SHAKESPEARE LAB @ Off/Off Theatre: un tentativo di futuro

Si è svolta lunedì 13 novembre, all’interno della cornice accogliente e innovativa dell’OFF/OFF Theatre di Via Giulia, la serata conclusiva del nuovo progetto formativo e distributivo di Tradizione Teatro, l’associazione guidata da David Sacco e Ilaria Ceci.
Quattro gruppi formati da registi, autori e attrici e attori provenienti da tutta Italia tutti under 35 hanno lavorato da ottobre a novembre con grandi maestri, come Emma Dante, Mariano Rigillo e Stefano Benni. Un laboratorio per giovani talenti dove sperimentare e confrontarsi con le parole del Bardo SHAKESPEARE LAB.
Nonostante la pioggia e il freddo pungente, l’OFF/OFF Theatre era pieno di persone, soprattutto giovani, venuti ad assistere alla premiazione dello Shakespeare Lab, l’ultimo progetto presentato da Tradizione – Il teatro di domani.

Il Laboratorio

Ilaria Ceci e David Sacco hanno presentato i quattro gruppi di giovani under 35 che hanno partecipato a questa edizione, tutta incentrata su William Shakespeare. Ogni gruppo è composto da un autore, un regista e attori/attrici conosciutisi proprio durante il laboratorio.

Da ottobre tutti i ragazzi hanno svolto un percorso di formazione pratica, incontrando grandi maestri: Stefano Benni, che ha lavorato sulla scrittura, Emma Dante e Mariano Rigillo, che hanno invece approcciato al lavoro attoriale sia come lavoro a tavolino che come lavoro energetico, il Professor Raimondo Guarino di Roma Tre che ha dato modo ai ragazzi di avere una preparazione culturale per approcciare alla infinita rete di parole, immagini e concetti di Shakespeare.

I 4 lavori e la nostra opinione

I gruppi hanno presentato, quindi, il prodotto finale di questo lavoro: quattro coti teatrali dai quali poter poi creare spettacoli completi e compiuti.

Il primo lavoro è LA CENA DEI MANCINI (vedi foto gli interpreti), scritto da Manuela Barocci e diretto da Riccardo Parravicini.
Prendendo spunto dall’Amleto, l’autrice ha immaginato che Ofelia, Gertrude e Claudio arrivino nell’aldilà e si ritrovino intorno a un tavolo, dove un personaggio misterioso li accoglie e confonde con le sue chiacchiere e le sue riflessioni apparentemente prive di senso. Una regia asciutta, che dà modo al giovane Francesco Chiliberti di mostrare appieno le sue doti attoriali e spiccare per senso del ritmo ed enegia.

Il secondo corto è BRUCIA, di Alberto Fumagalli, diretto da Luca Trezza. Anche qui il punto di partenza è l’Amleto ma Fumagalli lo sfrutta per riprendere le dinamiche familiari del dramma shakespeariano e portarle in un contesto attuale. Ecco allora un figlio, ribelle e infelice, una madre, angosciata dalla bellezza che svanisce, un patrigno, volgare, arrogante e insaziabile: sono i nostri Amleto, Gertrude e Claudio.
Interessante la partitura fisica e sonora e l’uso di oggetti di tutti i giorni, come il mestolo, che ci permettono d immaginare un reiterarsi di questa quotidianità, di questa cena intorno a una zuppa, che sembra essere l’oggetto del contendere, il simbolo di un potere malato e contagioso.

Subito dopo è la volta di IL RE SI ALZA, di Federica Terribile, diretto da Alessandro di Murro. In questo caso, l’idea portante è un gruppo di persone che si ritrovano chiuse in un teatro. Durante le ore di attesa, ognuno di loro avrà modo di scoprire qualcosa in più su di sé e questo qualcosa sarà espresso attraverso i personaggi shakespeariani: compaiono così le streghe di Macbeth, Riccardo III e lady Anna, i sicari di Riccardo e avanti ancora fino al ritorno alla realtà. Forse. Notevole la scrittura, intelligente nel dosare le parole shakespeariane e le parole dell’oggi. Un apprezzamento particolare va anche alla regia: Di Murro, oltre all’accuratezza ha saputo dosare sapientemente il gioco fra luce e buio, rendendo così visibile l’apparizione dell’interiorità dei singoli personaggi e il loro lento e inesorabile trapasso nell’universo di Shakespeare.

Infine, RICICLAGGIO di Umano Sporco (vedi in foto gli interpreti), scritto da Maurizio Capuano e diretto da Valentina Mignogna. Quattro celebri cattivi, Calibano, Iago, Riccardo III e lady Macbeth, si ritrovano in un centro di cura dove imparare a essere buoni. Ogni volta che si ribellano una scarica li colpisce e tutti sono costretti a ripetere di essere “molto, molto pentiti”. Se la stupidità del male appare il nucleo da cui parte la scrittura di Capuano, è pur vero che alla fine ci si chiede quanto sia stupido e banale il bene, o meglio, l’imposizione del bene attraverso la coercizione e la tortura, ossia i mezzi spesso usati dal male. Commovente il finale, in cui Calibano si ribella a questo mondo di ordini crudeli e recupera il disegno della sua isola.

I premi di SHAKESPEARE LAB

La serata si è conclusa con l’assegnazione dei premi.

Il premio del pubblico (premio di produzione di 500 euro e una data di debutto su Roma) è andato a LA CENA DEI MANCINI. Il premio della stampa (un abbonamento alla stagione dell’OFF/OFF Theatre) è andato a RICICLAGGIO di Umano Sporco. Anche la giuria ha premiato l’ultimo corto in gara, che ottiene 1000 euro di produzione e il debutto al festival Quartieri dell’Arte di Viterbo. Infine, Elisabetta De Vito e Ciro Scalera, direttori di IL CANTIERE TEATRALE, che ha ospitato lo Shakespeare Lab, hanno premiato tutti e quattro i corti dando la possibilità ai gruppi di debuttare con lo spettacolo completo nella Sala Remotti.

La serata è stata un ottimo modo per ricordarci quanto sia importante tentare, aprire nuove strade verso il futuro, sapendo che alle spalle abbiamo una tradizione che non è un ostacolo, ma un trampolino per creare, pensare e immaginare. Perché, nonostante la crisi in cui versa il nostro teatro, c’è ancora la voglia e il bisogno di nuovo: perché, come ha ricordato Silvano Spada, direttore dell’OFF/OFF Theatre, il teatro, se è teatro, è per tutti. E di tutti.

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