Si resta incantati, oserei dire strabiliati all’ingresso della mostra allestita alle Scuderie del Quirinale su Correggio e Parmigianino, inaugurata il 12 marzo che durerà fino al 26 giugno 2016, di fronte alle due portelle d’organo raffiguranti S.Cecilia che suona la viola da gamba e Davide che suona la viella poste all’ingresso, dipinte probabilmente da Parmigianino per la chiesa di Santa Maria della Steccata a Parma.
Si entra e si possono ammirare sulla destra della prima sala due piccoli dipinti, rispettivamente il “Matrimonio mistico di Santa Caterina con San Giacomo Minore” di Parmigianino e il “Matrimonio mistico di Santa Caterina” del Correggio. La vicinanza delle due opere diviene veicolo del messaggio dell’esposizione: due grandi maestri a confronto, spesso trattano tematiche simili ma con un proprio stile e gusto personale, talvolta ci si può trovare assonanza, ma ognuno conserva una peculiarità che li distingue nettamente.
Proprio per questo è bello perdersi lungo il percorso assaporando le diversità dei due uomini e dei due artisti che hanno saputo trasformare in pochi decenni la città di Parma, da luogo marginale nel panorama artistico del Cinquecento italiano a centro artistico propulsivo e innovativo, tanto da arrivare ad avere un seguito di artisti che darà vita alla cosiddetta “Scuola di Parma”.
Molte delle opere esposte in mostra provengono dai più grandi musei del mondo; la sala due presenta esclusivamente l’opera di Correggio, la tre solo quella del Parmigianino, per confluire nella sala quattro dove le opere sono messe a confronto.
Correggio (Antonio Allegri detto Il Correggio 1489-1534) si è cimentato nei piccoli formati degli esordi fino ad arrivare a comporre tele ardite estremamente grandi come nel caso dello spettacolare “San Rocco con il donatore Baldassarre della Torre da Milano” tipico di una carriera in divenire che segue un percorso ordinario.
Parmigianino (Francesco Mazzola detto Il Parmigianino 1503-1540) è un talento precoce a soli diciotto anni è in grado di comporre con grande originalità un capolavoro come la “Pala Bardi”. Riesce a superare il Correggio nel tema del ritratto, forse perché suo padre era un eccellente ritrattista, emerge anche nel campo del disegno, ne produce una moltitudine anche per diletto, non solo con finalità funzionali per dei progetti. Prova ne è che nonostante la mostra abbia una sezione dedicata ai disegni , già nelle sale del primo piano vengono esposti tre disegni del Parmigianino, uno dei quali è uno studio elaborato a penna per un’opera religiosa, particolarmente prezioso, in quanto sconosciuto fino a poco tempo fa, e che con ogni probabilità, è uno dei primissimi disegni di sua mano giunti fino a noi oggi.
Oltre ai soggetti religiosi, ricorrenti nell’arte del Cinquecento, i due si dedicano alle rappresentazioni mitologiche, nell’ultima sala del primo piano spicca per bellezza “Educazione di Amore” di Correggio, una scena ricca di sentimento, il pittore si fa portavoce del sentire dell’animo umano nelle sue infinite sfaccettature e, colpisce la maestria nella resa delle carni del piccolo cupido che suscita un senso di morbidezza tanto da invogliare lo spettatore a toccare quel corpicino candido.
Al secondo piano sono esposte opere che presentano dipinti dei loro allievi a Parma , tanto per completare il percorso espositivo a far comprendere l’impatto che i due artisti hanno avuto su personalità locali, fino ad arrivare ad una ricchissima esposizione di disegni occupata in gran parte dai due artisti ma che riunisce anche una selezione molto rappresentativa egli allievi.
Le ultime due sale espongono i ritratti dove emerge la bravura del Parmigianino in più di un soggetto come Lucrezia, Pallade Atena e Antea; in essa si concentra tutta la sua poetica, a differenza di Correggio è più distaccato dal sentimento, tende ad idealizzare, in questo caso la bellezza femminile, tanto da condurla verso l’astrazione ma l’eleganza e la raffinatezza che emerge dalle sue figure non ha eguali, non si può competere con questo maestro. Dire di Parmigianino che sia stato un “manierista” è sicuramente vero, ma bisogna riconoscere che è una personalità troppo estrosa ed originale per essere racchiuso in un definizione stereotipata.
Unico neo dell’esposizione è l’illuminazione decisamente scarsa, in alcune sale ne viene compromessa la visione delle opere.
La mostra curata da Davidi Ekserdjian, prevede una serie di iniziative ad essa collegate come gli incontri dal titolo “La gloria di Parma” che si terranno a Palazzo delle Esposizioni ed un ricco laboratorio per scuole e famiglie.
Info:
Scuderie del Quirinale
Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento
a cura di David Ekserdjian
12 marzo – 26 giugno 2016
Biglietti
Intero € 12,00
Ridotto € 9,50
Ridotto 7-18 anni € 6,00
Ingresso gratuito fino ai 6 anni