Dei percorsi variegati, nelle stanze di una antica galleria, si aprono come dei cofanetti che contengono dei temi diversi narrati da vari fotografi. Così si finisce immersi in un reportage di guerra e di oggetti vissuti, sparati o interrotti da tragedie; oppure catapultati in sguardi in bianco e nero che vedono oltre il vetro delle finestre; per poi tornare in un percorso di guerra e di silenzi, suggestionati da storie ricostruite nel dettaglio eppure sospese come antiche cartoline.
EARLY WORKS AND RARE PRINTS è l’inedito ciclo di lavori esposti di Paolo Ventura, accompagnato da altri fotografi nelle diverse sale della Galleria del Cembalo , esposto dal 11 Febbraio al 29 Aprile 2017.
Paolo Ventura ispirato da eventi reali e da oggetti recuperati casualmente, frutto di tragiche storie, forma il primo ciclo di foto che qui apre la prima sala. Gli oggetti che ha fotografato come dei reperti archeologici, testimoni di drammi passati e tragedie collettive, ci appaiono sospesi e riesumati, ormai privati del loro uso, e diventano delle cronache oggettive. I primi lavori che Paolo Ventura compie su questa strada, allontanandosi dal mondo della moda, sono i Buchi di violenza. Delle fotografie di spari illuminati dal ring flash, come i lampioni di Piazza della Repubblica a Milano, traforati dalle schegge di bomba della seconda guerra mondiale. In seguito un collezionista trovò per lui la divisa di un ragazzo ucciso sul Carso, e decide di fotografare il foro del colpo ancora oggi visibile e l’alone di sangue. In un viaggio a Redipuglia, Ventura trovò molti reperti della guerra, come gli oggetti privati di un combattente e il suo portafoglio percorso da un proiettile, che ha perforato una lettera e la fotografia della fidanzata che erano al suo interno. Oppure mantelline con il colpo di baionetta, o molti elementi come un quadro che era in una barriera di Udine con tracce di spari. Insieme a queste foto, compaiono quelle di oggetti dissotterrati e di Libri bruciati. Questi frutto di un ritrovamento del fotografo tramite un suo amico, di una valigetta piena di libri bruciati dai fascisti, che appartenevano a una tipografia dove il nonno stampava i volantini dell’Avanti. Ogni libro lo fotografa in maniera minuziosa, come uno scienziato che ha riesumato corpi perduti e vuole analizzarli nei dettagli, fino a creare delle fotografie spersonalizzate ed estremamente fredde nella loro visione, ormai solo dati di cronaca e reperti di un passato.
Da questa ricerca se pur rigorosamente distaccata, Ventura continua negli anni successivi il suo percorso, fino a creare un ciclo narrativo da lui progettato esposto nella sala centrale della Galleria. I War Souvenir, si aprono nella sala come un libro proveniente da un epoca passata e ormai conclusa, le foto ci appaiono come delle cartoline, che fermano gelidamente degli eventi dal fotografo ben studiati nei minimi dettagli come un set cinematografico. Riproduce tutta l’atmosfera della guerra: dall’Italia alla Germania, dai soldati ai partigiani, dai focolai domestici desolati a piccole istantanee ricostruite idealmente di scorci di strada. Le sue foto sono sospese e a volte crude, in cui anche il disordine degli ambienti è meticolosamente ordinato, in una ricostruzione fittizia di stati d’animo e trascorsi immaginati, facenti parte di una memoria artificiale. E così si scopre che alcuni dei personaggi sono dei burattini atteggiati posti nel set fotografico come degli attori, in un grottesco film di guerra e desolazione in cui il fotografo con il suo distacco oggettivo e studiato, vuole farci riflettere sull’esistenza umana e la sua alienazione dovuta alle tragedie. Alcune foto sono come piccole miniature, altre come grandi cartelloni, in cui ogni oggetto anche se sembra casuale, in realtà non lo è, ma dalle luci fino alle pieghe di un vestito, Ventura progetta tutto.
Le altre sale laterali della meravigliosa Galleria del Cembalo ospitano il lavoro di fotografi con brevi cicli fotografici. Uno di questi che vale la pena menzionare è il lavoro Attraverso, di Lia Pasqualino (che abbiamo intervistato nelle score settimane) ispirato al romanzo l’Uomo della folla di Edgar Allan Poe, in cui il protagonista in un caffè guarda al di là dei vetri appannati di una finestra, e da una apparente situazione di sicurezza interna, arriva col suo guardare a soccombere nel vortice della folla fuori. Le fotografie in bianco e nero di Lia ritraggono persone in posa che guardano attraverso un vetro colte nei loro intimi silenzi e stati d’animo, mentre guardano il mondo visto tramite il filtro di una finestra. Questa è come se pone una distanza tra il dentro e il fuori, in cui i personaggi sono forse colti nel loro più intimo momento, in una situazione apparente di quiete interna nell’istante in cui vedono l’esterno, a volte come un riflesso ideale da contemplare, mentre per altri è un confuso fondersi nell’ignoto.
Foto credit:
Foto copertina: Paolo Ventura Early Works and Rare Prints
Foto 1: Paolo Ventura War Souvenir 09
Foto 2: Paolo Ventura War Souvenir 31
Foto 3: Lia Pasqualino – Valeria Bruni Tedeschi, Chateau d’Etoges 2012
Info:
EARLY WORKS AND RARE PRINTS
Galleria del Cembalo, Largo della Fontanella Borghese, 19
Dal 11 Febbraio al 29 Aprile 2017
Il Giovedì e il Venerdì: 16.00 – 19.00
Il Sabato: 10.30 – 13.00 e 16.00 – 19.00 oppure su appuntamento