GIANNI BERENGO GARDIN. VERA FOTOGRAFIA @Palazzo delle Esposizioni: emozioni in bianco e nero

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Rare volte si ha la fortuna di incontrare personaggi così intensi, profondi e umili, innamorati delle possibilità che la macchina fotografica gli ha dato: con la sua datata ma pur sempre funzionante Laika immortala noi appassionati e addetti ai lavori che siamo venuti a onorarlo a memoria di un giorno da conservare facendoci entrare in punta di piedi nel suo obiettivo.
Il Palazzo delle Esposizioni diviene nuovamente, dopo la personale che gli dedicò nel 2001, cornice della retropsettiva su Gianni Berengo Gardin con Vera Fotografia
. Reportage, immagini, incontri, oltre 250 stampe per il più vintage di cinquant’anni di storia, della nostra storia e della storia di un uomo che amava e che certamente ama ancora il suo paese.

La sala centrale del palazzo, circolare, con un grande collage delle sue foto, è il centro, il vortice da cui si dipanano ai suoi esterni le storie che ci racconta, i suoi reportage: le sue sono foto, non immagini, come ci ha spiegato.
La foto, la Vera Fotografia, la sua caratteristica, il timbro, letterale e figurativo, che appone dietro di ognuna di esse a riprova di foto fatte senza artifizio, senza l’uso di Photoshop o di ritocchi in post produzione, di cui ne vieterebbe l’uso per i reportage a cui ha dedicato il suo lavoro e la sua vita. Quelli sono dispositivi giustificati nel mondo della moda e sicuramente della pubblicità ma nella fotografia intensa come reportage non è ammissibile, se usata ne fa di quelle immagini e non più foto.

Gianni Berengo Gardin è nato nel 1930, quando le immagini erano solo in bianco e nero, quando la televisione è nata in bianco e nero e anche i libri, racconti di vita, sono in bianco e nero e le sue foto sono solo in bianco e nero: i racconti che ne escono hanno la caratteristica di essere senza tempo, l’assenza di colore lascia solo le emozioni primarie senza riuscire a collocarle in una epoca specifica.

Così i reportage sulla sua adorata Venezia dei primi anni della sua carriera sembrano sovrapporsi all’ultimo reportage sulle Grandi Navi nella laguna del 2015, al centro di una forte polemica con l’allora sindaco della città; la storia sugli zingari con cui lavorò e visse per un lungo periodo, sembrano appena scattate in uno dei tanti campi profughi che siamo stati abituati a visitare virtualmente.

Il reportage sui manicomi è uno schiaffo sulla condizione di questi “non uomini” divenne parte del progetto che collegò Gardin con Franco Basaglia per la revisione del sistema arcaico di gestione delle malattie mentali che portò alla pubblicazione della legge 180.

È la storia dell’Italia del periodo industriale, del veloce e brusco cambiamento visto dalla parte di chi stava lavorando per permettere che questo avvenisse e delle contestazioni che inevitabilmente portò.

Gli scorci della vecchia Italia, quella ancora rurale, sembrano immagini ormai passate ma c’è qualcosa in loro che riporta alla memoria flash già visti e non molto tempo fa e non in foto d’epoca.  È tutto un susseguirsi d’immagini datate che si mescolano con le attuali in un vortice che spiazza, non si riesce a sentire dove siamo, in quale periodo siamo ma probabilmente la grande forza di Gardin è forse il significato più profondo delle foto, non di essere spiegate ma di essere sentite.

A cornice delle foto tutte in stampa 30X40, sono state scelte ventiquattro immagini, ingrandite, commentate e raccontate da coloro che negli anni sono stati gli amici, tra cui Salgado, Renzo Piano o semplici conoscenti come Marco Bellocchio o Carlo Verdone, a riprova del valore oggettivo del lavoro dell’artista, raccolti in un volume edito da Contrasto che accompagna la mostra. E infine una piccola raccolta di alcuni libri, più di 250, che ha pubblicato, una vera bibbia che chiunque voglia approcciarsi alla vita di Gardin.

foto credit:
copertina: Venezia, 2013-2015. Bacino San Marco, visto da via Garibaldi © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
foto 1: Oriolo Romano, Lazio, 1965 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia
foto 2: Trento, 1985 © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

Info:

Gianni Berengo Gardin. "Vera fotografia". Reportage, immagini, incontri

  19 maggio – 28 agosto 2016
Palazzo delle Esposizioni

A cura di Alessandra Mammì e Alessandra Mauro
organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con Contrasto e Fondazione Forma per la Fotografia

Biglietti

Intero € 12,50 – ridotto € 10,00
ridotto 7/18 anni € 6,00 – gratuito fino a 6 anni
scuole € 4,00 per studente
con prenotazione obbligatoria per gruppi e scuole
Dal martedì al venerdì gruppi €10,00 e scuole € 4,00 per studente/persona
sabato, domenica e festivi gruppi € 12,50 per persona
prenotazione obbligatoria a pagamento
gruppi €30,00 e scuole € 20,00 (min. 10 – max. 25 persone/studenti)
Ingresso gratuito per gli under 30 il primo mercoledì del mese dalle 14.00 alle 19.00

 

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