Dal 18 maggio al 15 settembre 2019 la Casina delle Civette dei Musei di Villa Torlonia, ospiterà in mostra i pezzi più rari della collezione dei Fratelli Toso, che da 150 anni produce vetri artistici a Murano. L’esposizione è stata curata da Caterina Toso erede della collezione che oggi è conservata nell’Archivio dei Fratelli Toso. La mostra itinerante è stata progettata grazie alla collaborazione di Ivano Balestrini, titolare del Mondo del Vetro, che rimase colpito dalla bellezza e vastità dell’archivio. Quest’ultimo fondato da Arnoldo Toso, il padre di Caterina, conserva oltre ai manufatti di vetro, più di 30.000 disegni e bozzetti, foto storiche, cataloghi e documenti della produzione della famiglia, che è attiva sin dal secondo Ottocento. Il percorso della mostra cerca di dare un assaggio ben dettagliato dell’evoluzione artistica della storia della vetreria, attraverso una selezione di vasi di vetro che vanno dagli anni ’30, il periodo di maggior successo dello sviluppo della manifattura, sino agli anni ’80, quando chiuse la produzione.
Le opere sono esposte in una sala apposita all’interno della Casina delle Civette, dimora suggestiva e incantata dedicata alla vetrata artistica liberty, e che offre lo spazio perfetto per ospitare i vasi dei Fratelli Toso. I magnifici esemplari esposti sono pezzi unici della produzione, che hanno permesso all’officina di partecipare alla Biennale di Venezia e dare un grande contributo all’arte vetraria del nostro secolo. Questi imperdibili capolavori sono accompagnati da alcuni bozzetti e disegni che testimoniano l’abilità e l’inventiva dei maestri e designer, che hanno tramandato la loro tradizione artistica da generazioni. Inoltre, alcune foto storiche dell’antica bottegha di famiglia sono esposte in parallelo ai vasi della mostra, e testimoniano le fasi della lavorazione durante le varie epoche.
Come spiega dettagliatamente Caterina Toso durante l’inaugurazione, la tecnica “Murrina” di lavorazione del vetro usata dalla famiglia è antichissima, risalente ai Romani e Fenici, che poi nel corso della storia ha subito delle fasi di arresto e ripresa. Il lavoro consiste nel fondere insieme un gruppo di canne di vetro di diverso colore, che poi vengono allungate e tirate insieme e quando il lungo blocco si raffredda viene tagliato in sezioni orizzontali. Ogni sezione di forma circolare prende il nome di Murrina, ciascun pezzo accostato e fuso tra loro crea un delizioso motivo decorativo per i vasi e oggetti prodotti con questa tecnica.
I vasi esposti intorno alla sala, sono raggruppati tra loro fornendo al visitatore un’idea dell’evoluzione stilistica della produzione. I primi esemplari degli anni ’30 che furono esposti alla Biennale di Venezia, mostrano una raffinatezza ineguagliabile essendo decorati con foglie d’argento. Il gruppo degli anni ’40 presenta dei vasi dal vetro opaco bianco con dei motivi alati per le anse. Mentre, dagli anni Cinquanta si vede un’evoluzione per le forme e i colori che via via si fanno sempre più vivaci, come ad esempio la prima linea di vasi realizzati in tecnica murrina Kiku a millefiori. Tra i vari esemplari spicca per la forma il vaso Nerox realizzato con un tipo di nero che ossida la superficie in fase di raffreddamento. Di stile più moderno e variopinto sono gli Stellati, un design che ebbe molto successo, in cui le murrine che li decorano sono realizzate con canne disposte a stella. Un altro vaso singolare di colore rosso della serie Millerighe realizzato con una tecnica diversa per la Biennale di Venezia, ha una forma elegante e originale. Altri invece di metà anni ’50, decorati con la murrina, mostrano la varietà di motivi e generi che si possono ottenere con questa tecnica. Verso la fine del decennio spicca un nuovo stile di vasi a Fasce, in un design completamente moderno e innovativo. Negli anni ’60 si aprono altre serie di vasi con nuovi stili, tra queste il gruppo dalle forme sottili in vetro trasparente con spirali colorati al centro, ottenuto utilizzando un solo tipo di murrina. Più colorati sono la serie di vasi a Foglie di produzione limitata, e i vasi monocromi frutto della collaborazione con l’artista Robert Wilson decorati con una murrina con la lettera W in suo onore. Tra i vari esemplari esposti di questo periodo, si distingue una bottiglia in Nerox con delle macchie di colore acceso. Mentre, un’altra serie è la Murrina monocromo a Spirale, elegante e raffinata che fu esposta sia alla Biennale di Venezia che in altre mostre internazionali.
