Conegliano – terra preziosa per la sua urbanistica medievale che ne racconta la storia, per le colline su cui trionfano le uve del Prosecco (divenute insieme a Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità Unesco) testimoni della dinamica operosità dei suoi abitanti e per la strategica posizione a metà strada tra pianura e monti – quale sentinella delle Dolomiti dalla lucentezza, luminosità e cromie incantate dedica alla montagna una straordinaria mostra dal titolo: IL RACCONTO DELLA MONTAGNA nell’elegante e centrale Palazzo Sarcinelli fino all'8 dicembre 2020.
Soggetto dell’affascinante racconto – curato ad hoc’ da Giandomenico Romanelli e Franca Lugato – è il fascino arcano e magico da sempre esercitato dalle vette inesplorate fino al ‘700 e poi tramite famose scalate pian piano scoperte e amate tanto da attrarre artisti e pubblicitari, da vedere sbocciare i primi Club Alpini e da divenire moda che si è diramata negli infiniti rivoli della società di massa anche se alcune aree, esaltando le proprie radici, continuano saggiamente a tenere alto il livello della comunicazione inducendo a scegliere qualità.
Un percorso a 360° tra i vari aspetti della cultura della montagna attraverso pittura italiana di veduta da metà ‘800, pubblicistica, cartografia, volumi e stampe, tutti relativi a personaggi meno noti e noti i quali hanno frequentato in particolare le Dolomiti che inducono a livello psicologico un che di rigenerante e durante la canicola un piacevole fresco.
La mostra inizia con The Dolomite Mountains, primo libro dedicato nel 1864 alla loro esplorazione da parte degli inglesi Josiah Gilbert e George Cheetham Churchill (con rispettive mogli) che muniti di colori e taccuini ne sono “i primi turisti in assoluto” e con un best seller del 1876, il Bel Paese di Antonio Stoppani, eclettico abate che fornisce un intrigante compendio della geografia dello Stivale. Continua con veri amanti della montagna come il versatile Giuseppe Mazzotti con il sagace La montagna presa in giro e Irene Pigatti dai record eccezionali e tra le prime alpiniste donne italiane alle prese a fine ‘800 con l’ardua fatica di rendere l’alpinismo pratica sportiva femminile nonostante i pregiudizi: nel 2010 le Poste con il CAI le hanno dedicato un francobollo.
Tra le splendide opere pittoriche dai linguaggi e stili diversi, ma tutte seducenti per le cangianti e luminose sfumature del candore niveo: Cortina sotto la neve di Edward Theodore Compton (in foto a destra) dai magnifici dettagli, l’intimistica ed elegiaca Ave Maria dell’autodidatta Francesco Sartorelli, il silente Viatico in montagna di Giovanni Napoleone Pellis con la soffice neve che ovatta paesaggio e case, il raccolto Sera d’inverno di Marco Davanzo (in foto d'apertura in basso a sinistra) e il magico bianco che pare sospendere ogni voce in ‘Inverno’ del bosniaco-erzegovino Gabrijel Jurkić (in foto d'apertura in basso a destra).
Se i raffinati manifesti di inizio ‘900 – tra cui Trentino dell’austro-italiano Franz Lenhart con l’elegante orso con tanto di pipa (in foto d'apertura in alto a sinistra) – esaltano l’incanto alpestre, non sono da meno i delicati acquerelli di Napoleone Cozzi, alpino agile nel corpo e nella mente, che registra accompagnandole con argute didascalie le alte vie percorse insieme alla sua “squadra volante”: una mostra ricca di sorprese.
Il racconto della montagna nella pittura tra Ottocento e Novecento
Palazzo Sarcinelli, Via XX Settembre 132, Conegliano/TV.
dal 12 giugno all’8 dicembre 2020
Orario:
dalle 11 alle 19 da giovedì a domenica, dalle 10 alle 19;
biglietto: intero € 11, ridotto € 8.50/7/6/4, gratuito per i minori di 18 anni.
Catalogo Marsilio.
Info e prenotazioni: http://www.mostramontagna.it/it/