Una donna, un' artista che ha attraversato il Novecento italiano, autodidatta, ha esplorato le diverse possibilità espressive del colore e della luce nei suoi dipinti e del segno inciso nelle sue suggestive xilografie. Un’attività indipendente tutta al femminile, di una professionista oltre che artista che ha celebrato il suo paese riscuotendo successo anche all’Estero.
Mimì Quilici Buzzacchi. Tra segno e colore è la mostra che omaggia l’artista dal 22 Settembre al 27 Novembre 2016, all’interno di tre sale della Galleria d’arte Moderna, che ospita in contemporanea la rassegna della Quadriennale d’arte degli anni trenta di Roma. Selezionate dai curatori Federica Pirani, Gloria Raimondi e Maria Catalano 50 opere comprese di dipinti, xilografie e materiale documentario proveniente dall’Archivio Mimì Quilici Buzzacchi.
L’artista fin da giovanissima iniziò a dedicarsi alla pittura e alla xilografia, inserendosi grazie a Filippo de Pisis negli ambienti culturali di Cesenatico, rappresenta a pieno l’arte figurativa della Romagna.
La mostra si apre, infatti, in un ciclo continuo di opere che vanno dagli anni giovanili fino alle ultime sperimentazioni astratte, che scorrono in una piccola stanza della Galleria comunicando forse in modo un po’ troppo caotico.
Iniziando dai dipinti degli scorci marini del Cesenatico o di Ferrara si può notare la vivacità dei colori utilizzati con molta abilità e sensibilità da Mimì: dimostrano le sue prime esperienze pittoriche ancora legate alla rappresentazione, da notare “Barche a Cesenatico” o “Magnolie” con effetti di luce e dal tocco leggero.
Si prosegue il percorso con gli Autoritratti e i dipinti della fase del soggiorno a Roma dell’artista, qui, infatti, si poté inserire negli ambienti intellettuali insieme al marito Nello Quilici, partecipando a diverse mostre tra cui la Quadriennale d’arte.
Spiccano i meravigliosi scorci della capitale, dovuti alla contemplazione del paesaggio del Tevere dalla sua casa presso il quartiere Flaminio.
Con il tempo i suoi dipinti iniziano a subire il fascino dell’astrazione, si libera progressivamente della linea di contorno, per arrivare a vere campiture cromatiche di notevole suggestione, dove le pennellate corpose suggeriscono le forme dei suoi paesaggi. Si può notare questo cambio di rotta di Mimì, tra le opere esposte nella sala intorno a dei documenti posti al centro che celebrano la vita dell’artista: la visibilità non è molto agevolata per il confluire su un'unica parete di più dipinti, che non permette il loro godimento data anche la calca che si può formare nel fruirli, lo spazio ricorda un po’ le vecchie Gallerie d’antiquari, ma questo è comprensibile a causa del numeroso bagaglio di opere esposto dal museo in poco spazio.
Ritornando all’artista, i suoi quadri “Bucatino con il Tevere biondo” e “Sole su Monte Mario” sono il punto di passaggio nel fine degli anni Cinquanta dello studio sul colore dell’artista, con pennellate sempre più nette e geometriche accostate l’una all’altra: s’inizia a percepire la costruzione spaziale di tipo astratto. Culmina con i lavori dei decenni successivi, come “Il bianco inverno” una suggestione poetica che ci proietta nell’atmosfera invernale, dove ormai del paesaggio oggettivo non resta più nulla, ma il colore è il protagonista effettivo.
La sala successiva celebra le opere della cerchia di Mimì e degli amici più intimi, Carlo Socrate, Achille Funi, Guglielmo Sansoni e Virgilio Guidi, mentre l’ultima sala è interamente dedicata all’altra grande passione dell’artista per la grafica e l’incisione che in tutti i suoi anni l’ha sempre accompagnata alla pittura.
L’artista durante la sua vita fu una grande viaggiatrice, fonte di ispirazione, ad esempio in Libia le rovine di Lepis Magna e gli schizzi che fece nel Foro Nuovo Severino, costituiranno la raccolta xilografica “Italia Antica e Nuova”. La maestria raggiunta nell’arte della stampa si può notare nel capolavoro “Gli obelischi”, che mostra una veduta della via che conduce a San Pietro, realizzato con un segno mosso espressionista, dove lo risalta il contrasto tra il fondo nero e il tratto bianco, forse uno dei disegni più interessati fatti alla Basilica.
L’attività di un artista viene conosciuta attraverso il percorso artistico che ci insegnano le sue opere, queste devono sempre essere protagoniste di ogni evento, oltre alle ricche conversazioni che si possono fare, e rese godibili per una visione più accurata. In compenso è stata celebrata una notevole artista che dimostra quanto fare arte e per di più da una donna può essere a tutti gli effetti una professione incredibile.
Foto Credit:
Foto 1: Mimì Quilici Buzzacchi, Autoritratto al torchio, 1926 ca, olio su tavola, Collezione Quilici
Foto 2: Mimì Quilici Buzzacchi, Bucatino con il Tevere biondo (Panni stesi), 1955, olio su cartone, Collezione Quilici
Foto 3: Mimì Quilici Buzzacchi, Gli obelischi, 1950, xilografia su carta vergata, Roma Galleria d’Arte Moderna
Info:
Mimì Quilici Buzzacchi. Tra segno e colore
Galleria d’arte Moderna- Via Francesco Crispi,24, Roma
Dal 22 Settembre al 27 Novembre 2016
Dal Martedì alla Domenica ore 10-18.30
Chiuso Lunedì
Promossa da: Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Sponsor: Sistema Musei in Comune MasterCard Priceless Rome
Organizzato da: Zètema Progetto Cultura