Dal 14 Marzo al 23 Luglio 2017 nelle sale della GAM di Torino e nella Manica lunga del Castello di Rivoli è narrata la storia del colore ricercandone gli usi, le esperienze, le invenzioni e le emozioni. La mostra L’EMOZIONE DEI COLORI NELL’ARTE, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Elena Volpato, Marcella Beccaria ed Elif Kamilisli presenta un’ambiziosa selezione di 400 opere che vuole investigare il colore a partire da svariate discipline e punti di vista. La consulenza scientifica per l’esposizione è stata fornita da Michael Taussing e Vittorio Gallese.
La collaborazione della GAM e del museo di Rivoli ha come punto di contatto un progetto audace: indagare il colore negli aspetti che la cultura occidentale ha storicamente relegato ai margini della riflessione. Il tema è vastissimo, anzi, potenzialmente inesauribile. È per questo che la doppia mostra L’EMOZIONE DEI COLORI NELL’ARTE è così mastodontica – ma da grandi progetti derivano, nel bene e nel male, grandi risultati: un’ideazione ammirabile, una selezione di opere vertiginosa, un’esposizione marcante e un’inaugurazione entusiasmante sono tutti gli elementi che hanno concorso per rendere la mostra un successo.
Il dialogo scientifico alla fine del XVIII secolo vede il prevalere delle teorie newtoniane sui colori, considerati da un approccio oggettivo come onde elettromagnetiche rifratte dalla materia. In contrapposizione a quest’approccio però si era posta La Teoria dei Colori di Goethe, che aveva come fulcro l’essenza qualitativa dei colori, e cioè della loro natura prettamente soggettiva, in quanto prodotti da occhio e mente umani.
Questa fondamentale obiezione goethiana alla teoria fisica dominante dei secoli successivi è il nucleo della mostra, che è una sorta di rassegna, di chiamata alle armi di scienze, teorie, approcci e sguardi sullo stesso tema. La bellezza della mostra è che un approccio non nega l’altro, ma anzi lo arricchisce, riuscendo così a implementarsi in un dialogo dalle molte voci e lingue.
Proprio la sinestesia è in effetti una maniera d’indagine ricorrente (l’esempio più esplicito è il Profumo di Luigi Russolo) tra i molti altri: memoria, spiritualità, psicologia, politica, scienze naturali, ecc.
Prima della teoria goetheiana già esiste una consapevolezza della natura mentale e vibratile del colore: nella filosofia indiana Tantra e in forme d’arte aborigene, in cui il colore dà espressione a forze dell’universo. Tuttavia, farsi tentare da una ricerca d’indagine cronologica potrebbe essere fuorviante – è l’elaborazione soggettiva a essere al centro dell’indagine.
Tra le 400 opere di più di 130 artisti è dunque difficile trovare un ordine narrativo univoco. L’organizzazione della mostra potrebbe essere vista, usando una metafora forse un po’ banale, come una sequenza di aree tematiche accostate nelle sale come macchie di colori su una tavolozza; seguendo lo spunto della soggettività al potere, anche noi di Gufetto abbiamo seguito un possibile percorso del tutto personale. Eccone qualche breve traccia.
Il preludio è l’installazione di Jim Lambie che riveste il pavimento dell’ingresso di linee multicolori iridescenti che accompagnano, invitano e indicano la via: si sta entrando nell’arcobaleno.
Già dal principio la questione è profonda: il colore sonda l’interiorità in maniera inconscia, intuitiva ed emotiva. I pensieri prendono forme e colori precisi ma irregolari, parallelamente disposti ma astratti e incoerenti (Annie Besant).
Eppure, non si fa in tempo a dare una definizione che già si assiste a un rovesciamento d’approccio: è la natura, questa volta, a essere indagata tramite il colore, mettendo in gioco la soggettività della soggettività, chiedendosi, per esempio, come le altre specie percepiscano visivamente e che ruolo abbia per loro il colore.
Gli artisti, per tutto il percorso dell’esposizione, partecipano attivamente all’indagine, parlandoci direttamente con citazioni e spiegazioni ben curate che accompagnano ogni angolo. Ecco, infatti, Paul Klee che ci suggerisce che, come il musicista interpreta lo spartito con il suo strumento, il pittore interpreta la natura usando i colori. Insomma una duplice funzione: i colori sono sia il mezzo sia il risultato.
Proseguendo, le trasformazioni si susseguono: il colore è sospiro, è ricordo, è la paura inconscia, è la placenta, nelle tele a tema epico, mitico e mitologico di Bracha Ettinger; è design, è forma, è movimento, con Giacomo Balla, ed è volume, è geometria pura che pure diventa giocattolo con i grandi quadri irrigiditi di Fortunato Depero.
