Per commemorare 500 anni dalla morte (2 maggio 1519) di Leonardo da Vinci, i Musei Vaticani hanno allestito una mostra speciale intorno all’unica opera del maestro presente nelle collezioni pontificie: il San Girolamo nel deserto. Dal 22 marzo al 22 giugno 2019, prima della partenza per un lungo viaggio che lo porterà al Metropolitan Museum di New York e al Louvre di Parigi e che si concluderà nel 2020, sarà possibile ammirare il San Girolamo in un ambiente d’eccezione e con accesso gratuito.
Lo spazio generoso, facilmente raggiungibile ma allo stesso tempo appartato, del Braccio di Carlo Magno, a Piazza San Pietro, sulla sinistra del colonnato, accoglie un esauriente percorso espositivo in doppia lingua (italiana ed inglese), colmo di informazioni sul dipinto, sul suo contesto storico e sul grande maestro, in particolare sul suo documentato soggiorno romano nel Belvedere Vaticano dal 1514 al 1517. I pannelli espositivi, che con le loro curve sembrano richiamare l’adiacente colonnato, preparano il visitatore, in continuo crescendo, attraverso un percorso dalla storia anche avvincente, al termine del quale l’opera – non visibile dall’entrata – infine appare al visitatore, celata da una parete divisoria che ne preserva il mistero.
Ed è cosi che si impara delle vicende alquanto rocambolesche di questo incompiuto dipinto del maestro, che dopo essere stato nella collezione della pittrice svizzera Angelica Kauffmann, finì misteriosamente per essere tagliato in due: la parte con il viso del santo fu usata come piano per uno sgabello da un calzolaio, mentre il resto divenne l’anta di una credenza nella bottega di un rigattiere. Fu il cardinale Joseph Fesch, zio di Napoleone, a riconoscere l’opera e a recuperarla. E dopo ulteriori passaggi che lo portarono addirittura al Monte di Pietà, nel 1856 fu acquistato dal Vaticano, e dal 1932 è esposto nella sala IX della Pinacoteca.
L’opera, datata tra il 1486 ed il 1490, è stata realizzata con tempera a olio su due assi di legno di noce, e dipinta con la tecnica del finger painting (pittura con le dita), oltre che con i pennelli. La committenza rimane tuttora un mistero e continua a dividere gli storici d’arte. Prima dell’accesso al dipinto, le parole del Papa Emerito Benedetto XVI narrano l’intera storia di San Girolamo, padre della Chiesa e primo traduttore della Bibbia in lingua latina, nato a Stridone, in Dalmazia, nel 347, e morto a Betlemme intorno al 420.
Il santo domina la sezione centrale del dipinto, in un’alternanza di zone di luce e d’ombra, di compiutezza ed incompiutezza: è ritratto semi-inginocchiato nel deserto, tra un leone in primo piano ed uno sfondo diviso tra un paesaggio di rocce, di un azzurro ultraterreno, strutture di un bruno-marrone, ed una chiesa abbozzata. San Girolamo è vestito di un panno che lascia intravedere un corpo emaciato, muscoli e tendini del torso in tensione, frutto dell’accurato studio anatomico del corpo umano da parte del maestro; il braccio sinistro piegato con la mano rivolta verso il petto, mentre quello destro è esteso quasi a bilanciare l’intero corpo; il viso è scarno, gli occhi rivolti verso l’alto. Dalla composizione si può percepire la trazione in direzioni opposte, tra l’imperfetta umanità del santo e l’anelito verso il divino
Per concludere, una nota distintiva concerne la cornice dorata che fu realizzata nel 1931, in preparazione per l’inclusione del dipinto nella nuova Pinacoteca Vaticana: essa ora nasconde una teca climatizzata all’avanguardia della più sofisticata tecnologia, che “assicura i requisiti di maneggevolezza e sicurezza” senza compromettere l’esperienza artistica del visitatore.
INFO
Mostra: Leonardo. Il San Girolamo dei Musei Vaticani
Luogo: Braccio di Carlo Magno, Piazza San Pietro, Città del Vaticano
Durata: 22 marzo – 22 giugno 2019
Orario: lunedì-martedì-giovedì-venerdì-sabato ore 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso 17.30); mercoledì ore 13.30 – 18.00 (ultimo ingresso 17.30). Chiusura: domenica e festività religiose.
Biglietto: gratuito