Una cartolina, raffigurante l’interno della Basilica di S. Vitale di Ravenna con uno scorcio del noto mosaico raffigurante L’imperatore Giustiniano ed il suo seguito (547 d.C.), riporta le seguenti parole: “Arrivato qui ieri sera sano e salvo – acquazzone tutta la notte – persino in camera pioggia dal soffitto – oggi finalmente il sole – Ravenna molto misera – i mosaici di incredibile splendore. Saluto cordialmente te e gli altri. Gustav”.
La cartolina è stata scritta dall'artista Gustav Klimt (1862-1918) – co-fondatore della Secessione viennese (Wiener Secession) – durante il suo viaggio invernale in Italia del 1903 e indirizzata all’amica Emilie Flöge, sorella della moglie del fratello Ernst, con la quale avrà una relazione di intimità che durerà 27 anni, dal 1891 alla sua scomparsa il 6 febbraio 1918, a 56 anni, per una polmonite.
La cartolina è esposta insieme ad una selezione tra quelle inviate dall’artista durante alcuni dei viaggi che effettuerà in Italia, dal 1899 in poi. Nonostante non amasse assentarsi a lungo da Vienna e mal sopportasse i fastidi dei lunghi viaggi, l’Italia fu il Paese che visitò più frequentemente, scoprendone ed apprezzandone il ricco patrimonio culturale che offrì fonti di ispirazione alla sua arte.
E proprio sul rapporto tra Klimt, Secessione e Italia si incentra la mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” che dal 27 ottobre 2021 al 27 marzo 2022 è ospitata a Palazzo Braschi, promossa da Roma Culture, Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con il Belvedere Museum e la Klimt Foundation di Vienna, e co-prodotta da Arthemisia, che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura.
La mostra è un’occasione non solo per conoscere più approfonditamente Klimt, studiare ed ammirare alcune delle sue più famose opere dal vivo, ma anche per scoprire quelle meno note, entrare nel vivace ambiente culturale ed artistico della capitale dell’impero austro-ungarico a cavallo tra l’800 e il ‘900, ed esaminare il rapporto tra Klimt e l’Italia.
Il percorso della mostra si snoda, al primo piano di Palazzo Braschi, in quattordici sezioni tematiche (riportate in calce) arricchite da un focus d’eccezione: il Ritratto di signora (1916-1917), misteriosamente scomparso nel 1997 dalla Galleria Ricci Oddi e casualmente ritrovato durante alcuni lavori lungo il muro esterno della galleria nel 2019. Oltre a questa opera, si possono ammirare altri due dipinti di Klimt in Italia: Le tre età della donna (1905) alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e Giuditta II (1909) alla Galleria Internazionale di Arte Moderna di Venezia di Ca’ Pesaro.
L’allestimento di testi, video, immagini, opere e didascalie, è in una prevalente oscurità dalla tonalità Indaco di Persia (il viola è il colore che meno di tutti gli altri riflette la luce) che permette di apprezzare le singole opere emergenti da fasci di luce diretta ed occasionalmente da superfici dorate.
La mostra si avvale anche di tecnologia digitale che ha permesso di offrire alcuni video immersivi della Vienna a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, nonché ha dato vita ad alcune fotografie in bianco e nero dei cosiddetti quadri monumentali delle Facoltà (Legge, Medicina e Filosofia, 1899-1907), andati malauguratamente distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Google Arts & Culture ha colorato le immagini e prodotto un video per ciascun dipinto che progressivamente si colora e scolora in un loop continuo.
Gustav Klimt, figlio di un orafo nativo della Boemia e di una colta donna viennese, non è il solo artista in famiglia: anche i fratelli Ernst e Georg intraprendono gli studi presso la scuola di arti e mestieri dell’Austria. Di entrambi si possono ammirare Paolo e Francesca (1890), olio su tela di Ernst, e Ninfa e Satiro (1900) su lastra di rame di Georg, il quale arricchì la cornice della Giuditta I (1901) del fratello Gustav con motivi decorativi ed il titolo Judith und Holofernes su una lamina di metallo, richiamando l’oro dello sfondo, dell’abbigliamento e dei gioielli della Giuditta dipinta.