È gentile e soffusa luce dell’aurora, con Turner, ma è pure aggressione allo sguardo, con Asger Jorn e Karel Appel e il gruppo Co.Br.A, che propongono tele violente, arrabbiate, in cui “il tubetto del colore è come un razzo che traccia il suo stesso spazio” (Appel).
Poi si entra nell’aura di James Turrell che fa del colore luce, della luce movimento, e dell’atmosfera commozione. Si è arrivati dunque al monocromo: il colore prende possesso di tutta la superficie; non accontentandosi esce dallo spazio della tela (Lucio Fontana), e addirittura diventa individuo (Yves Klein) o tempo (Irma Blank).
Ma non basta: ecco la rivoluzione concettuale della Chromosaturation di Carlos Cruz-Diaz – forse l’opera più fotografata di tutta la mostra. L’artista colora, in tre sale illuminate a neon, non più l’oggetto, ma direttamente lo spazio, in una maniera per la quale lo spettatore che visita le stanze riesce a far scomparire il colore stesso, che è assimilato dall’occhio.
Il colore entra nello spettatore e dunque può lo spettatore entrare nel colore, dentro la stanza delle immagini sinestetiche, ed entra così all’interno del caleidoscopio, diventando la lente stessa dell’“arte cinetica programmata” del Gruppo MID. Finché movimenti e musica non si fondono completamente ai colori, che diventano nei film psichedelici propriamente delle emozioni reali, compiendo infine la metamorfosi completa.
C’è ancora spazio per un’ulteriore evoluzione: Andy Warhol e il suo uso del colore che copre, che nasconde, che distoglie l’attenzione, che sminuisce il significato.
Insomma la convinzione più forte di questo percorso è che il colore è l’astrazione che diventa concreta, essendo la sua essenza stessa al contempo concreta e narrativa, anche e soprattutto se usato in maniera non figurativa e puramente astratta (Shozo Shimamoto).
Infine, rieccoci dove avevamo cominciato: lo stesso Jim Lambie che ci aveva invitati a entrare nell’altra dimensione immaginifica col suo pavimento rilucente, ci insinua il dubbio che in fondo non sia stato tutto un sogno, col suo materasso affisso alla parete, grondante celeste pallido fin al suolo iridescente, confidandoci il titolo “I had too much to dream last night” (Ho avuto troppo da sognare ieri notte); è stata forse tutta un’immagine rimasta incastrata tra le palpebre?
In chiusura, una vera perla: il co-scopritore dei neuroni-specchio Vittorio Gallese dirigerà durante la durata della mostra un laboratorio di studio neuro scientifico che indagherà la reazione del pubblico di fronte all’opera d’arte; i colori dunque continueranno a suscitare, a vibrare, a evolversi in altro ancora.
Foto credit:
Foto Copertina/Foto 1 : Luigi Russolo Profumo, 1910 olio su tela / oil on canvas 65.5 x 67.5 cm Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Collezione / Collection VAF-Stiftung
Foto 2: Vassily Kandinsky Impression Sonntag (Impression Sunday), 1911 olio su tela / oil on canvas 107.5 x 95 cm Städtische Galerie im Lenbachhaus und Kunstbau München
Foto 3:Thomas Ruff Substrat 16 I, 2002 stampa cromogenica / chromogenic print 287 x 186 cm Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Info:
L’EMOZIONE DEI COLORI NELL’ARTE
14 Marzo 2017 – 23 Luglio 2017
A CURA DI
Carolyn Christov-Bakargiev, Elena Volpato, Marcella Beccaria ed Elif Kamilisli
CONSULENZA SCIENTIFICA
Vittorio Gallese e Michael Taussig
GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – via Magenta, 31 – 10128 Torino
ORARI da martedì a domenica : 10-18. Lunedì chiuso
INGRESSO
Intero €10, ridotto €8 – Ridotto per possessori del biglietto Castello di Rivoli
Ingresso libero: Abbonamento musei e TorinoCard
INFORMAZIONI
+390110881178
www.gamtorino.it
CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA – Piazza Mafalda di Savoia – 10098 Rivoli (TO)
ORARI Da martedì a venerdì: 10-17. Sabato e domenica: 10-19. Lunedì chiuso
INGRESSO
Intero €8,50, ridotto €6,50 – Ridotto per possessori del biglietto GAM
Ingresso libero : tutti i martedì e Abbonamento musei e TorinoCard
INFORMAZIONI
+390119565222
www.castellodirivoli.org