HOKUSAI. SULLE ORME DEL MAESTRO@ Museo dell’Ara Pacis: un viaggio nel Mondo Fluttuante

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La cultura è sempre stata un veicolo di relazioni internazionali, è lo scambio più produttivo non solo per i rapporti diplomatici, ma anche per arricchire il bagaglio di visioni. Si viaggia anche attraverso il Museo, non solo in luoghi lontani, ma anche in epoche passate, per sancire o ristabilire vecchi legami, quello più antico del mondo, tra Occidente e Oriente.

 

Il Museo dell’Ara Pacis di Roma ci conduce nel “mondo fluttuante” del ukiyoe, delle stampe artistiche giapponesi, attraverso la mostra Hokusai. Sulle orme del Maestro, visitabile dal 12 Ottobre 2017 al 14 Gennaio 2018. Attraverso 200 opere silografiche e dipinti su rotolo s’è trasportati nei paesaggi e la loro bellezza naturale, tanto quanto nel mondo seducente dei quartieri del piacere, dai ritratti di attori kabuki e la seduzione delle cortigiane con preziosi kimono. Ukiyo che significa “mondo fluttuante” si riferisce alla cultura fiorente che sorse nelle città più importanti del Giappone, il termine è in opposizione in modo ironico a quello del “mondo della sofferenza” che indicava il ciclo di morte e rinascita, che i Buddhisti cercavano di superare attraverso una via spirituale; nel corso del Seicento ukiyo fu usato per valorizzare il mondo delle passioni e dei piaceri effimeri, “fluttuanti” in una società in pieno rinnovamento. 

L’esposizione è una delle più ricche mai fatte in Italia sull’argomento, in quanto a varietà di temi e opere esposte, che per la loro fragilità e per motivi di conservazione le opere verranno esposte in due rotazioni, provenienti dalle collezioni giapponesi di Chiba City Museum of Art e Uragami Mitsuru Collection oltre che al Museo d’Arte Orientale di Genova. La produzione del maestro Katsushika Hokusai (1760-1849) è vastissima, fu un abile sperimentatore di tecniche e formati: da dipinti a inchiostro su rotoli di seta; a stampe policrome destinate al grande mercato dell’epoca; ai raffinati surimono, che erano dei biglietti di auguri o calendari e inviti per eventi e cerimonie del tè.

Il maestro viene confrontato con le produzioni dei suoi allievi e con l’artista Keisai Eisen, poco conosciuto in Europa, ma di notevole fama in Giappone. Eisen con l’uso del  blu Prussia nelle sue composizioni e la rappresentazione delle sue cortigiane, andrà a costituire un ideale di bellezza nell’epoca Edo (1603-1868). Quest’epoca fu per il Giappone un periodo di notevole cambiamento, prende il nome dalla capitale che fu trasferita a Edo (attuale Tokyo), trasformata in uno dei centri culturali più importanti della nazione. Dopo un periodo iniziale di chiusura verso il resto delle culture, il Giappone entrò in una fase  d’apertura e modernità, con l’emergere della classe borghese e l’attività mercantile, nonché l’esplosione delle infrastrutture urbanistiche, con la nuova costruzione di ponti, traghetti, locande, teatri, case da tè e luoghi del piacere; questi luoghi divennero d’ispirazione e per le opere di Hokusai e gli artisti della sua cerchia, proprio perché erano i punti di riferimento di una società ormai immersa nel “mondo fluttuante”. Yoshiwara, facilmente raggiungibile e fuori da Edo, era il quartiere del piacere più frequentato, con cortigiane riconoscibili per l’obi legato sul davanti o le geisha dai kimono riccamente decorati con le maniche lunghe, simbolo del loro stato nubile, che influenzò la produzione di Eisen delle abunae le così dette “immagini pericolose” e shunga  le immagini erotiche.
L’approccio nuovo di Eisen nella sua produzione, con un ventennio di differenza rispetto a quella di Hokusai, che nonostante non fu suo allievo ne assorbì la notevole influenza, portò il genere delle stampe in una direzione ancora più innovativa: il taglio della composizione in primo piano, le figure a mezzo busto, e i suoi personaggi  non più sognanti come nei paesaggi di Hokusai, ma concreti.
Le immagini esili e le linee espressionistiche e sinuose di Hokusai, diventano monumentali e realistiche in Eisen, ma entrambi sono narratori di vita quotidiana e testimoni di un mondo che stava cambiando, proprio nello stesso periodo in cui furono emanati dei divieti sul mercato delle stampe che rappresentavano il mondo effimero, entrambi si dilettano alla pittura non più parietale di sontuose stanze, ma di stampe fruibili che entrano nella quotidianità di una società che ormai era aperta e in espansione.

