La “Vita immaginata” di Federico Granell @Galería Gema Llamazares: dove l’arte può far rivivere una storia perduta

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Tutto ha inizio a Parigi, in un mercatino d’antiquariato, dove  Federico Granell un artista asturiano, trova per caso un album di memorie della famiglia Hans di Berlino del 1936. Federico ne rimane affascinato e decide di comprarlo, la particolarità dell’album era che non aveva le foto, probabilmente era stato perso o distrutto, ma si sono conservate nelle pagine i titoli e i riferimenti di un viaggio. Così l’artista inizia a far rivivere la famiglia nella sua immaginazione …

“Vita immaginata”  viene inaugurata il 13 Maggio 2016, ed è la mostra che narra la storia visiva di un mondo perduto, che viene inventato dall’artista Federico Granell per superare l’oblio di antiche memorie, e sarà possibile riviverlo fino al 15 Luglio, nella Galleria Gema Llamazares Gijonesa, situata in una delle strade principali di Gijon, una città delle Asturie in Spagna. I personaggi che si proiettano nelle tele, nelle sculture e installazioni, sono i membri della famiglia Hans, che visse a Berlino poco prima della Seconda Guerra Mondiale, e vengono rievocati come un sogno romantico e malinconico da Federico.

Appena si entra nella Galleria, si resta subito catturati dal dipinto centrale e il tavolino in basso con l’album di schizzi e acquarelli che illustrano i membri della famiglia, che commuove come un vecchio album fotografico di un intera vita, e sembra un vecchio reperto antico che fu il punto di partenza dell’artista per dar nuova vita alle memorie trovate a Parigi. Al lato delle miniature in gesso poste allineate su delle mensole, ci presentano i membri al completo della famiglia. Mentre altri quadri appesi di diverso formato ci fanno già intendere chi sarà il vero protagonista, il piccolo Hans, scelto apposta dall’artista per evocare un mondo disincantato espresso dalla tenera età del fanciullo,  fatto di colori pastello vivaci, ma che allo stesso tempo preannuncia l’agonia della Guerra.
Scendendo le scale della Galleria si può ammirare la prima sala dell’esposizione, in cui si è immersi nella vita quotidiana della famiglia,  dove le tele ci appaiono come dei scatti fotografici resi con pennellate pulite e sicure a olio. I personaggi sono inseriti in un atmosfera onirica, in paesaggi dove la natura fa da sfondo, a suggerirci il viaggio che fece la famiglia in qualche località di campagna, lontana dai trambusti e dalle tensioni che di li a poco si stavano scatenando a Berlino, con avvento di Hitler. Infatti, la particolarità è che si potrebbe trattare di una famiglia nazista o ebrea, perché non si conosce l’intera storia dei personaggi, che sono frutto di un epoca ormai passata, dove a emergere nei lavori di Federico, è lo spirito nostalgico di un mondo perduto.

Un quadro che senza dubbio cattura l’attenzione del pubblico, rappresenta il piccolo Hans con sua sorella immersi in un bel prato verde, forse in una pausa dopo il gioco con la palla, ma la simbologia quasi spiazzante del dipinto, è che il bambino tiene in mano al posto della palla, un teschio, come il frutto di un sogno premonitore, che  annuncia la tragedia dell’ Olocausto e di tutte le infanzie che verranno a breve oltraggiate dalla guerra.

La seconda sala della Galleria è quasi in penombra, e coinvolge il pubblico con delle installazioni ricche di fantasia e originalità, dove mostrano il piccolo Hans reso in scultura in gesso  in cima ad una scala, circondato da diversi orologi antichi appesi al soffitto, ad indicare il tema del tempo e della memoria, ispirati alle diverse botteghe antiche asturiane che l'artista visitò per trovare dei spunti. Un altra installazione occupa un altro spazio della sala ancora più oscurato, in modo da far emergere come un apparizione la scultura in gesso di un altro membro della famiglia, che mostra una piccola apertura nel petto. Questa come una finestra in cui lo spettatore si può affacciare, e può osservare al suo interno la riproduzione in miniatura del salone della casa della famiglia, illuminata da una piccola luce calda, come un ricordo ben presente nel cuore del personaggio.

 

Federico Granell formatosi a Bachelor di Belle Arti di Salamanca, ha sviluppato nel suo percorso artistico uno stile influenzato da Hopper e Vermeer, entrambi narratori di mondi quotidiani congelati nella loro memoria. Parlando con Federico si può intuire la passione e la commozione dopo tanto lavoro di vedere finalmente compiuto il suo progetto, reso anche possibile collaborando con la gallerista Gema Llamazares, che opera nella sua galleria dal 2005. Le opere della mostra sono la dimostrazione di come l'arte contemporanea può ancora raccontarci storie e immergerci in mondi sospesi tra realtà e immaginazione

 

foto di Corinna Cardaci
info:

Galería Gema Llamazares
La Vida Imaginada di Federico Granell
13 maggio- 15 Luglio 2016

Instituto, 21 33201 Gijón – España

T. (34) 984 197 926

 

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