Antonio Meneghetti amava definire così la sua arte: “Si tratta di cogliere tra due colori il loro denominatore universale, la trascendentalità, il punto di equilibro luce dove tutti si armonizzano”.
L’artista e intellettuale abruzzese (Avezzano, 1936 – Faxinal do Soturno, 2013) fondatore dell’Ontopsicologia, intellettuale famosissimo in Russia e Brasile, autore di numerosi testi e personaggio discusso attorno a cui si sono raccolti migliaia di “adepti” che hanno seguito fedelmente i suoi insegnamenti e per questo spesso al centro della cronaca, è stato un grande amante dell’arte, producendo un gran numero di opere durante tutto l’arco della sua vita.
La mostra curata da Ermanno Tedeschi, porta al Complesso del Vittoriano fino al 26 Guigno, una selezione delle opere tra dipinti, sculture, oggetti di design e gioielli ospitate in alcuni dei più prestigiosi musei e sedi istituzionali del mondo, come la Rocca Paolina di Perugia, Palazzo Ducale a Venezia, Castel dell’Ovo a Napoli, oltre che a San Pietroburgo, Brasilia e Pechino.
Dopo qualche anno dalla sua scomparsa è stato necessario un riordino della sua lunga e vasta produzione e la possibilità di far conoscere il percorso artistico e produttivo dell’artista e la fondazione a suo nome diviene promotrice di questo compito.
Sperimentatore di tutte le forme artistiche, grande produttore di dipinti, è nella lavorazione del vetro, della ceramica ma soprattutto nella scultura che ha trovato il suo tratto distintivo. Le sue opere, un evoluzione ed elaborazione del figurativismo e dell’astrattismo , trovano la loro massima espressione nelle sculture dove lo spazio vuoto in relazione con le cromie violente degli smalti diventano protagonista di un senso sfuggente e spirituale che caratterizza la sua personalità. E’ tutto molto lineare, i profili sono sempre morbidi: sia nella selezione dei colori, l’uso esclusivo di colori primari quali il bianco, il nero ,il rosso e in rari casi il giallo, che nelle forme è tutto ridotto al minimo, il superfluo è eliminato ma i colori vividi e l’uso dello smalto che li fa “brillare” nel vuoto che li circonda ne fa di essi immagini ed oggetti dal grande impatto visivo.
Una scoperta piacevole e inaspettata, la prima tappa di un percorso che vuole valorizzare e fare conoscere nel mondo l’opera dell’artista anche attraverso la pubblicazione della sua prima monografia edita da GLI ORI – Editori Contemporanei, che raccoglie le opere e l’immenso lavoro che Antonio Meneghetti ha realizzato nella sua vita in tutte le forme in cui si presenta l’arte.
Foto copertina: 2003 Palazzo Pianoforte (ispirato la sagoma dello strumento musicale), presso il Centro Convegni FOIL a Marudo (Lo) – Italia Crediti fotografici: Barbara Bernabei
Foto 1: 2012 "Azzurro" Smalto su tela, 107×108 cm Crediti fotografici: Barbara Bernabei
Foto 2: 1981 Scultura in ferro policromo verniciatura in polveri, 122×78 cm Crediti fotografici: Barbara Bernabei
Info:
Antonio Meneghetti
Roma, Complesso del Vittoriano – Ala Brasini Sala Giubileo
Prodotta da Fondazione di Ricerca scientifica ed Umanistica Antonio Meneghetti- CH
A cura di Ermanno Tedeschi
Apertura al pubblico: 20 maggio – 26 giugno 2016
dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30
Venerdì e sabato 9.30 – 22.00
Domenica 9.30 – 20.30
ingresso gratuito/Entrata libera