La mostra, infatti, è suddivisa in diverse sezioni che approfondiscono le diverse aree di produzione del maestro: la prima parte occupa le immagini dei luoghi celebri del Giappone dette Meisho, dove al loro interno si possono trovare diverse serie come le Trentasei vedute del Monte Fuji, che divenne in epoca Edo il simbolo del Giappone, pubblicate da Hokusai tra 1830-31, con all’interno le opere celebri della “Grande Onda” e il “Fuji rosso”. Oltre alle silografie nella sezione in mostra compaiono a confronto per la prima volta due dipinti su rotolo del monte, uno del maestro che lo rappresenta al alba e l’altro del suo allievo Hokkei avvolto nella nebbia con la cima innevata. Bellezze di natura e beltà, invece, ingloba la produzione di Hokusai del 1835 di Cento poesie per cento poeti in racconti illustrati della balia, mentre Eisen iniziava all’epoca la produzione Sessantanove stazioni di Kisokaido, e mostrano il lavoro e la vita nel paesaggio rurale, ma anche come la società dell’epoca si stava urbanizzando e divenendo più mobile.

Beltà alla moda: il mondo della seduzione è la parte della mostra che racchiude le produzioni delle cortigiane e del mondo dei quartieri del piacere già citati, con le pose serpentine inventate da Eisen per renderle più seducenti, divennero il simbolo dell’eleganza e della moda dell’epoca, che segnò il successo dei maestri del “mondo fluttuante”, anche se viste con sospetto dal governo centrale. 


La produzione sul tema della Fortuna e buon augurio dei surimono, mostrano le ricche stampe commissionate da privati per biglietti di auguri o inviti per spettacoli, che il maestro combina con versi poetici.
Eisen su piccolo formato crea delle stampe legate al buon augurio, rappresentanti dei precisi momenti dell’anno o delle stagioni.

 

Catturare l’essenza della natura è la parte tematica che espone i meravigliosi rotoli verticali dipinti da Hokusai con animali e piante, in cui il maestro crea delle immagini suggestive di una produzione ormai matura, quando si firmava con ironia “Manji il vecchio pazzo per la pittura”,  in cui i colori e gli effetti chiaroscurali sono più plastici. Qui compaiono animali legati alla tradizione filosofica e religiosa: la tigre simbolo di terra e forza associata al bambù altro simbolo di resistenza o il meraviglioso e guizzante drago reso con una pennellata fluida avvolto dalle nubi sfumate. 

 

Un'altra produzione degna di nota è quella dei Manga e manuali per imparare, dei libri con pagine stampate con colore nero e qualche tocco di vermiglio, che illustrano come delle vere enciclopedie il mondo animale e vegetale, le diverse pose dei combattenti o immagini di pura invenzione e fantasia, sembrano dei piccoli minuziosi campioni dell’universo visto attraverso gli occhi del Giappone, e che influenzeranno molti artisti futuri.

 

La mostra è un viaggio stimolante in luoghi seducenti in cui il tempo sembra fermarsi, nel rituale della vita quotidiana dell’epoca, in una visione semplice e dettagliata della sua rappresentazione, sembra suggerire uno sguardo raffinato verso un ritorno alla natura lontano dal mondo convenzionale e formale, dove l’uomo non ha mai perso il legame con essa, ma anche in un epoca di mutamento sembra ristabilirlo. Il legame tra Oriente e Occidente è un qualcosa di antico, anche all’epoca del maestro Hokusai gli Impressionisti ne rimasero affascinati, tanto che sia Monet e Van Gogh imitarono le stampe dei maestri del ukiyoe. Il fenomeno del japonisme fu una moda che colpì l’Europa, così come i più arditi artisti giapponesi guardarono l’Occidente inserendo alcuni cenni prospettici nelle loro composizioni. L’arte ancora oggi è un collante insostituibile di culture antiche e moderne, di mondi lontani e vicini, e può ancora oggi essere ristabilito e usato come fulcro di relazione.
 

Foto credit:
Foto copertina: Katsushika Hokusai Il Fuji da Gotenyama presso Shinagawa sul Tokaido, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa Silografia policroma Kawasaki Isago no Sato Museum
Foto 1: Katsushika Hokusai La [grande] onda presso la costa di Kanagawa, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji, 1830-1832 circa Silografia policroma Kawasaki Isago no Sato Museum
Foto 2: Keisai Eisen Momongawa dalla serie: Aspetti dello stile moderno, 1830-1844 circa Silografia policroma, 37.3×24.4 cm Chiba City Museum of Art
Foto 3: Katsushika Hokusai Sugoroku gioco da tavolo dei Luoghi famosi di Edo Silografia policroma Kawasaki Isago no Sato Museum
Foto 4: Katsushika Hokusai Dragone rampante, 1846 Dipinto su rotolo, 112.6×33.5cm (192.0 × 52.0 cm dimensioni totali) Collezione privata

 

Info:

HOKUSAI. SULLE ORME DEL MAESTRO

12 Ottobre 2017 al 14 Gennaio 2018

Museo dell’Ara Pacis – Lungotevere in Augusta, Roma

Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30

Chiuso il 25 Dicembre e 1 Gennaio

 

A cura di: Rossella Menegazzo

Promossa da: Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con supporto dell’Ambasciata Giapponese

Organizzato da: MondoMostre Skira e Zètema Progetto Cultura

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