Gustav Klimt
Giuditta I, 1901Olio su tela, 84×42 cm
Belvedere, Vienna © Belvedere, Vienna
Photo: Johannes Stoll
E proprio l’oro è il materiale che individua la fase artistica più nota e celebrata di Klimt, indicativamente inserita nel periodo che va dal 1902 al 1909: l’oro della professione del padre insieme agli scintillanti stimoli visivi prodotti dai viaggi a Roma (Basilica di San Clemente), a Venezia (Basilica di San Marco) e a Ravenna (Basilica di San Vitale) vengono rielaborati e ispirano l’artista nella creazione di opere originali, in cui la visione musiva (musivische Vision), per usare l’espressione del critico Ludwig Hevesi nel 1907, si sposa allo splendore dell’oro.
I viaggi a Venezia stimolano l’artista anche in altre direzioni: alcuni vedono il contatto con il cosiddetto vetro mosaico di Vincenzo Muretti (1835-1901) – il quale usa la canna millefiori “composta da strati concentrici di diversi colori saldati a caldo, dei quali i più interni erano spesso lavorati con stampi a forma di stelle o fiori” (La “visione musiva” di Klimt di Maria Vittoria Marini Clarelli) – nel Fregio di Palazzo Stoclet (1905-1909), in Speranza II (1907-1908), Il Bacio (1907-1909) e Giuditta II (1909), che però non sono esibiti in mostra.
È stupefacente poter ammirare il talento tecnico ed introspettivo di Klimt nel dipinto Marie Kerner Von Marilaun in abito da sposa (1891-1892): non si può avere alcun dubbio sulla castità della sposa i cui occhi non guardano lo spettatore direttamente, le cui guance rosate comunicano freschezza ed innocenza, il cui viso regolare ed il vestito accollatissimo completano un ritratto ineccepibile e dignitoso di giovane donna che si appresta ad una dorata vita di servitù borghese, a servizio del nuovo uomo della sua vita, che subentra al padre che l’aveva dominata fino ad allora. Non si può non mettere tale dipinto a confronto con uno dal tema similare ma trattato in maniera completamente diversa più di vent’anni dopo. Infatti, l’incompiuto La Sposa (1917-1918) ci racconta una storia diversa: nonostante gli occhi chiusi, le guance rosate, il vestito accollato e le trecce, il contorno della sognante sposa ci racconta una storia diversa. Sotto lo sguardo irretito dell’uomo dalla pelle leggermente scura come negli affreschi dell’antichità, desiderio, erotismo, scoperta, curiosità e maternità fuoriescono in un tripudio di colori, forme e carni appena accennate: uniche eccezioni sono il corpo di spalle in basso a sinistra e quello non terminato, frontale, nella metà destra della tela, le cui gambe aperte lasciano intravedere un sesso presumibilmente femminile seppure parzialmente coperto da un elemento decorativo vagamente fallico.
Ma l’opera più impressionante e sorprendente dell’intera mostra è sicuramente il Fregio di Beethoven (1901), completata dall’originalissima scultura di Beethoven a torso nudo (1885, primo abbozzo) di Max Klinger, dal modellino del palazzo della Secessione di Vienna e dalla riproduzione sonora dell’Inno alla Gioia (1822-1824) del compositore tedesco su testo di Friedrich Schiller. In oltre 34 metri di pannelli su tre lati a mo’ di ferro di cavallo, il trattamento dello spazio pittorico include vaste zone vuote sopra le quali fluttuano eteree figure femminili: il pannello più corto contiene gli elementi che hanno causato scalpore e scandalo durante la mostra del 1902. Ai fianchi del gigante Tifeo, un mostro dall’aspetto scimmiesco, si stagliano figure femminili personificazioni di Malattia, Follia, Morte, Lussuria, Impudicizia, Intemperanza, e Angoscia, sofferenze del genere umano o forze ostili rappresentate in atteggiamenti discinti o lascivi. Le piatte e scure spire serpentine del mostro sono contrapposte all’oro e alla ricercatezza di materiali tridimensionali che decorano o circondano le donne. L’inquietudine generata da questo pannello è controbilanciata dai pannelli delle due pareti lunghe nelle quali predominano rappresentazioni evocative di poesia, coraggio, forza, pace, arte, felicità, e amore.
Al Klimt pubblico della mostra al Museo di Roma, seguirà – a partire dal 5 aprile 2022 a Piacenza, presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e altri spazi contigui – un approfondimento sul Klimt privato, “Klimt intimo,” a completamento dell’incontro italiano con la poliedrica personalità dell’artista austriaco.
