L’INVENZIOENE DEL LUOGO. CHRISTOPHER NOLAN E PIRANESI@ PALAZZO BRASCHI: l’incontro di due creazioni architettoniche

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Mettere insieme cose distanti è un fenomeno che ha sempre accompagnato l’uomo di cultura e gli ha permesso di trarre diversi spunti verso nuove interpretazioni e ricerche. Ma, spesso ancora spaventa e disorienta, soprattutto se si resta legati alla suddivisione delle discipline, e non si porta la mente un po’ più in là, unendo mondi lontani e riscoprendo influenze e somiglianze inedite.

All’interno della mostra Piranesi. La fabbrica dell’utopia allestita al Palazzo Braschi, il 5 Ottobre 2017 s’è tenuta la Conferenza al Salone d’Onore, intitolata L’invenzione del luogo. Christopher Nolan e Piranesi”.  A sostenere il dibattito, sono stati: il professore delle Arti e scienze dello spettacolo Andrea Minuz, ricercatore di Storia del cinema e analisi del film; affiancato dal erudito critico d’arte Luigi Ficacci  notevole conoscitore di Piranesi, nonché curatore della mostra in corso.

Andrea Minuz interviene per primo, mostrandoci l’obbiettivo della Conferenza, ovvero quello di porre in relazione il cinema di Nolan con le sue fantascientifiche scenografie, al genio artistico del ‘700 di Piranesi con le sue invenzioni oniriche. In un insolito accostamento, il professore sostiene abilmente l’argomento incuriosendo un pubblico vasto, composto da alcuni suoi studenti, diversi giornalisti, signori, donne e uomini di cultura, nonché architetti. Proprio così, architetti, perché il centro della questione che li lega alla Conferenza in merito sono le straordinarie architetture inventate nelle incisioni da Piranesi, e che nella loro paradossalità ricordano la città creata nel sogno di Inception. Il professore abilmente, ci introduce i lavori di Nolan aprendoci brevemente un quadro sulla storia del cinema, e come Piranesi si può riscontrare anche in Ä–jzenštejn. Il regista russo, non solo tratta l’artista in un suo scritto, ma anche in molte sue scene, dove riprende a livello formale le incisioni “Le Carceri”. Queste, sono delle invenzioni arditissime, “dei capricci” così Piranesi le amava chiamare, composte con rigore architettonico tra il 1745 e 1750, in cui si dispiegano volte, scale che non conducono in nessun posto, interni e scorci che sembrano somigliare a labirinti inquieti. Questi straordinari lavori rievocano e sembrano ispirare anche le megalopoli e gli scorci urbani di Metropolis capolavoro di Lang, o la Los Angeles  futurista di Blade Runner, ma l’influenza di Piranesi si può soprattutto constatare nei lavori preparatori o nelle foto delle scene dei film. Anche l’atmosfera delle rovine antiche nelle “Vedute di Roma” del maestro del ‘700, si possono riscontrare in scenari di molti film, come nella scenografia della città di Babilonia in  Intolerance di Griffith, uno dei primi capolavori colossal del cinema muto.

Il percorso di influenze potrebbe continuare, fino ad arrivare a Nolan, che riesce a sintetizzare tutti questi punti di Piranesi: dall’aspetto formale alla drammaturgia, all’indagine del mondo inconscio, nonché l’aspetto architettonico. Normalmente il cinema di Hollywood rispetta il canone Aristotelico, ovvero l’unità di tempo, spazio e azione, Nolan invece crea un intreccio della trama che molto spasso corrisponde anche al intreccio che crea nei luoghi e nel tempo. In Inception inventa dei luoghi onirici estremamente complessi, in cui il tema è il sogno, che Arianna  la studentessa d’architettura e Cobb interpretato da Leonardo di Caprio, cercano di allestire, dove ad esempio, le scale dei palazzi hanno un effetto di “paradosso” proprio come nei Carceri di Piranesi. La teatralità e l’inganno presenti nel Cavaliere Oscuro sono i temi presenti nelle incisioni del maestro Settecentesco, così come l’immersione nei meandri dell’inconscio è una tematica non solo di Inception, ma anche di Memento. Mentre la  dissoluzione temporale e spaziale, si può riscontrare nel  capolavoro Interstellar, con le sue dimensioni  capovolte in cui il regista integra perfettamente cinema e architettura. Ma, ritornando a Inception, il risultato è di un immersione nella complessità del mondo del sogno piegato dall’inconscio, ma anziché essere suggerito dall’irrazionale, esso viene creato attraverso l’incontro tra la logica e l’immaginazione, il cui risultato non è altro che una struttura complessa, ma razionale, così anche Piranesi costruisce i suoi universi architettonici. Infatti, come ha sottolineato benissimo il critico Luigi Ficacci nel suo intervento, Piranesi applicò la scenografia, non per il teatro, bensì all’architettura per arrivare a realizzare l’impossibile e l’ignoto. Piranesi quando arrivò a Roma, nel 1740, aveva alle spalle un bagaglio culturale veneto, ambizioso di diventare un architetto sempre più qualificato, e per finanziarsi si dedicò a molte altre attività come la pratica della stampa. Arrivato nella capitale, fu catapultato in una città architettonicamente complessa, in un luogo disarticolato, tanto da restarne colpito. Piranesi volle reinventarla, rievocando la Roma antica, creò delle rovine avvolte da un atmosfera da sogno in cui il bianco e nero come nel cinema noir è protagonista.

La Conferenza ha fornito una chiave alternativa di lettura del maestro Piranesi, accostandolo al cinema contemporaneo, si può non solo arricchire la sua interpretazione, ma renderlo attuale; tanto quanto vedere il cinema di Nolan non solo nella complessità del intreccio o della scenografia, ma come una profonda assimilazione volontaria o non, di una cultura molto più lontana. Questa conferenza spero sia solo uno spunto o un pretesto come molti altri, per poter allenare l’intelletto ad accostare mondi lontani, e cercare di avere questo tipo di apertura per avvicinarsi alle cose, per quanto paradossale sia, anche un vero scrittore per inventare nuove storie deve servirsi dello stesso trucco.

 

Info:

L’INVENZIOEN DEL LUOGO. CHRISTOPHER NOLAN E PIRANESI

Giovedì 5 ottobre 2017, ore 17:00
Museo di Roma – Palazzo Braschi
Salone d’onore, primo piano

Una conferenza a cura di : Andrea Minuz con gli interventi di Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali; Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi e Luigi Ficacci, curatore della mostra

Servizi Museali: Zètema Progetto Cultura

Con la collaborazione di: MetaMorfosi

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