Si è aperta al Chiostro del Bramante il 16 Marzo e proseguirà fino al 4 Settembre la mostra I MACCHIAIOLI. Le collezioni svelate; un nuovo appuntamento ed una nuova possibilità del chiostro, dopo quello del 2007 con I MACCHIAIOLI. Il sentimento del vero, per entrare a conoscere quella che può definirsi la corrente pittorica più importante a cavallo dell'800 e '900 Italiano.
Dalla figura di questi artisti i curatori, nella figura di Francesca Dini donna che mette una passione e partecipazione straordinaria, sono partiti domandandosi come sono riusciti ad arrivare a noi. A differenza degli Impressionisti, che dopo un lento inizio esplosero nella loro epoca e non ebbero difficoltà a farsi conoscere in tutta Europa e non solo, i Macchiaoli non sono mai stati lanciati nella loro epoca e devono la loro pepretazione, conservazione e divulagazione ad un gruppo di esimi collezionisti privati che ne raccolsero il lavoro. Sul finire dell'Ottocento Firenze, nel pieno rinnovamento urbanistico, diviene centro di grandi personalità del mondo politico ed imprenditoriale giunte da Torino al tempo di Firenze capitale: in questo clima lavorano gli ultimi Macchiaioli che trovano nelle figure di questi mecenati d’arte il veicolo per trovare finalmente il tanto agognato riconoscimento della loro corrente.
La mostra si articola in un percorso di 9 Sezioni, in un numero impressionante di opere, oltre 110, ognuna dedicata alla famiglia di provenienza; nell’allestimento, curato da Roberto Bua, vengono ricostruiti gli interni delle case private dove erano alloggiate le opere, entriamo nelle loro vite per far nostra l’atmosfera del collezionismo, in una visione quasi voyeuristica dei bei salotti dell’epoca.
Le sezioni passano dalla galleria di Cristiano Banti, (Santa Croce sull’Arno, 1824 – Montemurlo, 1904) pittore anch’egli che raccolse le opere dei suoi amici in difficoltà, dove tra le altre spiccano e di Giovanni Fattori Raccolta del fieno in Maremma(1867-1870), di Giovanni Boldini Ritratto della Marchesa Vettori (1865 ca.), opere che sono andate ad arricchire la Galleria Pitti.
La galleria di Diego Martelli (Firenze, 1839 – 1896) che ospitò negli anni ‘60 dell’Ottocento nella sua tenuta di Castiglioncello molti degli artisti della corrente; la collezione di Rinaldo Carnielo, (Biadene, 1853 – Firenze, 1910) che possedeva la più ricca delle collezioni, circa trecento opere, derivante anche dalla sua amicizia con Fattori e Lega.La collezione di Edoardo Bruno, torinese di nascita, al quale si deve la visione di Uliveta a Settignano(1885 ca.) di Telemaco Signorini rimasto sino a oggi inedito; la meravigliosa collezione di Gustavo Sforni (Firenze, 1888 – Bologna, 1939), vero cultore di Fattori, grande collezionista, appassionato di arte Orientale che scoprirà grazie ai suoi viaggi, collezionista di kakemoni (in mostra un prezioso kakemono del pittore giapponese Maruyama ÅŒkyo del 1780 circa), accanto pezzi medievali e opere di artisti a lui contemporanei come Oscar Ghiglia, ci porta in questa sede una visone completa e variegata di quello che doveva essere un salotto di una bellezza senza pari.
Mario Galli, scultore fiorentino, non tra i più raffinati ma che poteva vantare la raccolta di grandi capolavori tar cui la bellissima e mai esposta in precedenza Ciociara – Ritratto di Amalia Nollemberg (1881 ca.) di Fattori.
La penultima sezione è un doveroso omaggio alla collezione di Camillo Giussani, collezionista lombardo, al quale si deve la vicinanza delle opere dei Macchiaioli con gli Impressionisti italiani quali Federico Zandomeneghi (Place du tertre del1880, Il giubbetto rosso del 1895), con De Nittis (Place de la Concorde del 1875, ed il magnifico Campo di Neve 1880).
La mostra si chiude con il doveroso omaggio alla figura di Mario Borgiotti la vera anima del collezionista; a lui si devono una serie di pubblicazioni sui Macchiaioli negli anni 50 e 60 del Novecento e l’omaggio ad un personaggio così importante non lo si poteva fare se non che con Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco Signorini, che riuscì a recuperare in un mercato londinese quasi alla fine della sua carriera, opera rimasta incognita per decenni di un impressionante realismo, un dipinto in cui lo spettatore viene proiettato ad incamminarsi con gli avventori del ponte.
Parlare di tutte le opere presenti diventa impensabile e ingiusto per quelle a cui non si riesce a dare spazio, ma alla fine il life motiv della mostra, che arriva e a volte sembra quasi levare importanza alle opere stesse, è il grande lavoro di queste figure nel panorama artistico dell’epoca: dobbiamo a loro se nel 2013 il museo di Parigi dell’Orangerie gli dedicò una mostra dallo straordinario successo. L’allestimento giustamente concentra l’attenzione sui messaggi legati alla divulgazione dell’arte, sulle figure dei Mecenati che la storia ci insegna fondamentali, ai quali dobbiamo il piacere di leggere queste opere che altrimenti sarebbero rimaste visione di una elité ristretta.
foto 1: Cristiano Banti Ritratto di Alaide Banti in giardino 1875 ca. Olio su tavoletta, 29,8×42 cm Collezione privata
foto 2: Telemaco Signorini Il Ponte Vecchio a Firenze 1878 ca. Olio su tela, 152×130 cm Collezione privata
Info:
I MACCHIAIOLI. Le collezioni svelate
dal 16/03/2016 al 4/09/2016
Informazioni e prenotazioni T +39 06916508451
Biglietteria Online http://www.ticket24ore.it/macchiaioli
Informazioni didattica didattica@arthemisia.it T +39 06 915 110 55
Hashtag Ufficiale #MacchiaioliRoma
Con il patrocinio di Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma
Prodotta e organizzata da DART Chiostro del Bramante – Arthemisia Group
Sponsor Generali Italia
Media coverage by Sky Arte HD
Mostra a cura di Francesca Dini
Progetto di mostra, direzione dei lavori, progetto grafico di mostra e realizzazione grafica Mjras Snc
Allestimento Tagi2000
Progetto immagine coordinata Studio Lord Z
Video Artist Fabien Iliou
Progetto didattico a cura di Eleonora Luongo
Catalogo Skira
Biglietteria Ticket 24 Ore
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