Mi auguro che questa seconda mostra dia modo anche di comprendere meglio la fondamentale amicizia con la stilista viennese Emilie Flöge, che nel suo salone di moda Schwestern Flöge (le sorelle Flöge) con i suoi abiti cosiddetti Reformkleid, dalle forme libere e fluide e dai modelli opulenti, vestiva le donne dell’alta borghesia più all’avanguardia e audaci, le stesse ritratte proprio dal suo famoso amico artista.
Chi sa vedere le cose belle è perché ha la bellezza dentro di sé.
Gustav Klimt
SEZIONI della mostra
Prima sezione – Vienna. 1900
Seconda sezione – Prime opere. La compagnia di artisti Künstler-compagnie
Terza sezione – 1897. La fondazione della Secessione Viennese Quarta sezione – Design nel contesto della Secessione Viennese
Quinta sezione – I primi viaggi di Klimt in Italia nel 1899 e nel 1903
Sesta sezione – Giuditta. Un’opera con lo status di icona
Settima sezione – Ritratto di Signora
Ottava sezione – I quadri delle Facoltà
Nona sezione – Il Fregio di Beethoven
Decima sezione – La pittura paesaggistica
Undicesima sezione – Roma 1911. L’Esposizione Internazionale di Belle Arti
Dodicesima sezione – Alla Biennale di Venezia
Tredicesima sezione – Secessione 1914
Quattordicesima sezione – “La Sposa”. Un’opera importante degli ultimi anni
FOCUS Il capolavoro ritrovato: Ritratto di signora
SCHEDA TECNICA
Titolo
Klimt. La Secessione e l’Italia
Sede
Museo di Roma – Palazzo Brasci Ingresso da Piazza Navona, 2 e da Piazza San Pantaleo, 10
Date al pubblico
27 ottobre 2021 – 27 marzo 2022
Orario apertura
Dal lunedì al venerdì ore 10.00-20.00 sabato e domenica ore 10.00-22.00 La biglietteria chiude un'ora prima
24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
Giorni di chiusura
25 dicembre, 1 gennaio
Biglietti Biglietto “solo mostra” – intero: € 13,00 – ridotto: € 11,00 – speciale scuole: € 4,00 ad alunno (ingresso gratuito ad un docente accompagnatore ogni 10 alunni); – speciale Famiglia: € 22,00 (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni)
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per non residenti a Roma) – intero: € 19,00 – ridotto: € 15,00
Biglietto integrato Museo di Roma + Mostra (per residenti a Roma non possessori Mic Card) – intero € 18,00
ridotto € 14,00
Ridotto
– cittadini EU di età compresa tra i 6 e i 25 anni non compiuti e superiore a 65 anni; – insegnanti; – giornalisti previa esibizione di tessera dell'Ordine Nazionale;
possessori MIC Card
Gratuito
– bambini fino a 6 anni; – portatore handicap e accompagnatore; – guide turistiche dell’Unione Europea; – interpreti turistici dell’Unione Europea; – soci ICOMOS, membri ICOM e ICCROM e degli istituti di cultura stranieri e nazionali quali Accademia dei Lincei, Istituto Studi Romani, Amici dei Musei di Roma
*Grazie a un accordo con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – dove è esposta l’opera di Klimt“Le tre età della donna” -, i visitatori che esibiranno il biglietto della mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” godranno del biglietto ridotto per la visita alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea.
Verrà altresì concesso il biglietto ridotto alla mostra di “Klimt. La Secessione e l’Italia” ai
visitatori che presenteranno il biglietto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.
Tale riduzione non è cumulabile con altre forme di scontistica previste dalle due sedi museali.
Informazioni e prenotazioni
Tel. 060608 tutti i giorni ore 9.00 – 19.00
Audioguide Mostra
italiano e inglese: € 5,00
Visite guidate per gruppi e scuole*
(tariffe biglietto escluso, prenotazione obbligatoria, max 30 persone) Gruppi € 90,00; scuole € 70,00
Info e prenotazioni 060608
* Le attività didattiche per scuole di Roma e Città Metropolitana sono gratuite fino ad esaurimento delle disponibilità, previa prenotazione e pagamento del biglietto di ingresso.
Siti internet
www.museodiroma.it
www.museiincomuneroma.it
www.arthemisia.it