Dal 14 al 17 febbraio 2020, nello scenografico Padiglione Blu della Fiera di Genova, si è tenuta la XVI edizione della mostra mercato dell’arte moderna e contemporanea ArteGenova 2020, manifestazione artistica di riferimento del nord-ovest italiano, in grado di riunire un pubblico eterogeneo, costituito da collezionisti, appassionati e curiosi dell’arte moderna e delle nuove tendenze artistiche.
L’evento, organizzato da Nord Est Fair (N.E.F. S.r.l.), raccoglie 150 gallerie che espongono opere d’arte italiana e straniera che spaziano da Espressionismo e Pop-Art a Cubismo e Astrattismo. Il parterre della manifestazione vede capolavori di artisti, tra i quali Accardi, Afro, Balla, Boetti, Carrà, De Chirico, De Pisis, Fontana, Guttuso, Haring, Klee, Morandi, Magritte, Schifano, Picasso, Sironi, Tamburi, Warhol.
ArteGenova è anche l’occasione per offrire provocazioni e curiosità, espresse nelle proposte di giovani artisti presenti con le proprie sperimentazioni attraverso quadri, installazioni, fotografie e performance dal vivo, all’interno della vetrina Contemporary Art Talent Show.
Tra i giovani artisti è presente Greg Barraco Duran che presenta la performance dal titolo Il corpo e le parole. Le parole e il corpo. Artista impegnato, porta avanti il suo percorso esplorando la nostra contemporaneità attraverso la pittura e la performance. Greg espone un’opera dal titolo Forme di vita, che appartiene alla serie Chirurgia estetica. I lavori sono realizzati con tecniche miste, acrilici, pennarelli e applicazioni. Il fare arte di Greg colpisce, perché ci permette di comprendere il vivere dei suoi sentimenti che affiorano mediante la forza del gesto e del confronto. Per l’occasione ci ha concesso una piccola intervista.
Fabiano Ottaggio: Se dovessi descrivere te stesso, quali parole useresti?
Greg Barraco Duran: Le due parole che riescono a descrivermi sono “imprevedibilità” ed “empatia.” L’essere comunicativo è alla base del mio essere, elemento presente sia nel mio percorso artistico che nella mia vita quotidiana. Amo conoscere e confrontarmi, gesti semplici che mi arricchiscono come persona e artista.
FO: Quando hai cominciato a percepire te stesso come artista?
GBD: La risposta sembrerà banale, ma fin da piccolo ho sempre espresso la mia creatività e il mio lato artistico: questo ha segnato la mia crescita. Ho iniziato a percepirmi come artista, quando non volevo più essere solo Gregorio, il ragazzo creativo, ma andare oltre. Decisi di diventare chiunque che con le proprie capacità voleva farsi conoscere e trasmettere se stesso e determinare il futuro con il proprio modo di essere.
FO: Cosa c’è alla base del tuo creare?
GBD: Ho fatto tesoro degli insegnamenti del mio maestro, il pittore Enzo Cucchi, che conobbi all’Accademia di Brera, e che affermava sempre “Per dipingere non bisogna avere la testa occupata, ma la mente libera.” Cerco di avere la mente libera. Per me l’arte è molto più che un’ispirazione, è lo strumento che mi permette di esprimere il mio io interiore, un ponte di comunicazione con il mio subconscio che incontra il mondo esterno in ogni sua sfaccettatura.
FO: Parlaci della performance che presenterai.
GBD: Alla base vi è un’idea semplice: il mio corpo coperto da post-it, alcuni dei quali contengono una parola, altri sono vuoti. Il pubblico potrà scegliere la parola che più gli si addice e staccarla dal mio corpo. Se non ve ne saranno abbastanza, allora potranno scriverle con il pennarello su un post-it vuoto e attaccarlo sul mio corpo. Qualsiasi parola pronunciata, ascoltata, assimilata ha a che vedere con il nostro corpo, oltre che con la nostra psiche, elemento fondamentale della comunicazione del confronto.