se stesso anche in questa veste ai più scocosciuta, sembra di sentire la sua voce roca nel leggere questi fumetti, irriverente e dissacrante, talmente tanto da poter risultare fastidioso, eccessivo e a volte volgare, soprattutto nel suo rapporto con il mondo femminile, ma come lui stesso ha ammesso più volte, l’unico modo per non rimanere schiacciato dalla figura giovane e bella della sua genitrice “ Mi sono salvato grazie alla mia passione per le donne e sono diventato invece un Casanova. Secondo gli psicoanalisti è la stessa cosa, secondo me invece sono due cose ben diverse”. (Remo Remotti, Diario segreto di un sopravvissuto,p11).
Info:
MACRO, MACRO Via Nizza
Dal 18 febbraio al 30 marzo 2016
Da martedì a domenica ore 10.30-19.30
Chiuso lunedì
La biglietteria chiude un'ora prima
Promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Mismaonda
A cura di Gianluca Marziani