La Murrina Lattimo è un’altra serie leggera e monocroma con dei piccoli motivi bianchi, che caratterizza la produzione della metà del decennio con un nuovo tema decorativo in linea con la moda dell’epoca. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e inizio degli anni ’70 dona il suo contributo Rosanna Toso, ultima direttrice artistica della famiglia. Tra le sue varie produzioni spiccano dei vasi spessi bianchi decorati con murrine delicate a millefiori; e l’ultima esposta nella mostra in vetro trasparente dalla forma dei vasi arrotondati decorati non più con le murrine, ma con foglie di vetro colorato applicate a caldo. Inoltre, l’esposizione offre un esempio di “campioni” di murrine, con diversi colori e temi decorativi, che sembrano dei piccoli gioielli in miniatura ammirabili con la lente d’ingrandimento. Oggi questa grande produzione continua a vivere attraverso il lavoro di valorizzazione e conservazione avviato da Arnoldo Toso e proseguito da sua figlia. Anche se dagli anni ’80 l’officina chiuse e la produzione di famiglia si divise, Arnoldo continua a lavorare nel mondo del vetro d’antiquariato e del collezionismo per musei e case d’asta.
La mostra è un opportunità per conoscere la storia di una delle più importanti vetrerie artistiche, frutto del lavoro tramandato da padre in figlio, con il recupero di tradizioni antiche e raffinate, ed offre un’alternativa di alto livello in un epoca in cui la produzione è sempre più industrializzata e di massa. La collezione concede ancora uno spiraglio di lavorazione unica e artistica, dove ogni manufatto è il frutto della combinazione perfetta del lavoro artigianale e degli stili di design più moderni. Un piccolo angolo espositivo in un luogo magico e sospeso nel tempo come quello della Casina delle Civette dona al visitatore, dal più esperto del settore al più curioso, un momento estetico di rara fruizione.
DIDASCALIE
1. Bottiglia Nerox a Petoni, Ermanno Toso, 1962
2. Vaso Kiku Redentore, Ermanno Toso, 1956
3. Vaso Millerighe, Ermanno Toso, 1954
4. Vaso Stellato, Pollio Perelda, 1953
INFO
La Fratelli Toso: i vetri storici dal 1930 al 1980
Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette, Via Nomentana 70, Roma
Dal 18 maggio al 15 settembre 2019
Orario: dal martedì alla domenica ore 9.00- 19.00, lunedì chiuso
Biglietti: € 6,00 intero; € 5,00 ridotto. La mostra è parte integrante della visita.
Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza) € 5,00 intero; € 4,00 ridotto.
Ingresso gratuito per tutti i residenti a Roma e nell’area della Città Metropolitana la prima domenica del mese
Promosso da: Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina dei Beni Culturali
Patrocinata da: Associazione AIHV Association Internationale pour l’Histoire du Verre
Organizzata da: Il Mondo del Vetro con il sostegno di Caterina Toso
A cura di: Caterina Toso
Info mostra: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.museivillatorlonia.it; www.museiincomune.it
Servizi museali: Zètema Progetto Cultura